Creato da pippodivita il 27/01/2012
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Benvenuti nel blog di
Pippo Di Vita
Docente titolare di ruolo e formatore, dirigente sindacale, conferenziere, musicoterapeuta e scrittore
UNA VITA PER L'EUROPA
Ha lavorato, per trent'anni, alla promozione dei valori sottesi al processo dell'unificazione europea. Ha viaggiato per tutta l'Europa per conoscerla, apprezzarla e mostrarne la varietà dei paesaggi e i tanti ricchi monumenti. Lo scopo fondamentale di questo suo impegno è stato quello di far capire, fondamentalmente ai giovani, che l'Europa non può essere considerata soltanto come una disquisizione ideologica o politica, piuttosto che come un dato economico o una realtà mercantile, al contrario l'Europa, che è un piccolo avamposto del mondo, deve essere approcciata come il crogiuolo della civiltà e della cultura occidentale. In questa logica, l'Europa deve essere vista come un consesso di genti, civiltà e culture, anche se, purtroppo, ha preso forma, nei secoli, un'Europa divisa e frammentata. Come ebbe a dire il padre dell'Unificazione europea, Robert Schuman, dall'Europa divisa, per millenni, sono scaturite le guerre, conseguenzialmente la pace, quella vera, potrà generarsi dall'unione degli stati europei. Quindi l'unificazione non è una delle tante ipotesi o possibilità politico-economiche, ma l'unica via di salvezza per la costruzione di un continente ricco di progresso e di benessere per tutti i cittadini.
CONFERENZE ED EUROPROGETTAZIONE
Dal 1993 Di Vita si è impegnato nella informazione e nella formazione europea. In particolar modo ha puntato la propria attenzione sull'utilizzo dei Fondi Strutturali, per i quali è stato progettista ma ha anche voluto diffondere, soprattutto in ambito scolastico e nella PA, le tecniche e le competenze di Europrogettazione. Dal 1997 al 2010 è stato componente del Team Europe della DG X (Cominazione, Informazione e Stampa) della Commissione europea di Bruxelles. In tal senso, oltre ad aver tenuto numerose conferenze (fino ad oggi) sulle tematiche europee, in Italia ed in Europa (in particolar modo nella sede del Parlamento Europeo di Bruxelles), ha svolto e svolge tutt'ora corsi di formazione sull'europrogettazione e sulle tematiche europee.
Il 4 maggio 2017, presso l'Hotel Massimo D'azeglio di Roma, ha tenuto una lezione sulla dimensione europea dell'Istruzione e sulla progettazione europea.
All'interno del piano di formazione professionale dei docenti, Pippo Di Vita ha curato, per conto di ADR (Associazione dei Docenti per la Ricerca e la Formazione) il percorso formativo nazionale, in tre tappe, sulla Dimensione europea dell'Istruzione: 8/11/2018 - Foligno (PG); 15/02/2019 - Bergamo; 09 maggio 2019, Festa dell'Europa - Palermo.
EUROPROGETTAZIONE
Il Prof. Pippo Di Vita, è stato pioniere, in Sicilia, della progettazione PON e POR e dei programmi comunitari (ex Socrates, Leonardo, Erasmus, Comenius). Più volte consulente, per le politiche europee e la progettazione nell'ambito dei Fondi strutturali, dell'Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia e di quello Provinciale di Palermo (ex Provveditorato agli Studi); membro dell'Ufficio Europa del Comune di Palermo, consulente del Sindaco di Palermo, del Presidente della Provincia di Palermo, del Rettore dell'Università di Palermo e del Presidente della Commissione Affare europei dell'Assemblea Regionale Siciliana. Docente di "Cultura europea" (disciplina da lui formulata e promossa nelle scuole con approvazione delle istituzioni regionali), nei corsi Post - Diploma FSE e nei corsi di professionalizzazione della Terza Area degli Istituti Professionali.
