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« È L’ULTIMA CHIAMATA ALLE ARMI.LEGGERE il CORANO - SEGUE »

Leggere il Corano

Post n°95 pubblicato il 03 Gennaio 2016 da giancarlo.matta

Ho seguito il consiglio del Dottor Magdi Allam : “Il corano non bisogna bruciarlo, bisogna leggerlo.” Così ho fatto. Dalla lettura di quel testo, che ho confrontato siccome esiste nelle seguenti cinque edizioni:

1 - IL CORANO - Edizione Biblioteca delle Libertà 2015

2 - IL CORANO - Edizione BUR CLASSICI XIV Edizione 2003

3 - IL CORANO - file http://www.sufi.it/Corano/SacroCorano.htm

4 - IL CORANO - file http://bit.ly/1NUhXsg

5 - IL CORANO - file http://www.corano.it/corano.html

agevolmente disponibili nelle librerie, nelle biblioteche pubbliche, e reperibili sulla Rete Informatica, si evidenzia come la deplorevole natura assolutista e compulsiva dell’ islam, contrasti e contraddica parti significative dell'ordinamento costituzionale e giuridico italiano. Tanto emerge dalla lettura del testo coranico il quale -notoriamente- vieta la “ermeneutica” (cioè le interpretazioni) ed esige di essere applicato alla lettera -previa “esegesi” (cioè le spiegazioni)-: a pena di condanna per eresia o apostasia, "Recita dunque ciò che ti è stato rivelato del Libro del tuo Signore. Nessuno può cambiare le Sue parole e non troverai, all'infuori di Lui, alcun rifugio." [Sura 18; Versetto 27] Il corano si applica alla lettera. Sono proibite e punite le sue interpretazioni. In particolare = l’ islam respinge i principi della separazione tra Stato e religione, la democrazia e la sovranità popolare; respinge altresì la equivalenza di ogni e qualsiasi religione e la loro indiscutibile sottomissione e subordinazione alla Autorità dello Stato; esclude l'autodeterminazione personale in ambito religioso, sessuale e familiare; esclude la parità giuridica, nega l'eguaglianza di genere e il diritto fondamentale all'integrità fisica di ogni persona (ammette la schiavitù, ammette le pene corporali crudeli e la tortura, ammette la pena di morte, impone mutilazioni rituali ai minorenni, ...); questa “religione” primitiva evidenzia anche una particolare “simpatia” (o affinità) per l’odio, per la violenza, per le punizioni, le minacce, ( giustificate, anzi motivate dalla sua propria     -inammissibile-     pretesa di supremazia ): atteggiamenti che conseguono alla spiegazione ed applicazione della sua perversa dottrina. Se ne conclude -salvo prova contraria- che in Italia, secondo il vigente Ordinamento Giuridico, l’ islam (vero) non ha diritto ad essere praticato e manifestato pubblicamente, neppure soltanto come insegnamento o apologia, implicando ciò il commettere una serie di reati. La “religione” islamica è attualmente l'unica -nel mondo- a generare pubblici problemi di questa gravità e vastità. Eccovi pertanto, o pazienti e bene intenzionati Lettori, una sorta di molto sintetico “florilegio” del dettato coranico che ho composto, come già indicato in epigrafe, utilizzando un elaboratore di testi. Nell’intento di esporne le fondamentali incompatibilità con la nostra Civiltà. Salvo errori. Un dettaglio solo apparentemente secondario : la parola “libertà”, non sono riuscito a trovarla nelle cinque edizioni del corano che ho letto. E per -provvisoriamente- concludere, una osservazione di merito sempre basata sul rispetto della regola coranica di esegesi letterale: nonostante il granitico monoteismo islamico, nel corano si ammette pacificamente la esistenza di più dei ( quale oscena contraddizione! ): Sura 23;14 e Sura 37;125 = dove Allah è semplicemente definito “il migliore dei creatori”. Traduzione identica in tutte e cinque le versioni del corano che ho compulsato. Secondo il corano esistono più dei. Non si sfugge. Quando l’ho fatto rilevare a due musulmani, quelli sono rimasti muti. Peggio per loro… . Un’arma efficace per interdire la islamizzazione e fare crollare la mole islamica, è la analisi critica del suo “testo sacro”. Come già avvenne per altri di essi, la critica razionale è molto potente: un vero e proprio martello demolitore, un “trita-pietre” micidiale alla cui azione implacabile non c’è primitivo “libro sacro” che regga. [SEGUE]

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