Piazza delle Erbe

Per me Mtv è Victoria (la amo, che vi devo dire), Pets, Scrubs, i cartoni senza tagli, Avere vent’anni (l’inchiesta non il film, maniaci!). Per il resto ho smesso di guardare i video 15 anni fa, non capisco il senso delle classifiche e non reggo né le lezioni di sesso né la defilippica truzzeria sottotitolata dei tizi che si fanno trasformare il catorcio in macchinazza e dei genitori che cercano nuove fidanzate per i loro figli. Detto questo, già che ero a Milano, un po’ trascinato un po’ curioso, ho buttato un occhio al Mtv Day. Che dire? Bravi nel mescolare medio-alto e molto basso, buoni e desgropà, Elio e Tiziano Ferro, la Consoli e Grignani. Bravi a radunare coppiette e scoppiati, famiglie e fattoni, ragazzini e prepensionati. Pessimi a presentare, col megaschermo puntato sul backstage tra un’esibizione e l’altra, in cui la banalità trionfava e la parola cazzo era ripetuta a mo’ di mantra prima di ogni domanda.
Alla fine, spenti i riflettori, smontati gli strumenti, tra porchettari e tiratardi, spazzini e vigili urbani, l’ultima canna e le corse verso i tram, quel che è rimasto era una piazza Duomo diversa. Un tappeto sterminato di lattine e di bottiglie, un milione di birrozze scolate e abbandonate, nessuna lanciata neanche al peggior saldo musicale di fine estate ma tutte potenziali, deleterie, armi improprie anche solo per i possessori di scarpe estive (va bene che mi sono sempre un po’ sentito l’uomo che cammina sui pezzi di vetro, ma insomma…). Così mi è venuta subito in mente Torino, 10 giorni prima, dove persino a sentire Beethoven si andava coi bicchieri di carta. Poi, a mezzanotte e mezza ho cercato inutilmente un metrò. E mentre aspettavo l’autobus sostitutivo, arrivato sì puntuale ma 50 minuti dopo, davanti a una palina su cui non era neanche annunciato, ho pensato alle corse notturne del sabato in tante città europee. Europee come Milano, o almeno così dicono.