Dal 9 al 10 Gennaio 1996, con decreto dell'Assessorato al lavoro della Regione Siciliana, ha ricevuto, in qualità di docente di Cultura europea, l'incarico di membro - esperto della commissione d'esami post - diploma, del corso Post - diploma "Animatore socio-culturale polivalente" dell'IPA di Partinico (PA). Per un decennio è stato, per conto dell'USR della Sicilia, responsabile del Programma ARION, relativo alla formazione della dimensione europea dell'istruzione, dei quadri dirigenti, dei paesi membri. Dal 1997 al 2010 è stato componente del Team Europe della Commissione europea di Bruxelles. Ha svolto corsi di formazione per adulti e anche per la formazione dei partecipanti ai concorsi a cattedra.
Ha promosso in Sicilia i Corsi di formazione in Europrogettazione, nell'ambito dei PON e dei POR, essendone organizzatore e docente, ideando la nuova figura professionale di "europrogettista".
Nell'anno scolastico 2015/2016, su incarico istituzionale della Rete #neverstoplearning Umbria - MIUR, da parte del Dirigente Scolastico ITTS "A. Volta" - Perugia (Istituto capofila), è stato Formatore Europrogettista nel corso (percorso D) su: "Progettazione Europea e non", organizzato nell'ambito del "Piano di formazione del personale docente volto ad acquisire competenze per l'attuazione di interventi di miglioramento alle nuove esigenze dell'offerta formativa" (Nota MIUR prot. n. 17436 del 27 novembre 2014).
Dal 21 gennaio al 24 maggio 2020, è stato ideatore, realizzatore, relatore e componente del comitato scientifico (Direttore il DS Prof. Carlo Menichini e, altro componente, il Dr Paolo Meucci del parlamento europeo), del primo Corso di EUROPROGETTAZIONE, svoltosi presso l'IIS "Polo-Bonghi" di Assisi, che ha ricevuto l'Alto Patrocinio del Parlamento europeo e il Patrocinio della rappresentanza in Italia della Commissione europea. Primo corso, in Italia, sull'Europrogettazione, che rilascia ai corsisti la certificazione delle competenze, che permette l'introduzione nel mondo del lavoro. Hanno offerto la loro collaborazione, Europedirect di Perugia e la Scuola di Alta Formazione Amministrativa "Villa Umbra". Tra i relatori, il Dr Leone Rizzo, funzionario del Parlamento europeo.
L'IMPEGNO PER LA LEGALITA' E L'ANTIMAFIA
LEGALITA' ED ANTIMAFIA
Il Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Vito Ievolella, padre della sua ex moglie, viene ucciso dalla mafia il 10 settembre 1981, dopo aver depositato presso la Procura Generale di Palermo il rapporto "Savoca + 44" che condusse in galera quarantacinque mafiosi accusati di omicidi e di traffico di droga.
Questo rapporto confluì nel Maxi processo.
Da questa esperienza è scaturito l'impegno di Pippo Di Vita che, da anni gira per le scuole, università ed associazioni, per sensibilizzare i giovani e l'opinione pubblica, sui temi della legalità e dell'antimafia.
Incontro al Liceo Scientifico di Corleone con (a dx) Carmine Mancuso 14/12/2016
Festival della legalità a Sciacca
Da sx: Mancuso, Di Vita, Agostino e Miraglia
SONO RIPORTATI SOTTO I LINK DELLE DUE TRASMISSIONI RAI
Buongiorno regione TGR ore 7,30 del 23 maggio 2017
- cliccare al minuto 14,57
TGR Umbria ore 14,00
- cliccare sul minuto 6,37
LE VERITA' NASCOSTE
Da una deposizione di Totò Riina
PUBBLICAZIONI
POESIA
La poesia è, per Di Vita, il discorso appassionato sui sentimenti e sulle sensazioni della vita, canalizzati dalla memoria e raffigurati attraverso il mondo simbolico del linguaggio. Tre le pubblicazioni:
Marzo 2013: ESISTERE, Ed. Torri del vento - Palermo
Dicembre 2014: IL TEMPO, Ed. I Mohicani - Palermo
Aprile 2016: EVOLUZIONE, con prefazione di Rita Borsellino, Ed. Mohicani - Palermo
https://www.bokus.com/cgi-bin/product_search.cgi?authors=Pippo%20Di%20Vita
SAGGISTICA
Attraverso la saggistica Di Vita si soffermato sui temi della mafia e della legalità. Al momento due le pubblicazioni:
Aprile 2017: MAFIA ED ANTIMAFIA. Dai personaggi alle persone, Ed. Mohicani - Palermo
Pippo Di Vita, il 26 novembre, Vince la Targa Finalista Premio Piersanti Mattarella 2017.
