Creato da perla03_nera il 06/04/2014 |
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PENSIERO SU MADRE TERESA DI CALCUTTA
Non dobbiamo giudicare o pronunciare parole che feriscano la gente.
Forse è una persona che non ha mai sentito parlare di cristianesimo.
Ma non sappiamo per quali vie Dio stia portando quell’anima,
e con quali mezzi la stia traendo a sé.
E allora, chi siamo noi per condannare qualcuno?.
Madre Teresa di Calcutta
GIUSEPPE POVIA - IL BAMBINI FANNO OOH!
NO ALLA PEDOFELIA I BAMBINI NON SI TOCCONO MAI..
PROTEGGERE I BAMBINI DAI PREDATORI SESSUALI ONLI
Proteggere i bambini dai predatori sessuali online, la sfida che mette in... - on the frontline
http://it.euronews.com/2013/06/12/pro...
Adescare bambini su Internet a fini sessuali. La domanda di materiale inerente ad abusi sessuali su minori è più alta che mai. Secondo gli inquirenti, questi contenuti stanno diventando più estremi e l'età delle vittime si è abbassata, fino a coinvolgere bambini molto piccoli o addirittura neonati.
QUESTO VIDEO VUOLE SENSIBILIZZARE RAGAZZE ....
Questo video vuole sensibilizzare ragazze e ragazzi a fare molta attenzione a condividere,
Caricato il 22/feb/2011
Questo video vuole sensibilizzare ragazze e ragazzi a fare molta attenzione a condividere, con persone conosciute su internet tramite blog o chat, informazioni personali estremamente pericolose per la propria privacy e vita sociale. SO CHE E DIFFICILE FARLO CAPIRE AGLI ADOLESCENTI MA UNA PERSONA INTELIGENTE O ANCHE MENO PUO' CAPIRE DA SE COSA PUO' SUCCEDERE.
Pubblicato il 27/mar/2013
Spot contro la violenza sulle donne, girato e montato dal Centro Interculturale Mondinsieme, con l'interpretazione dei ragazzi dell'Istituto Filippo Re di Reggio Emilia
STOP AL CYBERBULLISMO: STALKING:
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NO ALLA PEDOFELIA I BAMBINI NON SI TOCCONO
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Post n°273 pubblicato il 30 Luglio 2014 da perla03_nera
Bimbo ucciso, il racconto della madre Patrizia: "L'ho abbracciato e l'ho sentito freddo"Probabili avvisaglie sin dal giorno prima
Il piccolo Maxim
Uno choc dal quale non sarà facile riprendersi, quello che si è trovata suo malgrado costretta a sopportare Patrizia Silvestri, madre adottiva del piccolo Maxim, ucciso nel sonno dal padre nella notte tra giovedì e venerdì scorso.
Un omicidio conseguenza di un raptus di follia del padre reo confesso, Massimo Maravalle, da tempo in cura psichiatrica, una tragedia che la donna, 47enne di professione avvocato, non potrà mai dimenticare, ed anzi con ogni probabilità porterà purtroppo sempre nella propria mente.
"Nella notte tra il 16 ed il 17 luglio, mio marito aveva acconsentito che Maxim dormisse insieme a noi" - ha iniziato il proprio racconto Patrizia, mentre il marito aveva già confessato - "e poiché il bambino quando dorme nel nostro letto non riposa bene, ho cercato di avvicinarlo dal mio lato, anche perché nei giorni precedenti avevo notato comportamenti inusuali in mio marito".
"Sono rimasta in dormiveglia sin quando, in piena notte, Massimo ha preso il bambino e lo ha scosso per accertarsi che stesse bene" - ha proseguito il racconto la donna - "e nonostante dormisse ormai tranquillo, egli insisteva in maniera immotivata che non stesse bene".
Il racconto è poi andato avanti illustrando l'ultimo giorno della famiglia al completo: "Mio marito a pranzo non si sentiva bene, dicendo che avrebbe voluto riposare anziché tornare al lavoro, anche se poi si è regolarmente recato in ufficio. La sera, al mio ritorno dal lavoro, Massimo era in camera a riposare, assicurando di stare meglio. Poi, verso le 21:30, io e Maxim abbiamo riaccompagnato mia cognata per un tratto, e di seguito ci siamo fermati nel cortile di una vicina, la cui nipote festeggiava il compleanno".
Di lì a poco, il rientro a casa e l'inizio della tragedia: "Prima di andare a dormire, ho chiesto a Massimo se avesse preso la medicina che lo psichiatra gli aveva prescritto, e lui mi disse di averla presa a pranzo, al che gli ho consigliato di riprenderla. Mi sono addormentata verso le 23, ma verso l'una mi sono svegliata di soprassalto, avvertendo la presenza di una persona che camminava in camera, ed ho visto Massimo con in mano una busta, dicendomi di infilarci dentro la testa. Ho reagito di soprassalto, strappandogli di mano la busta e rimettendola sotto il lavello della cucina, non riuscendo a capire il perché di quel gesto".
