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Post n°54 pubblicato il 17 Giugno 2010 da SCRITTORI_PER_CASO

L’appuntamento dall’odontotecnico era per le ore 15,00 e Massimo, single di 35 anni, era già in attesa nella saletta dello studio. Si aprì la porta e comparve una giovane donna, bionda ed avvenente. Fu grande la meraviglia. Impossibile per Massimo profferire parole durante la seduta. Nel mentre il medico dentista si affacciò dalla porta e disse:“Elisa devo correre subito a casa, ho un piccolo problema con mio figlio. Beata te che a 30 anni sei ancora single!” Parole magiche per le orecchie di Massimo che si organizzò mentalmente. Terminata la visita, rimase in attesa di fronte al portone, e quando la giovane donna uscì la seguì fino in farmacia, senza farsi notare. Ella pagò, ma dalla borsetta cadde la sua carta di identità senza che la stessa se ne accorgesse. Massimo la raccolse furtivamente e …lesse i dati della donna. Il suo stupore fu grande quando vide che la ragazza
aveva lo stesso cognome della sua ex moglie. Fece giusto in tempo ad alzare lo
sguardo dal documento che vide la ragazza scomparire all’interno di un autobus.
Non poté che pensare a quella che era stata la donna della sua vita. L’aveva
conosciuta dieci anni fa, si erano incontrati in un pub ma l‘amore non era
sbocciato subito. All’epoca lei era innamorata di un ragazzo che la faceva
soffrire e che la tradiva continuamente. Lui era un libertino incallito, capace
di frequentare dieci donne contemporaneamente, ma di non tenere a nessuna delle dieci. Il caso volle che si incontrassero nuovamente a casa di amici comuni.
Lei era accompagnata dal fedifrago; lui accompagnava una delle sue donne del
momento. Al pensiero di quella sera gli scappò un sorriso. Di certo quella fu
la prima volta che vide la sua ex moglie arrabbiata. Quella sera il fedifrago
stava mentendo nuovamente alla ex moglie di Massimo su quanto aveva fatto la
sera prima. Lei aveva le lacrime agli occhi e Massimo arrivò proprio nel
momento in cui la donna si precipitava fuori della porta di casa forse in cerca
di un taxi. Lui rimase stupito che il di lei accompagnatore non facesse nemmeno
finta di seguirla. Massimo non perse tempo, lasciò la sua donna e si diresse a
gran passi verso la strada. Elena, questo il suo nome, era in preda al panico
più totale. Attraversò la strada, incurante delle macchine che sfrecciavano
suonando e facendo gesti che sarebbe opportuno non ripetere. Ad un tratto si
fermò una macchina vicino al marciapiede dove la donna transitava in tutta
fretta, ne discesero quattro ragazzi con facce non proprio benevole. Lei sembrò
non rendersene conto. Massimo non perse tempo, corse a più non posso e, sapendo di non fare in tempo ad evitare qualcosa di sgradevole, urlò a squarciagola: “Annaaaa, aspettamiiiii!!!!”. Tutti si girarono a guardarlo. I ragazzi,
dapprima baldanzosi, rimasero di sasso, intuendo che in realtà la donna non era
poi tanto sola. Elena si fermò, si girò di scatto, capì cosa stava succedendo e
rimase immobile in balìa degli eventi. I ragazzi si voltarono verso la
macchina, risalirono e sgommarono in cerca di altri grattacapi per la serata. I
due giovani rimasero da soli. Lei aveva i capelli arruffati, il trucco quasi
del tutto sciolto, le gote arrossate, il respiro affannato. Lui era abbastanza
calmo, la guardava divertito, riprendendo fiato a sua volta. Tutto ciò che lei
seppe dire fu: “Veramente io non mi chiamo Anna…” e scoppiarono a ridere di
gusto. Camminarono fino alle due di notte e parlarono di argomenti di vario
genere. In seguito lei confessò che le dolevano le scarpe a forza di
passeggiare, ma anche che la vicinanza di Massimo la fece distrarre e che si
