Piazza delle Erbe

Dunque, vediamo: uno pensa che se bacerà in pubblico una donna finirà in galera, un altro va a puttane da 500 euro a capocchia che (giustamente) se non si drogano ad andare con lui non ce la fanno, un altro ancora dice che favorendo i "ricongiungimenti familiari" con le mogli si può evitare che al quinto giorno ai parlamentari vengano ghiribizzi puttaneschi, e, infine, quello che si sente figo ci ammorba coi suoi gargarismi sulla famiglia tradizionale mentre allegramente divorzia e si risposa. Ora, non che uno cerchi logica e coerenza sempre in tutto: la vita è platealmente ingiusta e lo sappiamo (altrimenti come spiegare la morte simultanea di Michel Serrault, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni mentre i Vanzina stanno benissimo?), però... però a volte, nella mia abissale ingenuità, ho come l'impressione che ci meritiamo qualcosa di meglio che morire democristiani.

Il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè, già distintosi per aver definito il caso Welby «un omicidio i cui responsabili devono essere denunciati all'autorità giudiziaria», non ha perso tempo neanche stavolta a dar aria alla bocca. Con la sua faccia da capoclasse, il signor zerovirgola ha affermato che la solidarietà politica ai due ragazzi gay arrestati per essersi scambiati un bacio in pubblico è «gravissima e sottintende una richiesta di discriminazione nei confronti degli eterosessuali e la non applicazione del codice penale per la casta gay. Incivili richieste di una lobby aristocratica che chiede esenzioni e pretende una legge a doppio binario: coppiette etero sanzionate, omosex privilegiate». Al di là dell'intrinseca idiozia, i termini "casta" e "lobby aristocratica" mi fanno venire in mente la campagna antisemita che precedette le persecuzioni nella Germania nazista. Forse esagero, e forse Volontè è solo un cretino che farebbe meglio a scopare di più. Forse.

Il mio primo film di Harry Potter l’ho visto più o meno l’anno scorso di questi tempi, in uno dei momenti peggiori della mia vita. Una sera dal mio divvuddaro preferito, ore 19.30: voglia sua di andarsene a casa, mia di parlare con qualcuno anche senza dirgli niente. Alla fine decido che anche D. ha diritto alla sua cena e prendo la prima cosa poco impegnativa ma presumibilmente buona su cui mi casca l’occhio. Da quella volta in poi mi sono appassionato e, più o meno a cadenza bimestrale, ho guardato con piacere anche gli altri capitoli della serie. Poi ieri ho visto il mio primo HP al cinema. Che dire? È un Harry Potter di transizione, non come il secondo Matrix, che era utile solo a introdurre il terzo (ma non potevano fare un preambolo di 10 minuti?), ma insomma... L’unica cosa che spicca davvero è il fatto che tutti i giovani protagonisti spicarono (boutade sicula: spicca, spicare… spicare vuol dire crescere improvvisamente). Per me è stato un po’ come vedere certe puntate di Beautiful, quando da un giorno all’altro i bambini diventano o(r)moni di vent’anni. Comunque, per quello che mi riguarda, il migliore del cast è sempre Renato Zero. So’ sorcino, che volete fa’? A me me piace da quanno c'avevo nov'anni e lui cantava «Il carrozzone va avanti da sé, con le regine i suoi fanti e i suoi re...». Il 33 giri di mia sorella era così scassato che fino all'avvento dei cd non ho mai capito se quelli all'inizio del disco fossero solo fruscii o ci fosse davvero anche una specie di sonagliera. E ancora oggi, tutte le volte che Renatino mio appare sullo schermo nelle vesti del professor Piton, spero sempre che da un momento all’altro urli...

