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Come nel regime nazista
Post n°29 pubblicato il 22 Aprile 2008 da pioggia_sottile0
Ragazzi di 16, 18 o venti anni, gettano bulloni, pietre e bombe carta fuori dallo stadio a Catania. Alcuni sono armati di spranghe e nelle tasche hanno dosi di stupefacenti. I mezzi di comunicazione di massa hanno acquisito così tanto potere da condizionare lo stile di vita dei giovani, inducendoli a costruire identità soggettive attraverso modelli con cui identificarsi. I personaggi offerti dal panorama mediatico sono presentati come adeguati e di successo, e l'identificazione con essi può provocare gravi problemi al sé, in quanto il soggetto perde il riferimento alle proprie vere emozioni e aspirazioni, a favore di una personalità frammentata e fittiziamente costruita sulla base dei condizionamenti esterni. Inoltre, questi modelli sono sempre più aggressivi, violenti e cinici. Ad esempio, nei telefilm per adolescenti, come "Geni per caso", i protagonisti ridono cinicamente anche quando uno di loro si trova in difficoltà, oppure utilizzano mezzi tecnologici per attuare un controllo onnipotente della realtà. I giovani di oggi sono continuamente bombardati da messaggi che li "disumanizzano", che li privano delle normali emozioni empatiche dirette ai loro simili. L'altro appare sempre come nemico o come avversario. Una realtà ostile da affrontare con ostilità. Come lo scrittore Yves Frémion: Si presume che il consumatore acquisti l'eterna giovinezza, la potenza o l'energia, la salute... Come nel regime nazista, i devianti da questo modello vengono eliminati dal mondo trasmesso dalla pubblicità: quelli che non assomigliano agli ariani, non sono eterosessuali né in buona salute, non hanno la disinvoltura fornita dal denaro, non sono aggressivi di fronte al mondo, non hanno il fisico conforme; i non produttivi, i contestatori, i pacifisti, i malati, i poveri, i perdenti. Come in ogni propaganda totalitaria, forza e potenza si sprigionano dai muscoli dei bevitori di birra o dagli occhi di ghiaccio dei piloti. La vittoria è onnipresente, che l'eroe corra o rimorchi, piloti o affronti il suo capufficio... la pubblicità gioca soltanto con gli stereotipi e ogni volta per inculcarli ancor di più nel pubblico: stereotipi maschili e femminili, nazionali, rurali, giovanili, di periferia ecc... La pubblicità... alimenta la confusione... quello che non è stato "visto alla Tv" non esiste. E ciò che è stato visto, anche se è falso, viene accettato... Il mondo della pubblicità... funziona come una mafia al servizio dell'ideologia più autoritaria che esista... ci propone una visione maschilista, razzista, colonialista, totalitaria, occidentale ed escludente, favorisce soltanto quelli che ci conducono alla catastrofe... Questa offensiva generalizzata della merce crea carestie, catastrofi ecologiche e sanitarie, disoccupazione ed esclusione.[
I messaggi pubblicitari, televisivi e cinematografici sono sempre più spesso messaggi di distruzione, morte e di esaltazione della forza fisica. Questa è diventata la realtà di molti giovani di oggi. (tratto da http://www.disinformazione.it/stadi_violenza.htm )
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Inviato da: pioggia_sottile0
il 17/01/2012 alle 11:56
Inviato da: antoniobigliardi
il 12/01/2012 alle 17:49
Inviato da: antoniobigliardi
il 12/01/2011 alle 20:25
Inviato da: pioggia_sottile0
il 25/09/2010 alle 18:18
Inviato da: fabpat72
il 25/09/2010 alle 11:39