Recenzione su direfarescrivere marzo 2021
(copia e incolla) http://www.bottegaeditoriale.it/lacultura.asp?id=208
ULTIMA PUBBLICAZIONE 2022
Agosto 2022: IL PALAZZO DEI PUPI, Armando Siciliano Editore - Messina-Civitanova Marche
Per questa pubblicazion Pippo Di Vita è stato insignito, il 21 settembre 2022, del Premio Livatino
ATTIVITA' ed IMPEGNI
IMPEGNI DI PIPPO DI VITA
ATTIVITA' SVOLTE ED IN CALENDARIO PER IL 2023
E PRESENTAZIONE DEL LIBRO IL PALAZZO DEI PUPI
25 agosto 2022 - Monreale (Palermo) - Villa Savoia. Interventi di: Giovanni Chinnici, Carmine Mancuso, Graziella Accetta Domino, Claudio Burgio, Antonio Castelbuono, Placido Rizzotto, Carmen Bertccio e Adriana Musella.
26 agosto
Partinico (Palermo) - Borgo Parrini. Interventi di: Giovanni Chinnici, Carmine Mancuso, Graziella Accetta Domino, Claudio Burgio, Carmen Bertuccio e Adriana Musella.
21 settembre - Acireale (Catania) - PREMIO "LIVATINO".
7 ottobre
Valderice (Trapani) - Biblioteca comunale. Interventi di: Enzo Guidotto, Carmine Mancuso, Graziella Accetta Domino e Claudio Burgio.
4 novembre - Foligno (Perugia)
RGS - Radio Green Stage - diretta on line
https://www.greenstage.it/PODCAST/RGS%20-%20COSI%20E%20SE%20VI%20PIACE%20-%2005%20-%2015%20-%2004-11-2022%20-%20Mafia
4 dicembre - Bastia Umbra (Perugia) - Centro culturale piazza Mazzini.
12 gennaio 2023 Messina - Liceo scientifico "Archimede"/Libreria Mondadori.
13 gennaio - Cittanova (Reggio Calabria) - Centro della memoria e della legalità.
21 gennaio - Bologna - IIS "Aldini - Valeriani".
28 gennaio - Palermo Tele One - Sicilia sera
https://youtu.be/ZNiiZSalO_g
24 febbraio - Bastia Umbra (Perugia) - Studio "Logos".
28 febbraio - Messina - Libreria Mondadori.
1 marzo - Giarre (Catania)- Liceo classico "Michele Amari"/Vittoria - (Ragusa) Biblioteca comunale.
2 marzo - Menfi (Agrigento) - Biblioteca dell'Istituzione Culturale "Federico II". Intervento di Claudio Burgio.
3 Marzo - Monreale (Palermo) - Salone "San Benedetto" del complesso "Guglielmo II". Intervento di Claudio Burgio e Graziella Accetta Domino.
21 marzo - Bastia Umbra (Perugia) - Auditorium Sant'Angelo. Intervento di Claudio Burgio, Antonio Ingroia.
21 aprile - Perugia - TGR Umbria - Rubrica "Spazio Libri"
https://www.rainews.it/tgr/umbria/video/2023/04/watchfolder-tgr-umbria-web-m-angeletti---spaziolibri-21-aprilemxf-9df35516-c51b-4e19-9a32-b12f73478331.html
23 maggio - Marsciano (Perugia) - Istituto Omnicomprensivo "Salvatorelli-Moneta"
24 maggio - Bevagna (Perugia) - Palazzo comunale.Intervento di Luigino Ciotti.
25 maggio - Assisi (Perugia) - Biblioteca comunale. Intervento di Luigino Ciotti e Antonio Ingroia/Foligno (Perugia) - Biblioteca Jacobilli. Intervento di Luigino Ciotti e Antonio Ingroia.
17 settembre - Noto (Ragusa) - Comune di Noto.