Incredibile ma vero: oggi uno dei peggiori quotidiani italiani (non a caso di proprietà dell'ignobile nano), ha pubblicato forse per sbaglio un articolo molto bello. E allora val la pena di condividerlo. In ricordo di un altro grande uomo che non c'è più:

Oggi ho scoperto che esiste una cosa che si chiama “anello di castità”. Anello che – lo preciso subito a scanso di equivoci, cari maiali di ogni orientamento sessuale nonché miei più assidui lettori – va messo all'anulare sinistro. L’idea è venuta alla Silver Ring Thing, un’associazione statunitense legata alla destra evangelica (sic!), che ha ottenuto oltre un milione di dollari da Bush jr. per propagandare l'astinenza e vendere anellini con citazioni bibliche, croci, oppure con la scritta «L'amore vero aspetta» (ovvero «Te la dò solo se mi sposi»). Della Silver Ring Thing esiste una costola britannica cui, insieme ad altre coetanee, ha aderito anche una simpatica paciarotta di sedici anni, tale Lydia Playfoot. La ragazza voleva tenere il famigerato anellino anche durante le lezioni, ma la direzione della scuola gliel’ha impedito in quanto in classe non è ammesso portare gioielli di alcun tipo. Un giudice dell’Alta Corte, coinvolto in questa querelle degna di una brutta puntata di Forum, ha dato ragione alla scuola, poiché l’anelletto «non è parte integrante delle manifestazioni di fede», cioè non è obbligatorio come i veli delle ragazze islamiche o i braccialetti Kara dei sikh. Ora, a prescindere dal fatto che secondo me la verginità ha lo stesso valore di un giuramento di Previti o delle dimissioni di Selva, mi chiedo: siamo sicuri che un giudice possa stabilire cosa sia «parte integrante delle manifestazioni di fede»? La fede, grazie a Dio, mi sembra tutto fuorché qualcosa di oggettivo.

(stampa inkjet su carta 15x21, muro veneziano)

Si diceva giusto ieri di quanto siamo bacchettoni in Italia. Ma se la colonia piange, l’Impero non ride: negli Stati Uniti, la Boyd Mills Press si è rifiutata di pubblicare un libro per bambini dell’illustratrice tedesca Rotraut Susanne Berner. Il motivo scatenante è un pisello, quello che si presuppone penda tra le gambe dei maschietti di tutto il mondo e di tutte le età; in particolare, il pisello di una statuina ritratta in una vignetta ambientata in un museo. La casa editrice si è giustificata sostenendo che negli Usa esistono lobby fondamentaliste in grado di impedire la vendita del libro e la sua diffusione nelle biblioteche. È il caso di dirlo: stica!

Il sindaco di Milano Letizia Moratti, pia donna ingenua, che non hai mai visto in casa una cosa men che onesta e di certe cose non ha mai parlato, come avrebbe potuto immaginare che una mostra su arte e omosessualità organizzata con la benedizione di Vittorio Sgarbi potesse scatenare tanto putiferio? Come avrebbe potuto immaginare che ci sarebbero state opere costruite a tavolino per scandalizzare i soliti perbenisti baciapile come lei e i suoi compari di giunta, di polo o di trasversale mediocrità? Sarà per questo che, dopo aver fatto togliere la statua di Ratzinger seminudo (acquistata da Sgarbi, non voglio sapere cosa ci farà…), adesso la pia donna chiede di eliminare qualsiasi immagine che ritragga minori (saranno mica le ridicole e straviste cartoline di inizio Novecento del barone von Gloeden?) e che il catalogo della mostra venga ritirato e mandato al macero (magari marciando al passo dell'oca), pena il ritiro del patrocinio e della sede. Posso vomitare?

A gentile richiesta di I_do_it_better e penelope1974, cedo alla nuova catena di sant’Antonio e, dopo libri e film preferiti, vi svelo le mie strane abitudini. Ci ho messo un po’ a pensarle perché onestamente io non ci trovo niente di strano, ma tant’è, via con lo sputtanamento…

Non nomino nessun bloggamico ma sappiate che se non fate procedere anche voi la catena vivrete sfighe inaudite tipo meteoriti, meteorismi, bannazioni, invasioni di cavallette, unghie incarnite, dischi di gigidalessio.