La terribile scoperta dell'accaduto: "Dopodiché credo che Massimo abbia preso un cuscino dal nostro letto e lo abbia rivolto verso di me, che ero comunque ad una certa distanza. Tuttavia, allarmata dai comportamenti irrazionali di mio marito, mi sono precipitata nella stanza di Maxim: l'ho visto supino nel letto, l'ho abbracciato e l'ho sentito freddo. Ho provato poi a svegliarlo e, non vedendo reazioni, ho chiamato il 118".
"Alla mia richiesta di spiegazioni sull'accaduto, mio marito rispose dicendo frasi del tipo ' non ho fatto nulla, è molto malato', non ricordo altre frasi particolari" - ha terminato il racconto Patrizia - "poi sono scesa al piano di sotto per chiedere aiuto ad una vicina e, insieme a Massimo, abbiamo aspettato l'arrivo del 118". Bimbo ucciso, padre biologico rinunciò a patria potestàPer adozione russa, nessun diniego dei parenti: Maxim
Il padre biologico di Maxim rinunciò alla patria potestà. Questo emergerebbe dalla sentenza di adozione del Tribunale russo la cui traduzione è allegata al fascicolo del bimbo di 5 anni soffocato nel sonno dal padre adottivo la notte del 18 luglio scorso a Pescara.
A una prima lettura del dispositivo emergerebbe anche che non risponderebbe al vero il fatto che, come circolato in questi giorni, l' adozione sia stata negata a parenti del piccolo. La sentenza non è però rilevante ai fini dell'inchiesta pescarese.
E se il padre ha rinunciato alla potestà, alla madre di Maxim era stata tolta, sempre secondo quanto emergerebbe dal dispositivo della sentenza del Tribunale russo oggi in mano agli inquirenti italiani. Bimbo ucciso, affidato incarico perizia allo psichiatrica Ariatti:Maxim
Ariatti si e' preso 90 giorni di tempo e le operazioni peritali prenderanno il via il primo agosto prossimo, ma "in maniera puramente formale con gli esami degli atti perche' - ha spiegato lo psichiatra - non ci sono ancora le parti presenti con dei loro consulenti.
Tutte le parti devono poter interloquire, si lavora tutti insieme, e finche' non ci sono i consulenti di parte non possiamo fare niente".
Alla domanda dei cronisti su come inquadrare il caso, ha detto: "non si inquadra niente perche' dobbiamo ancora cominciare. In questa fase non si dice nulla".
Uno dei legali di Maravalle, l'avvocato Alfredo Forcillo, ha detto che sicuramente nomineranno il perito di parte. Alla domanda se chiederanno la scarcerazione del tecnico informatico, ha ribadito "no".
Questa valutazione sulla opportunita' di misure diverse l'abbiamo rimessa gia' alla magistratura, di cui abbiamo la massima fiducia. Se si manifesteranno esigenze di tutela della salute particolari si provvedera' in questo senso, altrimenti attenderemo tranquillamente".
La prossima udienza si terra' il 25 novembre prossimo, alle 15.
Bimbo ucciso, Tribunale minori non conosceva disturbi di Maravalle
Dal fascicolo del Tribunale dei minori dell'Aquila sull'adozione del piccolo Maxim, il bimbo di 5 anni ucciso nei giorni scorsi a Pescara dal papa' adottivo, Massimo Maravalle, di 47 anni, non emergerebbe nulla circa il disturbo psichiatrico di cui era affetto l'uomo da anni e per il quale era in cura.
Il fascicolo che riguarda l'adozione del piccolo e' stato recapitato oggi alla Procura della Repubblica di Pescara che sta coordinando le indagini, condotte dalla squadra mobile, sull'omicidio del bimbo.
Nella notte, mentre dormiva nel suo letto, il papa' adottivo lo ha soffocato, in preda ad un raptus, come lui ha ammesso poco dopo di fronte agli agenti della squadra volante. Negli atti sull'adozione in possesso del Tribunale dei minori non ci sarebbero certificati che attestano la patologia dell'uomo, cioe' un disturbo psichiatrico atipico che lo portava ad assumere dei farmaci.
Emergerebbe invece che prima dell'adozione il bambino sarebbe stato tolto alla madre perche' ritenuta non idonea e rifiutato dal padre, che era separato dalla moglie. Mai nessuno della famiglia, contrariamente alle notizie circolate nei giorni scorsi e rimbalzate in Italia dalla Russia, avrebbe chiesto informazioni sul piccolo, che aveva due fratelli piu' grandi, di cui uno maggiorenne.
Inoltre in piu' occasioni sarebbe stata proposta la sua adozione a cittadini russi ma mai nessuno avrebbe accolto il piccolo in casa. Il bimbo e' arrivato in Italia nel 2012. Il pm che si sta occupando del caso e' Andrea Papalia. Le indagini sono affidate alla squadra mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana.
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