accorse di non aver pensato nemmeno per un momento al suo accompagnatore della festa. Massimo la accompagnò a casa dicendole quasi scusandosi: “Volevo essere sicuro che tu tornassi a casa sana e salva, impudente Anna”. All’epoca Anna-Elena era iscritta alla facoltà di Giurisprudenza e voleva diventare
magistrato. Lui era un neolaureato in Economia e Commercio e aveva da poco
aperto uno studio di consulenza fiscale e del lavoro. Da quella sera Massimo ed
Elena diventarono grandi amici. Ogni scusa era buona per sentirsi e per
vedersi, ma nessuno dei due si decideva a fare il primo passo per creare un
legame amoroso. Massimo si confidava spesso con Elena sulle sue relazioni
sentimentali; la donna, dal canto suo, gli dava consigli che lui accettava di
buon grado. Capitava persino che Massimo uscisse con una donna e chiamasse
Elena più volte, persino davanti alla sua nuova fiamma. All’improvviso Elena
iniziò a notare qualcosa di strano nel comportamento di Massimo. L’uomo si
dimostrava fin troppo premuroso quando lei doveva uscire con qualche
spasimante. Era capace di andare a trovarla la sera stessa in cui lei sarebbe
dovuta uscire con un ragazzo e non dimostrava alcuna intenzione di volersene
andare. A volte, uscendo dal cinema con un ragazzo, Elena trovava la macchina
di Massimo parcheggiata vicino alla loro. Un’altra volta lui le fece recapitare
dei fiori al tavolo in cui era seduta con un nuovo tipo. Lei non sapeva come
interpretare questo modo di fare di Massimo. Un giorno decise di affrontarlo.
Gli avrebbe chiesto di stare al suo posto, non era mica suo fratello! Recatasi
da Massimo, notò che lui la ascoltava apparentemente sbalordito dalle di lei
parole; notò altresì che, da quel giorno in poi, l’uomo evitò di cercarla per
qualche giorno. Elena rimase esterrefatta da tale atteggiamento. A casa Massimo
non c’era mai ed il cellulare era sempre irraggiungibile. La donna si preoccupò
non poco finché una sera andò a casa di Massimo. Bussò più volte, sentì dei
rumori soffocati provenire dall’interno della casa e, finalmente, le venne ad
aprire una giovane donna in abiti succinti che le chiese: “Desidera?”. La
meraviglia di Elena fu tale che, quando vide avvicinarsi alla porta Massimo con
un asciugamano arrotolato intorno all’addome, non ce la fece più e corse via.
Passarono settimane in cui nessuno dei due si fece vivo. Elena si ritrovava
spesso a svegliarsi di cattivo umore, la notte dormiva male e nei suoi sogni c’
era spesso Massimo che sorrideva sardonico o Massimo sotto le lenzuola con una
donna o Massimo che rideva di gusto. Un giorno le arrivò un sms di Massimo con
su scritto: “Ciao Anna, ho avuto molto da fare in questi giorni, ti va di
vederci stasera?”. Elena decise di farlo cuocere nel suo brodo per un’ora
circa, ma, dopo dieci minuti, fu lesta a mandargli un sms che diceva: “Scusa ma
non riconosco il numero, chi sei?”. Massimo non rispose, ma alle 20 in punto di
quella sera l’uomo si presentò a casa di Elena bussando con una certa
insistenza. Elena stava facendo la doccia e maledì quell’impudente che aveva
scelto proprio il momento meno adatto per bussare. Prese l’accappatoio e andò
ad aprire la porta. Rimase allibita…lui! Ma chi si credeva di essere, venire a
casa sua senza alcun preavviso! Gli disse: “Ah, sei tu…”. “Certo, aspettavi
qualcun altro?” e abbassò lo sguardo verso l’accappatoio sorridendo divertito.
“Accomodati” fu tutto quello che uscì dalla bocca ormai asciutta di Elena. “E
così non sapevi di chi fosse il numero dell’sms di stamattina…”. “Beh, sai, ho
cancellato molti numeri da un po’ di tempo a questa parte”. Lui la fissava con
uno sguardo indecifrabile. “Ti preparo un caffè?” gli disse e, senza voltarsi,
si diresse verso la cucina. Lui la seguì di buon grado. “Senti…” dissero quasi
