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IL COMPAGNO

Post n°1 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da Littlemike

Il compagno è la storia di un giovane torinese, Pablo, che passa il suo tempo tra un'osteria e l'altra, suonando la chitarra. Da qui nascono gli incontri che egli fa con donne e uomini;  la vicenda si snoda attorno al rapporto con Linda, la ragazza di Amelio, il quale durante un viaggio in motocicletta ha un incidente e resta paralizzato  La figura di Amelio compare in primo piano all'inizio, poi sembra lasciata ad un destino ormai privo di senso. Ma ecco che Amelio diventa il punto di riferimento di tutta la storia: egli svolgeva un'attività politica ben precisa, a cui Pablo non pensava e dalla quale poi Linda, che gli si è fatta amica, vorrebbe tenerlo distante. L'ambiente è quello popolare e proletario delle borgate torinesi, su cui s'innesta una certa curiosità che Pavese aveva per l'avanspettacolo. Ad un certo punto, infatti, s'inserisce nella vicenda un amico di Linda, un certo Lubrani, impresario teatrale, che fa conoscere a Pablo qualche attore e gli fa scoprire la vita notturna del dopo teatro. Pablo continua a tirare avanti la propria vita senza uno scopo preciso, pur tendando di uscirne: fa il camionista, cerca in qualche modo di trovare quel senso, soprattuto per poter vivere con Linda. Nella seconda parte, Pavese sposta la vicenda a Roma, dove Pablo si trasferisce dopo la rottura con Linda. Si fa nuovi amici, ha una nuova donna che ha ereditato dal marito, morto, un negozio da ciclista. Ma soprattutto Pablo si accosta alla politica. Il romanzo cambia subito tono: da quella che era la descrizione dell'ambiente torinese, ora diventa la cospirazione politica nella periferia romana. Però per Pavese l'ambiente torinese era più importante dell'ambiente della capitale dove ha inserito la tematica principale del libro - e lo si riscontra anche durante la lettura del testo - in modo che la prima parte risulta narrativamente più importante della seconda parte romana. Evidentemente a Pavese manca, in quest'ultima parte, quella possibilità di resa espressiva che gli offriva Torino. Al capoluogo piemontese era chiaramente più legato e, per esso, sentiva un interesse ben preciso, mentre per Roma, l'esposizione dei fatti risulta solo molto descrittiva. Quindi Il compagno,il romanzo politicamente più impegnato di Pavese,  non risulta essere fra le  opere più importanti, proprio per le discordanze e gli squilibri sopra scritti. Ma leggendo il compagno si resta tuttavia colpiti per come Pavese sia riuscito a raccontare la cospirazione politica senza entrare in un ambito mitico ed eroico, bensì raccontandola minuziosamente, entrando anche nei minimi particolari. Una vita vista al di là del mito e della retorica. Effettivamente, nella cospirazione, si è sempre pensato all'eroe, a colui che saziava di gesta eroiche tutta la storia. Qui, invece, ci troviamo di fronte a dei personaggi che non hanno nulla di eroicamente degno di considerazione, nessuna dimensione storica intellettuale: sono degli operai i quali, a modo loro, cercano di dare alla loro attività politica un senso preciso.

 
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