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« Le cose che ho imparato ...Ed è subito sera. »

Lamento del Sud

Post n°143 pubblicato il 21 Aprile 2011 da emancampo
 

 

Lamento per il Sud

di Salvatore Quasimodo

La luna rossa, il vento, 
il tuo colore di donna del Nord, 
la distesa di neve ...
Il mio cuore è ormai su queste praterie,
in queste acque annuvolate tra le nebbie.

Ho dimenticato il mare, 
la grave conchiglia 
soffiata dai pastori siciliani
le cantilene dei carri lungo le strade
dove il carrubo trema 
nel fumo delle stoppie,
ho dimenticato il passo 
degli aironi e delle gru
nell'aria dei verdi altipiani
per le terre e i fiumi della Lombardia.
Ma l'uomo grida dovunque 
la sorte d'una patria.
Più nessuno mi porterà nel Sud.

Oh, il Sud è stanco di trascinare morti
in riva alle paludi di malaria,
è stanco di solitudine, 
stanco di catene,
è stanco nella sua bocca
delle bestemmie di tutte le razze
che hanno urlato morte 
con l'eco dei suoi pozzi, 
che hanno bevuto 
il sangue del suo cuore.
Per questo i suoi fanciulli 
tornano sui monti,
costringono i cavalli 
sotto coltri di stelle,
mangiano fiori d'acacia 
lungo le piste nuovamente rosse, 
ancora rosse, ancora rosse.
Più nessuno mi porterà nel Sud.

E questa sera carica d'inverno
è ancora nostra, e qui ripeto a te
Il mio assurdo contrappunto
di dolcezze e di furori,
un lamento d'amore senza amore.

 

 

 

 
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