all’unisono. Si guardarono negli occhi. Possibile che Elena non avesse mai
notato che gli occhi di Massimo fossero così azzurri? “Ma cosa vai pensando?”
si accusò tra sé e sé Elena. Si sedettero sulle sedie e sembravano molto presi
dal colore del caffè. “Come trascorri le tue giornate? Accogli sempre vestita
in questo modo i tuoi visitatori?” chiese Massimo. Lei non rispose, ma sembrava
aver messo la testa nel microonde tanto era arrossita. “Arriva al punto,
Massimo” “Passavo di qua e mi sono detto che sarebbe stato bello rivedere una
cara amica” “L’ultima volta che ti ho visto, eri molto impegnato ed ho pensato
che sarebbe stato meglio se io…” “Sei diventata gelosa, vero Elena?” “Ti odio,
Massimo” “E’ già qualcosa” “Come osi venire a casa mia dopo quello che hai…” e
nel dire questo le si aprì l’accappatoio. Sperò che a Massimo fosse sfuggito
quel gesto, e, alzando lo sguardo, le sembrò di vedere una lieve contrazione
del suo viso. “Elena, non provocarmi…” “Ma cosa…” e d’un tratto le fu vicino,
in piedi di fronte a lei. “Meglio che vada o potrei non rispondere più delle
mie azioni e ce ne potremmo pentire” “Massimo, aspetta…”. Come si sentiva
piccola e indifesa di fronte a quell’uomo che, ora l’aveva capito, era più
importante di quanto non avesse pensato! Elena spostò un ricciolo dei suoi
capelli arricciati dalla doccia e non capì quanto quel gesto la rendesse
vulnerabile. “Vieni qui, Elena…” disse Massimo e aprì le braccia. Lei era
indecisa tra la voglia di stringerlo forte ed il bisogno di ferirlo per ciò che
aveva patito per settimane a causa sua. Alla fine restò immobile, Massimo
sembrò capire e si avviò verso la porta. Ma all’improvviso l’uomo si girò e si
ritrovò faccia a faccia con la donna, che chiuse gli occhi in attesa degli
eventi. L’uomo avvicinò le sue labbra a quelle della donna e le diede un bacio
a fior di labbra. Quella sera si dimostrarono reciprocamente il loro amore.
Divennero nuovamente inseparabili, ma, da allora in poi, con una complicità del
tutto nuova. Massimo tornò al presente. Ricordare una parte della sua vita lo
aveva reso malinconico. Non si era reso conto di quanto tempo fosse passato.
Riprese in mano la carta d’identità di Elisa e lesse il nome della via. A quest’
ora la donna sarebbe dovuta già essere a casa, quindi si diresse verso l’
abitazione sconosciuta. Fu semplice trovare la casa. Bussò alla porta e gli
aprì una bambina che doveva avere sui sei anni. “Chi sei?” fu la pronta domanda
della piccola. Nel frattempo arrivò Elisa, più bella che mai, con i capelli
raccolti e una montagna di panni in mano. Non lo riconobbe e lo guardò
incuriosita. “Ciao Elisa, non ci conosciamo direttamente, ho trovato questo
documento dall’odontotecnico e, leggendo la via ed il civico, ho ritenuto
opportuno non coinvolgere la polizia, ma venire di persona a rendertelo”. La
donna prese la carta d’identità tra le mani e verificò che quel pezzo di carta
fosse davvero il suo. “Ti ringrazio, non mi ero resa conto di averla smarrita”
“E’ tua questa bambina?” chiese incuriosito Massimo. “No, è mia nipote, una
piccola peste!” disse la donna accarezzando dolcemente la testa della bambina.
“Allora io vado” disse l’uomo e se ne andò. Massimo si ritrovò a pensare spesso
ad Elisa nei giorni che seguirono. Si chiedeva se la donna fosse a casa, se
lavorasse, se fosse rimasta colpita da lui come lui lo era stato da lei. Ma
poi, notando che la donna non lo aveva nemmeno riconosciuto, capì che
evidentemente si sbagliava. Il caso volle che i due si incontrassero nuovamente
dall’odontotecnico. Massimo la salutò cortesemente e lei sembrò felice di
rivederlo. Stavolta l’uomo si fece audace e, con nonchalance, le chiese: “Ti