I miei link preferiti
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MEMORIA
Pippo Di Vita e Mario Limentani,
ex deportato dai campi di sterminio
Memoria non è semplice ricordo del passato, anche perchè non c'è un prima e un poi, ma c'è la vita nel suo dinamico e mutabile dinamismo. In questa logica la memoria diviene il recupero del vissuto, che si fa esperienza nel presente, per progredire nel futuro.
Altrimenti "chi dimentica il proprio passato è condannato a riviverlo" e a stagnare nel proprio fango.
Memoria, quindi, è vita per il progresso dell'uomo.
Dedica da parte di Mario Limentani a Pippo Di Vita, firmata sul volume "La scala della morte", scritto da Grazia Di Veroli.
Il testamento che affida a pippo Di Vita la memoria di Mario Limentani.
DALLA SCUOLA ALL'EUROPA
Programma Euroscola
Ha iniziato la sua attività di docente, nella scuola secondaria superiore, nel lontano 1982, quando la costruzione europea, in pieno travaglio, stava preparandosi all'apertura delle frontiere. Nel 1991 inizia la sua avventura al Parlamento Europeo come promotore di iniziative, ancora oggi in atto, che condurranno giovani siciliani al programma "Euroscola".
Euroscola è un programma che prevede, presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, la simulazione di una giornata di seduta parlamentare da parte di circa 700 studenti provenienti dai 27 paesi dell'UE.
TRENO EUROPEO
TRENO EUROPEO
DALL'1 AL 5 MAGGIO 1993
Palermo, Capo d'Orlando, Reggio Calabbria, Metaponto, Bari, Acerra, Napoli e Roma
Promosso da:
Ist. Reg. di Ric. e Form. Cult. "Jacques Maritain"
Parlamento Europeo
In collaborazione con:
Commissione europea
Ferrovie dello Stato
Sotto l'Alto Patronato
Presidente della Repubblica
Con il Patrocinio
Presidente del Parlamento Europeo
Su idea, progettazione, organizzazione e coordinamento di
Pippo Di Vita
PIPPO E GLI ALTRI
I personaggi incontrati da Pippo Di Vita durante i suoi anni di attività
Card. S. Pappalardo
P. Pino Puglisi
Teresa di Calcutta
P. Bartolomeo Sorge s. j.
Dario Argenti
Giuliano Gemma
Stefania Sandrelli
Vincenzo Consolo
Uto Ughi
Marco Travaglio
Mario Limentani
Don Luigi Ciotti
Valentino Picone
Salvo Ficarra
Alessandro Haber
Papa Francesco
Rita Borsellino
David Sassoli
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Messaggi del 23/12/2020
Nel Cristianesimo sono insiti, in modo connaturato, i valori della legalità e della giustizia, insegnati da Cristo nella pericope evangelica: "Dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Ma la Chiesa, che veicola i principi cristiani, non può scrollarsi di dosso quello che è stato per decenni il suo rapporto con la mafia e di conseguenza con l'antimafia, quest'ultima fatta di vescovi e sacerdoti che, per il semplice fatto di aver testimoniato Cristo, hanno donato la vita.
Sappiamo benissimo, come in passato di mafia non si doveva parlare e, soprattutto dalla politica, veniva negata, ma la politica non fu un caso isolato, in questa sequenza negazionista nei confronti della mafia, infatti anche la Chiesa, in passato, non si è esonerata da questo bieco atteggiamento, quasi protettivo, nei confronti dei mafiosi, quella stessa Chiesa che ha visto martiri della mafia, Padre Pino Puglisi (Palermo, 15 settembre 1993) e Don Giuseppe Diana (Casal di Principe, 19 marzo 1994), oltre all'impegno dei tanti preti e vescovi, attivi sagacemente nell'antimafia. Tra questi non può non essere ricordato, pur se brevemente, il Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo dal 17 ottobre 1970 al 4 aprile 1996, che con la sua Pastorale sociale e giovanile, aderente al Concilio Vaticano II, portò avanti una sensibilizzazione non solo ai valori spirituali, ma anche a quelli umani e sociali, sostenendo una battaglia forte ed ardimentosa contro ogni forma del male, compresa quella assunta dalla mafia.
