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« U.E. = U.R.S.S. | SCONTRO DI GIGANTI » |
L’islam, le religioni, la laicità dello Stato moderno.
Post n°91 pubblicato il 16 Ottobre 2015 da giancarlo.matta
Il mio scritto precedente sullo “scontro di giganti” esponeva la tesi che l’odierna aggressione islamista impone una nostra forte reazione, ma -a differenza di quelle dei secoli passati (che per buona sorte videro la vittoria dell’Occidente “cristiano”)- tale reazione OGGI non deve essere basata e considerata sul principio dello “scontro di religioni”. Significherebbe cadere in una trappola tesaci proprio dai nostri nemici. Va da sé che quanto a “coesione” e “motivazione” e “aggressività” l’islam -e non lasciamoci ingannare dalle sue divisioni e dispute dottrinali interne: quelle, peraltro in atto da sempre, non impediscono alla mole islamica complessiva (la “casa dell’islam”) di porsi, nei confronti del resto del mondo (la “casa della guerra”) come un monolite- attualmente supera il cristianesimo (che in quanto religione tra le tante, teoricamente potrebbe forse essere l’unica “quantitativamente” in grado di opporvisi). Ma non è questo il punto essenziale. La reazione nostra vincente deve essere basata sul combattere lo scontro di Barbarie contro Civiltà, di sub-cultura e mentalità arcaiche e mummificate contro etica moderna aperta, raggiunta in secoli di faticosa, spesso dolorosa evoluzione sociale.
Alcuni Lettori hanno criticato le mie note dicendo che <solo il cristianesimo…può efficacemente opporsi all’islam, non già la “decadente” Civiltà “laica” poiché essa, in quanto tale, -sarebbe- necessariamente demotivata e debole>. Quelle sono le osservazioni ottuse di bigotti e “papofili” un po’ petulanti. Ribadisco il mio dissenso. La Civiltà Occidentale moderna presenta ovviamente luci e ombre, necessita di ulteriori evoluzioni e perfezionamenti, tuttavia è complessivamente ancora la migliore (o, se proprio vogliamo auto-limitarci, la “meno-peggiore”) del mondo; di questo primato deve farsi forte, anziché angustiarsi in un grottesco “complesso di colpa / inferiorità” ingiustificato e autolesionistico o rifugiarsi nelle sacrestie.
Se potrà anche essere vero come il raggiungimento del vertice ( ? ) dello sviluppo di una Civiltà implica che molti suoi appartenenti non potranno restare a lungo seduti su tale vetta di profonda saggezza e talvolta altrettanto profonda delusione, (delle quali il relativismo e il buonismo conseguente ne esprimono un aspetto) (il “pensiero debole”) è altrettanto vero come molti appartenenti a tale Civiltà, anche tra i normali cittadini, sono disposti a difenderla strenuamente avvalendosi delle conquiste raggiunte, così difendendo sé stessi e la loro discendenza.
Non debbono esistere da Noi “guerre di religione”. Lo Stato moderno è laico e deve ignorare tutte le religioni (i quali culti, notoriamente, sono consentiti solo nel rispetto dell’Ordinamento giuridico). Ad esse lo Stato è sempre “superiore” quanto ad autorità e potere. L’islam ostile e incompatibile deve essere combattuto senza pietà non in nome di un’altra religione ma in nome e con la forza dei principi di Civiltà di un moderno Stato laico. Le leggi che abbiamo -applicate con rigore- sono sufficienti a fare sì che l’aggressione islamista si riduca a un problema di “sicurezza nazionale” e di “ordine pubblico”, e venga annientata.
Per -momentaneamente- concludere : “I clandestini, i migranti, e compagnia bella, prevalentemente islamici o islamizzati, arrivano da noi per portarci tutti i guai dai quali fuggono.” Ebbene: se vogliono rimanere, dobbiamo esigere da loro il necessario, indispensabile cambiamento di mentalità, abitudini, comportamenti. Esigere da loro il massimo rispetto per noi e per il nostro sistema sociale. L’alternativa possibile e legittima può essere soltanto il respingimento : con le “buone maniere” se possibile, con le “cattive maniere” se necessario. Per coloro che giungono fuggendo siccome davvero disperati, oppressi e spaventati, si tratta per questo generalmente di persone inclini alla sincerità e bisognosi e rispettosi = possiamo accoglierli (beninteso, in numero limitato), ed educarli in base ai nostri principi etici aiutandoli ad integrarsi, facendo opportuna e persistente leva -ed esercitando attento controllo- sulla loro leale disponibilità ad evolversi civilmente. Per coloro che giungono accorrendo siccome invece aggressivi, e animati dallo scellerato, criminale intento di costringerci a regredire e divenire come loro = dobbiamo respingerli giacché ostili ed incompatibili col nostro Ordinamento. Non abbiamo altre opportunità o alternative valide. La nostra Civiltà (non la “religione” che ne fu soltanto una delle forze del passato, e nella quale pochi tra noi oggi sono davvero convinti di “credere” ancora) è un bene prezioso collettivo da difendere. Qualsiasi tentativo di introdurre o imporre la barbarie islamica può e deve essere interdetto con i mezzi ordinari disponibili, esigendo il rispetto della Legge (e non certo con contrapposizioni “religiose”, insisto), prima che le mutevoli realtà demografiche, economiche, socio-politiche, rendano impossibile una soluzione pacifica di legittima difesa. Le religioni, da noi, sono una faccenda individuale. |