piacerebbe andare a prendere qualcosa al bar uno di questi giorni?”. La donna
lo guardò attentamente, incerta se fidarsi o meno di quello sconosciuto, ma poi
acconsentì di buon grado per il giorno dopo. Il giorno seguente Elisa si vestì
con molta cura, lavò i capelli e si truccò con particolare attenzione. Massimo
arrivò puntuale a casa sua. La mattinata aveva richiesto non poco tempo per i
preparativi della donna. Ci teneva davvero tanto a fargli una buona
impressione. Arrivarono al bar a piedi perché Massimo non voleva sembrare
impudente nel portarla in macchina e soprattutto non era certo che lei avrebbe
accettato. Trascorsero un’oretta a raccontarsi, a conoscersi e sembrò troppo
presto per entrambi, quando arrivò il momento di separarsi. Mentre i due
uscivano dal bar una donna salutò Massimo con voce carezzevole. “Tesoro, che ci
fai qui?”. Massimo sembrava infastidito, non avrebbe mai pensato che Elena si
sarebbe divertita a metterlo in imbarazzo in questo modo. Elisa non sapeva cosa
pensare e rimase allibita. Ripensò agli uomini e, di certo, non furono pensieri
molto carini quelli che le passarono per la testa. Massimo rispose ad Elena con
malcelato disdegno. Ma cosa pensava di fare Elena comportandosi in quel modo?
Massimo ed Elisa uscirono dal bar in silenzio, ormai l’uscita era rovinata per
entrambi. Lui tenne a precisarle che si trattava della sua ex moglie e lei
sembrò credergli. L'uomo le chiese di rivederla, ma notò che qualcosa in lei
era cambiato, così non insistette. “Avrà pensato che io abbia ancora legami con
la mia ex moglie” si disse Massimo. Passarono settimane e Massimo si ritrovò a
pensare spesso ad Elisa. Le mandò anche dei fiori a casa con un simpatico
biglietto. Una sera decise di andarla a trovare. Bussò alla porta e lei venne
ad aprirgli quasi subito. “Ciao, come stai?” “Bene, accomodati”. Massimo non si
aspettava questo invito, ma non poteva certo immaginare che, nel frattempo, la
donna avesse preso informazioni su di lui tramite amici comuni. Parlarono di
molte cose, lei lo invitò a cena e lui si sentì da subito a proprio agio. Dopo
cena si sedettero sul divano. Le loro gambe si sfioravano quasi. Stettero in
silenzio per vari minuti. Massimo sapeva cosa ci si aspettava da lui. Passò un
braccio intorno alle spalle della donna, che lo lasciò fare. Le spostò qualche
ciocca di capelli dal volto e la costrinse a girarsi verso di lui. Il bacio fu
inevitabile, pieno di tenerezza e passione. La serata si concluse nel migliore
dei modi e Massimo ringraziò in cuor suo l’odontotecnico. Qualche settimana
dopo l'uomo venne invitato a pranzo dai genitori di Elisa e lì conobbe i
fratelli della donna che trovò subito simpatici. Il legame tra Massimo ed Elisa
si rafforzava di giorno in giorno e l'uomo non avrebbe potuto desiderare ninete
di meglio. Pensò che era proprio vero, c'era sempre una seconda volta per
amare. Ripensò al suo passato, a quando non sapeva cosa avrebbe fatto nella
vita, ai momenti di felicità, a quelli di tristezza. Ripensò ad Elena e gli
scappò un sorriso. Ora nella sua vita c'era Elisa e non l'avrebbe fatta uscire
tanto facilmente.


presadate14

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Commenti al Post:
presadate14
presadate14 il 18/06/10 alle 19:02 via WEB
grazie mille per aver pubblicato il mio racconto lo dedico a mia sorella che questo pomeriggio si é sposata un saluto a tutti voi chatter
 
presadate14
presadate14 il 06/12/10 alle 19:35 via WEB
auguri posticipati sceriffa e b.natale a tutti voi di quelli della terza età
 
mariamingione
mariamingione il 22/02/11 alle 21:18 via WEB
ho letto il tuo racconto è ok
 
presadate14
presadate14 il 23/02/11 alle 10:38 via WEB
^__^ che dolce cucciola
 
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