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« Le mie ragioni per appro...La società dei FAMILISTI... »

Il FAMILISMO AMORALE applicato ai controllori e controllati.

Post n°280 pubblicato il 22 Settembre 2014 da leo.fortuna
 

Esaminiamo di seguito il terzo aspetto che condiziona la società di <familisti amorali>, riferendoci ovviamente alla classificazione data da Edward C. Banfield.
3. I pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo, è affare di altri pubblici ufficiali soltanto.
In una società di familisti amorali mancherà qualsiasi forma di controllo sull'attività dei pubblici ufficiali, poiché questo compito spetta solo ai superiori gerarchici dei funzionari in questione.
Quando chiedemmo a Farmuso, il direttore didattico, cosa avrebbe fatto se avesse saputo di un caso di corruzione di un funzionario, egli rispose che, qualora il fatto fosse avvenuto nella zona di sua competenza, lo avrebbe immediatamente denunciato. Se il fatto si fosse verificato altrove, non avrebbe detto niente, perché non si trattava di cosa di sua competenza.
La medesima domanda fu posta anche a un giovane maestro, il quale affermò che anche se avesse avuto le prove del fatto, non avrebbe fatto niente:
«Bisogna avere la vocazione del martire, e per questo ci vuole coraggio. C'è tanta più gente disonesta che onesta, e va a finire che si mettono insieme contro di te, e deformano i fatti fino a fare apparire che il colpevole sei tu. Come Cristo e i farisei».
Così un grosso commerciante non denuncerebbe il fatto, poiché, come disse: «prima o poi riceverei la visita di qualcuno che mi avvertirebbe che sarebbe meglio non farlo».
Asserzioni del genere, oggi, non si partecipano in modo <diretto> come allora ma per <metafora>, eludendo il vero problema o sottintendendolo nella speranza che qualche <coraggioso> si esponga.
Quando avrò finito l’intero excursus dei punti classificati dall’autore della teoria sul familismo amorale, porterò a conoscenza molti esempi di <letteratura> moderna sull’argomento, dove nessuno avrà fatto esplicito riferimento al <male oscuro> che tuttora <limita> la libertà nella dignità.

(continua)

 
 
 
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