Purtroppo prima del cardinale Pappalardo, "la Chiesa (le mafie, n.d.a.) non le ha mai combattute, non c'è stato mai un aperto contrasto fino ai tempi recenti. Un lunghissimo silenzio dei cattolici, del clero, delle gerarchie locali e nazionali, ha dominato incontrastato accompagnando l'evolversi di quei fenomeni criminali anche quando avevano assunto fama internazionale e la parola mafia era diventata il termine per antonomasia in tutto il globo per indicare la criminalità organizzata. Anzi, la storia della Chiesa in quei territori si svolgeva parallela a quell'espansione e più di una volta con essa si intrecciava, soprattutto in Sicilia" (articolo di Isaia Sales, "Chiesa e mafie", tratto da il Portale "Kainos", numero 12 - malavita, Pubblicato 15 Gennaio 2013: http://www.kainosportale.com/index.php/12-malavita/86-ricerche12/271-chiesa-e-mafie).
In un articolo del 1989, su "La Repubblica.it", fu riportato il contenuto di una relazione epistolare tra il Vaticano ed il cardinale di Palermo del tempo, Ernesto Ruffini (arcivescovo di Palermo dall'11 ottobre 1945 al11 giugno 1967) che di seguito riporto: "'Eminenza reverendissima, la Chiesa evangelica valdese ha pubblicato un manifesto per deplorare i recenti attentati dinamitardi che hanno provocato numerose vittime fra la popolazione civile ...' La lettera, 17 righe, era partita dal Vaticano il 5 agosto 1963. Firmata da monsignor Angelo Dell'Acqua. Indirizzata all'arcivescovo di Palermo Ernesto Ruffini. Dalla segreteria di Stato di Sua Santità si chiedevano notizie sulla cosiddetta mafia, si rivolgeva poi il suggerimento se non fosse il caso che si promuovesse un'azione positiva e sistematica per dissociare la mentalità della mafia da quella religiosa.... L'anno, il ' 63, è quello della strage di Ciaculli, delle Giuliette imbottite di tritolo che saltano in aria, dell'inizio della prima grande guerra tra i clan. La lettera di monsignor Dell' Acqua fu ispirata da Paolo VI. La risposta del cardinale Ruffini arrivò sei giorni dopo, l'11 agosto. 'Eccellenza reverendissima, mi sorprende alquanto che si possa supporre che la mentalità della cosiddetta mafia sia associata a quella religiosa... E' una supposizione calunniosa messa in giro, specialmente fuori dalla Sicilia, dai socialcomunisti, i quali accusano la Democrazia cristiana di essere appoggiata dalla mafia, mentre difendono i propri interessi in concorrenza proprio con organizzatori mafiosi o ritenuti tali'" (https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/04/16/il-cardinale-disse-forse-la-mafia-nemmeno.html).
Ma ancora, non si può dimenticare cosa il Cardinal Ruffini scrisse, nella Lettera pastorale del 22 marzo 1964, intitolata "Il vero volto della Sicilia", in cui il prelato difendeva il popolo siciliano contro le false rappresentazioni che ne infangano il buon nome. Sulla mafia, che minimizza e riduce ad una semplice attività criminale, presente non solo in Sicilia ma nel resto d'Italia e dell'Europa, ecco cosa afferma integralmente: "Una propaganda spietata, mediante la stampa, la radio, la televisione ha finito per far credere in Italia e all'Estero che di mafia è infetta largamente l'Isola, e che i Siciliani, in generale, sono mafiosi, giungendo così a denigrare una parte cospicua della nostra Patria, nonostante i grandi pregi che la rendono esimia nelle migliori manifestazioni dello spirito umano. Prima del 1860 sembra che nessuno parlasse mai di mafia. L'etimologia del nome è piuttosto oscura, ma l'opinione più probabile è quella che la fa derivare da una parola araba usata dai contadini trapanesi per indicare cave di pietre dell'epoca saracena, nelle quali si erano dati convegno o si erano rifugiati i untori dell'Unità d'Italia e gli organizzatori occulti delle squadre rurali di appoggio a Garibaldi nell'impresa dei Mille. Quei partigiani chiamati «mafiosi», perché provenienti dai covi delle mafie, apparvero facilmente dinanzi al pubblico, uomini d'onore, valorosi ed eroici. Il titolo di mafioso venne quindi esteso a significare persone e costumi di particolare parvenza ed eleganza; ma poi assunse il valore attuale di associazione per delinquere, e