ALWAYS, TIME AFTER TIME - SPIRITED AWAY
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Sabato sera sono andata con mia sorella all'osservatorio astronomico. Non ero mai stata in posti come questo, neppure al planetario di Milano, meta preferita di tutte le scuole del milanese e non. C'è stato un periodo da bambina in cui mi ero appassionata all'astronomia e mi ero letto l'intera enciclopedia sull'argomento, quella della collana per ragazzi con la copertina bianca che per anni è stata in bella mostra sullo scaffale di mio fratello. Sapevo tutto delle stelle nane e dei buchi neri, delle costellazioni e delle nebulose o forse era solo una mia illusione e di fatto conoscevo si e no la loro definizione (quando me la ricordavo). Era il periodo in cui il mio sogno nel cassetto era quello di avere un telescopio di quelli giallo zucca che spesso si vedono nelle vetrine dei fotografi e ogni sera al buio nel mio letto il soffitto magicamente svaniva per lasciare spazio ad una stellata magnifica accompagnata dal gracidare delle rane nei campi vicini e dall'usignolo che in estate ogni anno alle 23 esatte si ripresenta puntuale come un'orologio sul carpino del mio girdino. Le stelle mi hanno sempre affascinato e fatto sognare. Amo perdermi in quella miriade di luci che ti catturano lo sguardo alla ricerca di una speranza, amo la notte, la brezza della sera, amo la solitudine e i pensieri che fluiscono leggeri nella mente. "Le stelle sono tante, milioni di milioni ma quella di Negroni vuol dire qualità!" mi canticchiava sempre mio padre quando portavamo a passeggio Golden (il mio ahimè defunto cane) prima di cenare suscitando la mia ilarità di bambina. Quanti ricordi di quelle passeggiate! Gli indovinelli (Indovina indovinello..), i canti ("Sul cappello un bel fior, sulla bocca una canzon..!"), il correre nei campi e nasconderci dietro le balle di fieno per farci cercare dal cane, le gare a chi arriva per primo al cancello ecc... Bhè, questo sabato ho avuto la possibilità di contare gli anelli di saturno, curiosare nei crateri della luna, scrutare le macchie rosse di Giove e perdermi nelle nebulose, rimirare le stelle doppie e la stella polare e perdermi in quella magica atmosfera che si era creata per l'oscurità, per l'ora tarda e per l'appassionata compagnia. Mi hanno colpito molto le persone che ho incontro lì: tutti volontari che gestiscono l'osservatorio per passione e che passano le sarate a svelare chissà quali misteri riuniti in questo intimo spazio che è la cupola con il telescopio ma che ho trovato particolarmente emozionante.. Ancora una volta sono tornata ai tempi passati e ancora una volta il mio cassetto è tornato a riempirsi dello stesso desiderio che da piccola mi ha cullato per parecchio tempo
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