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A proposito di morale

Post n°9 pubblicato il 12 Marzo 2007 da observo

Qualche giorno fa mi trovavo a parlare con "persone di Chiesa". Non sacerdoti, ma fedeli praticanti forse in maniera ossessiva, in una parola, me la si passi, bigotti.

About? La vita, quando l'uomo può decidere di salvare il prossimo e quando deve lasciare il tutto alla volontà di Dio. Mi spiego meglio. L'ipotesi era: donna incinta in pericolo di vita per se e per il feto; uno solo dei due è possibile salvare, sentenzia il medico. Cosa fare? Risposta: non salvare nessuno dei due, lasciare che il Signore decida! Ho prontamente manifestato la mia estrema perplessità, ribattendo che decidendo di non decidere hai comunque deciso, e, salvo casi particolari, errori nelle diagnosi o altro, difficilmente con un'emorragia addominale (caso purtroppo frequente soprattutto in caso di incidente)  o altro (non sono un medico) si possono salvare entrambi. "NO! - continuavano - l'uomo non deve decidere al posto di Dio. E se poi c'è il miracolo?"

E se poi non c'è? almeno salvo una vita, il difficile sarà decidere quale, si vivrà tutta la vita con un rimorso, ma almeno sarà per una persona e non per due.

Diversamene loro dicevano in caso, ad esempio, di problemi in mare o durante uno di quegli incendi da film, quando riesci a portare in salvo una sola persona ma sai per certo che non ce la farai a tornare indietro per salvare l'altra. In quel caso, proseguivano, ne devi scegliere uno. "Perchè? - dicevo io con fare provocatorio, a quel punto - io lascio che si affidino al Signore, chi sono io per decidere chi dei due salvare? E se poi avviene il miracolo?" Mi guardavano perplessi, come se stessi mettendo un tarlo nelle loro certezze. Ho concluso dicendo che se davvero si sentono così altruisti e fedeli alla Parola di Dio, l'unica cosa da fare sarebbe quella di tentare di salvarli entrambi, a rischio della propria vita.

Il silenzio è calato tra l'ipocrisia e la falsità...

Purtroppo un solo sacerdote, tempo fa durante una discussione simile, mi ha detto, parafrasando le sue parole, "agisci secondo coscienza, non esiste un metro di giudizio. Purtroppo, in qualunque caso, crederai di aver sbagliato".

A questo punto mi domando se la crisi delle vocazioni e l'allontanamento progressivo dal catolicesimo siano solo per pigrizia, perchè il mondo è pieno di tentazioni, o perchè c'è gente bigotta tra i praticanti assidui, figuriamoci nel clero. Io, personalmente, mi annoio ad ascoltarli e a seguire i loro discorsi di cui si conosce il finale prima ancora che inizino, sia sull'altare, sia tra la gente comune, pur essendo cattolico.

Boh...

 
 
 
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