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Primarie Regionali

Post n°25 pubblicato il 31 Luglio 2009 da fulviocal

Articolo apparso oggi sul quotidiano "Europa"

La mappa delle regioni dem. Pochi accordi, si decide alle primarie

Scadono oggi i termini per le candidature nei territori. Incertezza in Lazio, Puglia e Veneto

Si chiudono questa sera alle 20 i termini per la presentazione delle candidature a segretario del Pd in ciascuna delle venti regioni.
In linea di massima, ciascuna mozione presenta ovunque un proprio nome. Negli ultimi giorni, infatti, le ipotesi di convergenza su un singolo rappresentante sono di gran lunga diminuite rispetto a quanto era possibile rilevare nelle settimane precedenti. Il quadro, comunque, non è ancora completo. Rimangono da definire, infatti, alcuni tasselli, che si chiariranno solo oggi. In alcuni casi, le singole mozioni hanno preferito ritardare la pubblicazione del nome del proprio candidato (soprattutto in casa Marino). In altri, però, rimangono da sciogliere alcuni nodi, sia sulla possibilità di accordi trasversali, sia su una pluralità di candidati tra cui scegliere, rispettando anche gli equilibri interni alla singola mozione.
Per il momento, si segnalano solamente cinque donne candidate: Debora Serracchiani (Friuli Venezia Giulia), Mariangela Bastico (Emilia Romagna) e Francesca Barracciu (Sardegna) sostenute da Franceschini, Ileana Argentin (Lazio) e Fernanda Gigliotti (Calabria) per Marino.

Piemonte ancora diviso
Nel 2007 era stata una delle regioni in cui le primarie avevano fatto segnare una spaccatura netta, con la necessità perfino di ricorrere al riconteggio dei voti tra le liste che sostenevano Gianluca Susta e Gianfranco Morgando. A prevalere era stato quest’ultimo, un cattolico democratico che a questo giro ha scelto di sostenere Bersani, ma aveva proposto la propria riconferma con l’intenzione di ottenere anche l’appoggio delle altre mozioni. Dopo una prima fase di dialogo, in cui questa possibilità sembrava potersi concretizzare, mercoledì i franceschiniani hanno preferito proporre il nome dell’ex ministro Cesare Damiano.
Ieri Susta ha invitato Morgando a desistere dal candidarsi e Giorgio Merlo ha invitato a «non rompere l’unità del partito alla vigilia di una delicata e difficile competizione regionale». Ma il segretario uscente intende comunque andare avanti.

Veneto, Puppato in calo
Le quotazioni della giovane Laura Puppato, proposta originariamente dai piombini come possibile candidato unitario in Veneto, sono indicate in netto calo. Franceschini si è affidato ad Andrea Causin, già componente della prima segreteria Veltroni, mentre all’interno della mozione Bersani ancora manca un’indicazione unitaria. Una parte dei sostenitori dell’ex ministro sostiene ancora una convergenza con la terza mozione proprio sul nome della Puppato (che ha annunciato il proprio sostegno a Bersani), ma negli ultimi giorni si è fatta strada l’ipotesi del giovane Stefano Fracasso da Arzignano, centro del Vicentino del quale è stato sindaco fino a poche settimane fa. In questo caso, Marino sarebbe pronto a presentare un proprio nome, che – dicono i referenti veneti della terza mozione – s’incuneerebbe tra i bersaniani, creando non poche difficoltà al loro interno.

I “buchi” della mozione 1
Lazio, Puglia, Basilicata. Insieme al Veneto, sono le tre regioni in cui all’interno della mozione Bersani non si è ancora riusciti a trovare un candidato. Il nome lucano dovrebbe uscire dal ballottaggio tra Salvatore Adduce e Roberto Speranza. Ancora più ingarbugliata la situazione capitolina, dove tra la vecchia guardia dalemiana e le altre componenti della mozione uno (dal presidente della regione Marrazzo a quello della provincia Zingaretti, fino alla new entry di marca rutelliana Milana) il confronto proseguirà probabilmente fino all’ultimo momento disponibile per trovare il nome da schierare.

Emiliano ci spera ancora
In Puglia, invece, il sindaco di Bari e segretario uscente Michele Emiliano sembra aver completato il proprio peregrinare tra le mozioni, accasandosi definitivamente con Franceschini. Proposto inizialmente dai sostenitori di Marino come possibile candidato unitario, fautore di un accordo con D’Alema per un nome “gradito” come proprio successore, adesso rischia di ritrovarsi con il solo sostegno della mozione 2.
«Sto pregando perché D’Alema faccia la cosa giusta», ha detto in attesa che l’ex premier raggiunga oggi Bari per chiudere la trattativa.
In realtà, tra i bersaniani non mancano le alternative. In pole position c’è l’ex parlamentare europeo Enzo Lavarra. Il gruppo vicino a Enrico Letta è tornato però ieri a insistere per candidare Francesco Boccia, contro il quale gioca però il proprio incarico di deputato, che contrasta con la regola interna alla mozione, secondo la quale non saranno candidate personalità che ricoprono già altri ruoli istituzionali.

Il poker siciliano
Per lo stesso motivo, è stata stoppata in Sicilia la candidatura di Giuseppe Lumia, senatore per il quale gran parte dei supporter bersaniani dell’isola avevano chiesto una deroga ai dirigenti nazionali.
Da Roma è però giunto un no netto, accompagnato dalla designazione come candidato ufficiale della mozione di Bernardo Mattarella, figlio dell’ex presidente della regione assassinato da Cosa nostra e vicino a Rosy Bindi.
Lumia, comunque, non si è tirato indietro e oggi presenterà la propria candidatura da indipendente «per un Partito democratico siciliano, e sottolineo siciliano», ha detto ieri in chiara polemica con i referenti nazionali della mozione Bersani. Al suo fianco si potrebbe schierare gran parte del gruppo dirigente di provenienza diessina, ma anche molti lettiani.
Se entro stasera non ci saranno scossoni, dunque, la Sicilia sarà l’unica a presentare quattro candidati per la segreteria regionale del Pd. Oltre a Mattarella e Lumia, infatti, è già in campo Giuseppe Lupo (chiamato da Franceschini nella propria segreteria e oggi suo sostenitore), mentre la mozione Marino dovrebbe proporre Giuseppe Missina.

Solo tre i candidati unitari
Dunque, il proposito di scindere il confronto sui territori da quello nazionale, è andato quasi ovunque disatteso. In nessuna regione due mozioni sostengono lo stesso candidato (anche se nello schieramento di Marino rimangono diverse incertezze, che alla fine potrebbero far propendere per una convergenza su qualche nome già in campo), mentre sono solo tre i segretari scelti all’unanimità: Raimondo Donzel in Valle d’Aosta, Palmiro Ucchielli nelle Marche, Silvio Paolucci in Abruzzo.
 
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