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Omicidio di Melania Rea, i giudici: “Salvatore Parolisi ha mentito”

Post n°272 pubblicato il 29 Luglio 2014 da perla03_nera

Omicidio di Melania Rea, i giudici: “Salvatore Parolisi ha mentito”

 

Omicidio di Melania Rea, i giudici: “Salvatore Parolisi ha mentito”
http://cronaca.nanopress.it/articolo/omicidio-di-melania-rea-i-giudici-salvatore-parolisi-ha-mentito/11087/

Nell’ambito dell’omicidio di Melania Rea, sono state rese note le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna di Salvatore Parolisi. La Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha affermato che il caporalmaggiore avrebbe mentito: non si trovava, almeno fino alle 15:26, nella zona delle altalene a Colle San Marco, come, invece, Parolisi ha sempre dichiarato. In base alla sentenza nessuno avrebbe visto Parolisi e nemmeno la figlia vicino alle altalene. Secondo i giudici, la logica conclusione di tutto ciò è che non ci siano stati. Secondo la Corte, Melania Rea non può essere scomparsa nel luogo e nell’ora indicati da Parolisi. Per i giudici della Corte d’Appello non si tratta soltanto di congetture, ma di ragioni che sono fondate su evidenze oggettive e che possono anche essere documentate.

 

 

Per l’omicidio di Melania Rea è stato condannato in appello il marito Salvatore Parolisi a 30 anni. L’avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, si è concentrato su alcune prove, per riuscire a dimostrare la colpevolezza di Parolisi. In modo particolare è stato mostrato in aula il video di una chat, in cui il marito di Melania Rea e l’amante Ludovica Perrone mostravano le parti intime. Il filmato sarebbe stato girato pochi giorni prima della scrittura della lettera rivolta a Melania, nella quale Parolisi diceva di volerle bene. Proprio questa lettera è stata usata dalla difesa, per provare i sentimenti del marito nei confronti della donna uccisa.

 

 

Durante l’udienza in appello, Salvatore Parolisi è stato presente in aula, mentre all’esterno del tribunale sono state dispiegate le forze dell’ordine, per evitare eventuali problemi di ordine pubblico. Insieme a Parolisi c’erano gli avvocati che l’hanno seguito in tutto l’iter giudiziario. Si tratta di Walter Biscotti e Nicodemo Genti

Parolisi era già stato condannato in primo grado all’ergastolo e, sul suo coinvolgimento nell’omicidio, è intervenuto il fratello di Melania Rea, Michele, il quale ha dichiarato che tutto porta a lui e che quindi Parolisi dovrebbe essere assicurato alla giustizia, perché la famiglia di Melania è convinta della sua colpevolezza.

La difesa di Parolisi si è detta molto scossa dalle motivazioni della sentenza con la quale il marito di Melania Rea è stato condannato all’ergastolo. Gli avvocati difensori hanno dichiarato che il tutto si è basato su un’interpretazione fantasiosa, visto che nel processo di primo grado molte delle azioni chiamate in causa non sono affatto emerse. Lo stesso Salvatore Parolisi si è detto molto preoccupato, perché ha avvertito la sensazione di non potersi difendere. Secondo la difesa è come se Parolisi fosse stato giudicato da uno psicologo invece che da un giudice.

Secondo la difesa di Parolisi mancherebbe ogni riscontro reale. In particolare il difensore Nicodemo Gentile ha fatto presente: “Una giustizia così mi fa paura e capisco come Salvatore sia sconcertato“. Inoltre ha specificato: “Il giudice ha compiuto un teorema privato, siamo all’interpretazione di atti di fantasia“.

Uccisa per un rapporto negato?

Melania Rea sarebbe stata uccisa per un rapporto sessuale negato al marito, Salvatore Parolisi. E’ questa la motivazione del Gup, con la quale Parolisi viene condannato. Dal documento messo a punto dal giudice emerge un nuovo profilo di Melania, che sarebbe stata una figura dominante nell’ambito della coppia.

Proprio la negazione di un rapporto accompagnata da parole umilianti avrebbe scatenato la reazione di Parolisi. A questo punto viene rivista anche la figura stessa del marito assassino, visto che vengono cambiate le dinamiche che sono state messe in atto nel delitto.

Non sarebbe un omicidio avvenuto per i tradimenti di Salvatore e anche la relazione con la soldatessa Ludovica sarebbe da escludere.

A quanto pare è stata Melania a chiedere al marito di andare presso la pineta. Qui si è messa dietro al chiosco per fare pipì. Il marito, eccitato, le avrebbe chiesto un rapporto, ma lei avrebbe rifiutato e Parolisi l’ha colpita.le. La famiglia Rea ha fatto invece affidamento sull’avvocato Mauro Gionni.

 

 

Parolisi era già stato condannato in primo grado all’ergastolo e, sul suo coinvolgimento nell’omicidio, è intervenuto il fratello di Melania Rea, Michele, il quale ha dichiarato che tutto porta a lui e che quindi Parolisi dovrebbe essere assicurato alla giustizia, perché la famiglia di Melania è convinta della sua colpevolezza.

 

La difesa di Parolisi si è detta molto scossa dalle motivazioni della sentenza con la quale il marito di Melania Rea è stato condannato all’ergastolo. Gli avvocati difensori hanno dichiarato che il tutto si è basato su un’interpretazione fantasiosa, visto che nel processo di primo grado molte delle azioni chiamate in causa non sono affatto emerse. Lo stesso Salvatore Parolisi si è detto molto preoccupato, perché ha avvertito la sensazione di non potersi difendere. Secondo la difesa è come se Parolisi fosse stato giudicato da uno psicologo invece che da un giudice.

