Creato da latortaimperfetta il 22/08/2011

la torta imperfetta

Acqua farina caffè marmellata Cuociono i cuochi una torta inventata Il riso in bocca, le mani in pasta Briciole zucchero e basta

 

 

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Post n°167 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da latortaimperfetta

i miei ricordi li faccio scorrere lentamente un po' per "capire", un po' per puro perdermi nei ricordi. Mi perdo e mi piace perdermi nel piacere di ieri, però nel e del ricordo in sè non me ne capacito. Allora scorro rapidamente a ritroso le pagine del mio diario, cerco un indizio, all'inizio c'è di tutto, tutto di tutto, amici, stagisti, lavoro, lavoro, il lavoro che travolge e cambia e cambia anche me. Si comincia a tessere una delicata e fine trama. Poi di nuovo, amici, colleghi, una nuova conoscenza. I fogli del calendario si susseguono e con essi le pagine del mio diario. Scrivo, riscrivo e scrivo ancora sulla mia nuova conoscenza, un viaggio di minuti che si trasforma in una sorta di sfogoconfidenzatantosisachecongliestraneièpiùfacile ed, io scrivo, riporto la sua voce che non si stanca di scrivere le pagine del mio diario. Raccolgo e scrivo confidenze, intimità, messaggi di sfogo e, poi ancora e di nuovo confidenze. Il diario si scrive intristendosi, commuovendosi, innamorandosi di un legameconoscenzaamicizianonsochenomedare. Leggo e rileggo alcune pagine, ne rileggo il ritmo, i verbi, gli aggettivi, forse gli avverbi mi daranno un indizio, no la sintassi, può darsi la punteggiatura. O forse già ho intuito "molto", accantono tutto (?) e poi quando tutto non ha potuto più essere accantonato... e qui si ferma, il mio diario, per andare avanti con ricordi diversi ma non differenti. Lo scorro anche adesso per "capire" e comprendere, rileggo le date quelle dove a mio avviso ho fermato alcuni momenti che ho sentito più forte (diventerà stesso respiro, stessa saliva), 16 giugno, 13, 14, luglio, 3 agosto, 5 agosto, 6 agosto, 22 settembre e altro ancora, a campo lungo alcuni ricordi mi fanno sorridere, altri che mi aiuterebbero a comprendere sembrano sfocati. Ci sono, però, se presto attenzione alcuni termini, che ricorrono frequenti: abbraccio (che scoprirò intenso, caldo e sensuale e di cui cerco anche in questo preciso momento l'odore ed il sapore), sorrisi (sorrisi alchemici che sono diventati sorrisi di sguardi, di mani, di carezze non più trattenute ma date e ricevute con desiderio e fremito), mancanza (del tuo sapore che mi lascia a corto di fiato), umori (i nostri divenuti uno ed uno solo ma non è abbastanza), reciprocità (il mio sentire, il tuo sentire che ha superato le confidenze o le ha fatte talmente tanto proprie, da dovere sentire la pelle della tua schiena tremare fra le mie mani, non riesco a non pensarci). C'era tutto o parte del tutto, c'era la conoscenza che potrebbe definirsi amicizia, che deve essere protetta da quanto è materiale ma che della materia sembra proprio non poterne più farne a meno, il pudore della carezza profonda, che trasformatasi in una graticola per la pelle, diventa desiderio sordo ed impellente.  Strana e straordinaria combinazione chimica che dall'affabulazione di parole è divenuta pulsione, bramosia dell'altro per l'altra, non ci sono state remore, paure o fraintendimenti solo sorpresa e meraviglia e sensualità e calore. Mi scrivi di artifici sociali che il nostro stesso sentire ha scalzato in un sol momento, sarà un discorso da affrontare se e quando lo desidererai, ne hai accennato, pertanto lo ritieni fondamentale e appartenente al tuo vivere, al mio vivere.
Straordinaria è ora l'affabulazione di corpi che sente impellente il cercarsi ma con sorpresa cerca l'altro anche fra i pensieri e le parole, le parole che generano e innescano desideri fortissimi e sentiti. Potrebbe essere il gusto del porto proibito, quanto non si può avere completamente, innesca meccanismi ossessivi.  Sento forte la naturalezza e la reciprocità senza macchie, sento forte il tuo magnetismo e la mia attrazione non ha riserve e non conosce pudore, nemmeno quello intimo e vero dei sentimenti che ci sono, sono tanti e forti e non mi preoccupo o mi amareggio se vengano ricambiati o meno. Mi ritengo estremamente fortunata a provare tutto quanto possa io provare in questo momento, che se dovessi aspettare un'altra vita, aspetterei senza alcun indugio, perchè so che ad un certo punto del mio andare, incontrerei nuovamente i tuoi occhi, sempre quelli persi in una tela di ragno inticata e, saprei, allora come ora, che è valsa la pena, andare su quella strada.

 
 
 
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