« Dietro ad ogni croce c'...la gioconda dispettosa »

Lo sballo spirituale(Giovanni 6, 25)

Post n°96 pubblicato il 27 Agosto 2008 da ilfotografodeisogni

Si chiama Clare, che in italiano vuol dire Chiara, ha 15 anni, ed è la figlia di una delle nostre volontarie. Durante le vacanze scolastiche viene al "Drop-in Centre" a darci una mano con i ragazzi di strada. L'altro giorno le ho detto: "Clare, oggi spieghi tu la Bibbia ai nostri ragazzi di strada". Non ha battuto ciglio; ha preso la Bibbia ed è andata a prepararsi nella piccola cappella che abbiamo al Drop-in Centre. Arrivata l'ora del "Bible Study", si è piazzata con naturalezza davanti ai ragazzi di strada e ha cominciato a leggere il Vangelo e a spiegarlo. E' vero che Clare è una bella ragazza, ma sta di fatto che la seguivano rapiti e non si perdevano una parola di quest'adolescente africana che spiegava la Scrittura ai suoi coetanei che vivevano sulla strada. Vi sembra una scena familiare con gli adolescenti italiani che conoscete? Finita l'ora del "Bible Study" mi ha detto: "Padre, adesso devo andare alla Convention". A due passi del Drop-in Centre, sul campo sportivo comunale, c'era un grande tendone traboccante di adolescenti e giovani protestanti riuniti in una tre giorni di incontro (Youth Convention), nella quale ascoltavano a ritmo serrato conferenze religiose, pregavano e cantavano. Quando parlo agli adolescenti italiani mi devo dare un tempo massimo di 15 o 20 minuti altrimenti è meglio che mi parli da solo. Ma prima di squalificare frettolosamente i nostri ragazzi italiani, è bene che ci rendiamo conto che sono vittime di una malattia che colpisce la stragrande maggioranza dei giovani occidentali - una malattia che si chiama "sballo spirituale"!

Lo "sballo spirituale" non è una malattia nuova. Mieteva vittime anche al tempo di Gesù, basta leggere il Vangelo di Giovanni, al capitolo 6, a partire dal versetto 25. Questa malattia serpeggiava tra coloro che avevano appena sperimentato l'eccitante esperienza di vedere Gesù che aveva dato cibo a più di cinquemila persone. Quando Gesù li lascia per andare dall'altra parte del lago, vogliono subito un altro "sballo spirituale". La Bibbia dice: «Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua? Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».

Gesù non propone loro un eccitante "sballo spirituale", ma il rimanere nella Sua Parola: «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Poi Gesù continua spiegando loro cosa vuol dire rimanere nella Sua Parola: passare attraverso la croce, dare la propria vita. Quando Gesù finisce questa lunga catechesi pasquale, il versetto 66 dice: «Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui». Qui abbiamo una folla di persone che sono disposte a seguire Gesù fino a quando lo spettacolo è divertente - miracoli, pienoni di fedeli, tante emozioni spirituali, buoni sentimenti. Ma appena le cose si fanno serie o esigenti, timbrano il cartellino di uscita.

Probabilmente questo è uno tra i primi casi documentati di "sballo spirituale" - l'interesse a seguire Gesù solo fino a quando le cose sono facili, non ci sono sacrifici. Mi sono reso conto di quanto fosse superficiale la mia fede solo quando ho incontrato i miei cristiani nelle terre di missione. Hanno una grande fede nella potenza della preghiera. Pregano a lungo, con insistenza. Quando vanno a Messa non guardano l'orologio, e non solo perché non ce l'hanno, ma perché non misurano col contagocce il tempo che danno a Dio. Sono affamati, non di prediche astruse, ma di solido insegnamento della Parola di Dio. Sono interessati alla sostanza della fede, non allo stile del predicatore. Mentre noi facciamo incontri di programmazione pastorale, loro fanno incontri di preghiera! Mentre noi ci accontentiamo di una mediocrità senza sussulti, loro si aspettano miracoli.

Siamo il prodotto di una cultura mediatica dove l'immagine, il centro di interesse, cambia ogni secondo. Così, in confronto a molti dei cristiani che vivono in terra di missione, abbiamo maturato una fede da "zapping". Ora, il primo passo per curare una malattia è riconoscere che si ha quella malattia e la si vuole curare. Ogni volta che leggiamo la Bibbia dobbiamo abituare il nostro cuore e la nostra mente non tanto a cercare buoni sentimenti spirituali, quanto la verità: "Gesù, cosa c'è in me che devo cambiare per poter vivere questa Parola?" Ogni volta che sentiamo o cantiamo un canto religioso dovremmo cercare non solo la bella musica, ma anche chiederci: "Cosa c'è della Bibbia dentro a questo canto?" Dovremmo un po' alla volta smettere di pensare che siano i preti a doverci spiegare la Parola, perché lo Spirito Santo ce la spiega lui - se siamo fedeli nel leggerla ogni giorno. La crescita spirituale avviene quando sono capace di mettere da parte la televisione o il computer per dare tempo alla Bibbia e alla preghiera. Si cura lo "sballo spirituale" quando si va a riempire una chiesa per un incontro di "lectio divina", piuttosto che fare la fila per vedere un cinema o impaccarsi dentro a uno stadio.


Scrive l'apostolo Paolo ai cristiani di Roma: «Nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra» (Romani 7, 23). In altre parole: renditi conto che sei in guerra, e non a una gita di piacere! Devi impegnarti con tutte le tue energie alla disciplina spirituale - e ad ascoltare ogni giorno il Tuo Maestro che ti spiega la Sua strategia attraverso la Parola. Il virus dello "sballo spirituale" è molto pericoloso. Ricordati di quello che è successo a coloro che per primi ne sono stati vittime. Hanno finito con l'abbandonare Gesù.

www.incontriconlaparola.com

 
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