 

Secondo la difesa di Parolisi mancherebbe ogni riscontro reale. In particolare il difensore Nicodemo Gentile ha fatto presente: “Una giustizia così mi fa paura e capisco come Salvatore sia sconcertato“. Inoltre ha specificato: “Il giudice ha compiuto un teorema privato, siamo all’interpretazione di atti di fantasia“.

 

Uccisa per un rapporto negato?

 

Melania Rea sarebbe stata uccisa per un rapporto sessuale negato al marito, Salvatore Parolisi. E’ questa la motivazione del Gup, con la quale Parolisi viene condannato. Dal documento messo a punto dal giudice emerge un nuovo profilo di Melania, che sarebbe stata una figura dominante nell’ambito della coppia.

 

Proprio la negazione di un rapporto accompagnata da parole umilianti avrebbe scatenato la reazione di Parolisi. A questo punto viene rivista anche la figura stessa del marito assassino, visto che vengono cambiate le dinamiche che sono state messe in atto nel delitto.

 

Non sarebbe un omicidio avvenuto per i tradimenti di Salvatore e anche la relazione con la soldatessa Ludovica sarebbe da escludere.

 

A quanto pare è stata Melania a chiedere al marito di andare presso la pineta. Qui si è messa dietro al chiosco per fare pipì. Il marito, eccitato, le avrebbe chiesto un rapporto, ma lei avrebbe rifiutato e Parolisi l’ha colpita.

Omicidio Melania Rea: Parolisi dal carcere respinge l'accusa di vilipendio .

"L'accusa di vilipendio sul corpo di Melania Rea e' un altro buco nero di questo processo giudiziario". Lo sostiene l'avvocato Nicodemo Gentile che insieme al collega Valter Biscotti difende Salvatore Parolisi.

 

"Primo grado ed appello non fissano con esattezza il giorno in cui cio' sarebbe avvenuto. E' un processo senza prova". In uno stralcio della lettera scritta dal carcere di Castrogno a Teramo dove e' detenuto, Parolisi respinge anche l'accusa di vilipendio oltre al delitto.

 

"Mi accusano di tutto, anche di essere tornato a Ripe sul posto dove e' stata ritrovata mia moglie, pero' non dicono ne' quando ne' come e sono certo mai potranno farlo perche' in quel posto io non ci sono mai stato, come possono testimoniare tutti gli amici, i parenti, i familiari e inquirenti".

 

 

Cronaca italiana

 

Melania Rea ultime notizie: arrestato Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie

Scritto da: Arianna Ascione - martedì 19 luglio 2011

 

E' stato arrestato Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea.

Salvatore Parolisi è stato arrestato per l’omicidio della moglie Melania Rea, trovata morta il 20 aprile a Ripe di Civitella. La 29enne di Somma Vesuviana è stata assassinata lo scorso 18 aprile con 33 coltellate.

Come leggiamo sul Corriere a Parolisi è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare e il caporalmaggiore è stato prelevato dalla caserma Clementi di Ascoli.

Le accuse per lui sono gravissime:

omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà e vilipendio di cadavere in eventuale concorso con altri

Gli inquirenti ritengono poco verosimile che le ferite post mortem sul cadavere di Melania siano state inferte da persona diversa rispetto al marito. I legali dell’uomo, che si trova nella caserma dei carabinieri, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.

Spiega il quotidiano:

“Per i magistrati ascolani un ruolo importante nell’omicidio di Melania Rea l’ha avuto la relazione fra Salvatore Parolisi e Ludovica, la soldatessa conosciuta nel 235 Rav Piceno durante un corso di addestramento e della quale il caporalmaggiore era diventato amante. Molto importanti i messaggi scambiati su Facebook da Salvatore con l’avatar ‘Vecio alpino’, precipitosamente cancellato il 19 aprile, all’indomani della ’scomparsa’ della moglie”

I messaggi sono stati recuperati grazie ad una rogatoria internazionale. Da essi si percepirebbe la pressione che Ludovica faceva su Salvatore affinchè lasciasse sua moglie per dedicarsi esclusivamente a lei:

“A Pasqua Parolisi doveva recarsi a Roma per conoscere i genitori di Ludovica. Quel giorno Parolisi si sarebbe dovuto presentare dall’amante già con la notizia che aveva lasciato la moglie”

Nell’ordinanza del gip sono stati evidenziati anche i comportamenti tenuti da Parolisi dopo aver denunciato la scomparsa della moglie. Il caporalmaggiore infatti non ha partecipato alle ricerche, ma si è preoccupato di cancellare il profilo su Facebook.

Ad inchiodare l’uomo sono stati i risultati dell’autopsia, che hanno stabilito che

“Melania è stata uccisa proprio nel lasso di tempo in cui il marito dice che si trovava con Melania e la figlioletta a colle San Marco (Ascoli Piceno)”

Michele Rea, fratello di Melania, ha commentato tramite il legale della famiglia la notizia:

“E adesso come facciamo con la bambina? Speriamo che possa essere la fine di un incubo. Ci auguriamo che si possa arrivare a chiudere questo cerchio. È una notizia che mi fa stare male, anzi malissimo”

 






       

           
   
       







 

 

 

 

 

 






 

 

 





 

 

 


 

 

 

 

 




 



 

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