qui è necessario richiamare le condizioni dell'agricoltura nella Sicilia Centrale e Occidentale di quei tempi. Venuta meno la difesa che proveniva dall'organizzazione feudale e infiacchitesi il potere politico, i latifondisti ebbero bisogno di assoldare squadre di picciotti e di poveri agricoltori per assicurare il possesso delle loro estese proprietà. Si venne così a costituire uno Stato nello Stato, e il passo alla criminalità, per istinto di sopraffazione e di prevalenza, fu molto breve. Tale può ritenersi, in sostanza, l'origine della mafia contemporanea. Ne può destar meraviglia che il vecchio, deplorevole sistema sia sopravvissuto, pur essendo cambiato il campo dell'azione. Le radici sono rimaste: alcuni capi, profittando della miseria e dell'ignoranza, sono riusciti a mobilitare gruppi di ardimentosi, pronti a tutto osare per difendere i loro privati interessi e per garantire la loro supremazia nell'orticultura, nel mercato e nei più disparati settori sociali. Questi abusi sono divenuti a poco a poco tristi consuetudini perché tutelati dall'omertà degli onesti, costretti al silenzio per paura, e dalla debolezza dei poteri ai quali spettavano il diritto e l'obbligo di prevenire e di reprimere la delinquenza in qualsiasi momento, a qualunque costo. Si rileva per altro dai fatti che la mafia è sempre stata costituita da una sparuta minoranza. Inoltre se è vero che il nome di mafia è locale, ossia proprio della Sicilia, è pur vero che la realtà che ne costituisce il significato esiste un po' ovunque e forse con peggiore accentuazione. Per non rifarmi a vecchie date, chiunque abbia letto anche di recente i giornali ha potuto notare - non di rado con somma indignazione e forte deplorazione - delitti inqualificabili commessi altrove, in Europa e fuori, da bande perfettamente organizzate. Quelle città e quelle Nazioni hanno il vantaggio di potere isolare le loro nefandezze, non avendo un nome storico che le unisca, ma non per questo giustizia e verità permettono che si faccia apparire il popolo di Sicilia più macchiato delle altre genti".
In tempi più moderni, da non dimenticare, ad esempio, che la Cassazione, ha definitivamente assolto padre Mario Frittitta, Carmelitano scalzo, condannato in primo grado per favoreggiamento aggravato nei confronti del capomafia Pietro Aglieri. Il prelato è stato assolto in appello e definitivamente scagionato dalla Suprema Corte "per aver commesso il fatto nell'esercizio di un diritto"; di fatto, il sacerdote incontrava il boss latitante, lo confessava e celebrava messa nel suo nascondiglio, debitamente arredato con un altarino, per avere esercitato il suo ministero di sacerdote.
"Ma il titolo di prete mafioso per eccellenza spetta a don Agostino Coppola, parroco di Cinisi. colui che il 16 aprile 1974 nei giardini di Cinisi sposa Totò Riina (latitante) con Ninetta Bagarella. Insieme a lui c'erano altri due preti, don Mario e don Rosario. Don Coppola venne 'combinato' mafioso (entrò in Cosa nostra) a Ramacca nel 1969. È celebre l'esclamazione di Pippo Calderone rivolta al fratello Antonino: «Gesù Gesù, anche un parrino in Cosa Nostra». Don Agostino era legato a Luciano Liggio e nipote di un capo di Cosa nostra Frank Coppola. Amministrava i beni della diocesi di Monreale (la più chiacchierata di Sicilia) e faceva da mediatore nei sequestri di persona fatti dai Corleonesi (quello di Cassina, di Luigi Rossi di Montelera e dell'industriale Emilio Baroni). Fu arrestato nel 1974, e nella sua abitazione vennero trovati 5 milioni provenienti dal riscatto di un sequestro di persona. Il colonnello Russo, ucciso poi dalla mafia, era convinto che don Agostino avesse nascosto Luciano Liggio latitante a Piano Zucco, zona in gran parte controllata dal prete e dai suoi fratelli Giacomo e Domenico. Tra il 1971 e il 1973, periodo di permanenza di Liggio latitante nel palermitano, padre Agostino Coppola acquistò beni per 49 miliardi di lire" (articolo di Isaia Sales, "Chiesa e mafie", tratto da il Portale "Kainos", numero 12 - malavita, Pubblicato 15 Gennaio 2013: http://www.kainosportale.com/index.php/12-malavita/86-ricerche12/271-chiesa-e-mafie).
