Nell'imminenza della riapertura dell'attività parlamentare, riparte in modo ancora turbolente lo scontro sulle riforme in casa PD.
La minoranza rivendica l'accoglimento delle sue proposte di modifica per la riforma del Senato nel segno del "pluralismo interno da considerare una ricchezza comune perché tra gli aspetti fondativi del Pd", pena una inevitabile scissione.
Insomma ai "dissociati" non va di rimanere inascoltati perché rischierebbero di apparire "soldatini" obbedienti al governo Renzi.
Minacciando la scissione, ai "dissidenti" non viene minimamente in mente che lo stare insieme "vincola" anche al rispetto del principio di maggioranza: regola ben chiara e gradita alla stragrande maggioranza degli iscritti e degli elettori del partito democratico?
Insomma la "vecchia guardia" che nessuno vuole più vedere, continua nell'ultra conservazione della sinistra estrema, decisa a non voler cambiare nulla.
A riguardo altra ciliegina sulla torta l'ha appena messa Romano Prodi asserendo che il Pd "si appresta a mettere mano in modo sguaiato e scoordinato" alla Costituzione.
Alla sua preoccupante demenza senile, molto bene ha fatto il presidente del Pd Orfini a ricordargli che: "Non cerchiamo di portare a casa una riforma sguaiata, ma che ricalca il superamento del bicameralismo voluto proprio dal governo Prodi nel '96".
È davvero difficile vivere in modo associato in un partito del genere. Io che lo faccio per sostenere i tanti sforzi di un giovane quarantenne, di enormi doti di responsabilità e competenze, alla ricerca di un futuro migliore per la sua e successive generazioni, mi obbligo a "resistere" il più possibile auspicando finanche la minacciata "scissione". Ma vadano al diavolo: fanno politica da quando portavano i pantaloni corti e non hanno ancora capito che devono al più presto andare in pensione per non provocare altri danni.
A riguardo ho fatto "mie" le fortissime e motivate critiche alla minoranza del partito democratico, fatte da uomini di sicura appartenenza ed in possesso di una onestà intellettuale al disopra di ogni sospetto: Sergio Staino e Massimo Cacciari.
Di questo, però, vorrò parlarvene in seguito.
Nel prossimo post, invece, scriverò di una squallida vicenda proposta da un altro "scienziato della politica" che in un consueto scenario di "ricatto della politica" avanza una proposta per favorire un andamento più rapido nell'approvazione della riforma del Senato.
A presto.
Inviato da: andrea
il 12/07/2020 alle 15:14
Inviato da: Mr.Loto
il 11/05/2020 alle 18:23
Inviato da: cassetta2
il 31/03/2020 alle 16:41
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2020 alle 18:22
Inviato da: Mr.Loto
il 08/03/2020 alle 10:35