Ho voluto riportare solo pochi casi di preti invischiati con la mafia, ma la casistica è molto più lunga e penosa, ma per chi scrive è fondamentale far comprendere, a chi pensasse il contrario, che chiunque abbia avuto ed ha sete di potere e di denaro all'ennesima potenza, indipendentemente dal ceto sociale di appartenenza, nella mafia ha sempre trovato il suo fedele alleato, al di là del tipo di abito che indossa.
Ce lo insegna, per concludere la carrellata, il Cardinal Paul Casimir Marcinkus, morto nel 2006, in stretto contatto con Michele Sindona (mafia e massoneria) e Roberto Calvi (presidente del banco Ambrosiano e appartenente alla P2), presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione), alias la banca del Vaticano, che per un certo periodo divenne la banca del riciclaggio del denaro sporco della mafia. Famoso il suo personale coinvolgimento nel crack del Banco Ambrosiano di Calvi (che il 18 giugno 1982, fu trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi, con dei mattoni nelle tasche), per il quale sfuggì agli arresti, solo perché utilizzò il passaporto diplomatico Vaticano, ma fu coinvolto, comunque, in tanti altri scandali, come quello sulla morte di Papa Luciani (Giovanni Paolo I), che si racconta, lo volesse sollevare dall'incarico dello IOR, o il sequestro di Emanuela Orlandi, e tanto altro.
Comunque, non dimentichiamo, malgrado la Chiesa nel passato abbia convissuto con la mafia, le posizioni prese, in questi ultimi decenni, da due Pontefici che sono stati gli unici a pronunciare il nome Mafia e a prendere una posizione apertamente contraria alla ad essa in modo duro e deciso, come nessun altro capo della chiesa aveva mai fatto: Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco.
"È del 2012 la notizia che Papa Benedetto XVI ha autorizzato il decreto riguardante il martirio del "servo di Dio" Giuseppe Puglisi, ucciso "in odio alla fede" il 15 settembre 1993. Una decisione che, sottolineando il ruolo di "martire" del sacerdote ucciso per la sua opera evangelica, "scomunica" indirettamente la mafia e i suoi killer: "Il martirio di Don Puglisi mette in luce tutte le tenebre del mondo della mafia e dell'illegalità, un mondo lontano dal Vangelo che padre Pino Puglisi ha smascherato", ha detto l'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo. "La mafia ha i suoi dei e i suoi idoli", "non perdona, non condivide e uccide, tutto l'opposto del vangelo che perdona, condivide e di certo non uccide". La notizia della scomunica ai mafiosi appare scontata alla luce del Vangelo, ma meno alla luce della storia della Chiesa, rimasta per anni silenziosa (come abbiamo già constatato) sulla mafia. Come non ricordare a proposito le parole di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento, parole fuori programma. Il comportamento, quello della comunità cristiana, che ha delle attenuanti nelle particolari condizioni storiche dell'Isola e nelle vicende del secondo Dopoguerra caratterizzate dalle tensioni politiche ed ideologiche tra cattolici e comunisti.
Fu Paolo VI a chiedere per primo un intervento specifico contro la mafia e una pastorale adeguata alla situazione che promuovesse un'azione positiva e sistematica, con i mezzi che le sono propri - d'istruzione, di persuasione, di deplorazione, di riforma morale - per dissociare la mentalità della cosiddetta "mafia" da quella religiosa.
Ancora oggi però non esiste in ambito cattolico uno studio complessivo sul fenomeno mafioso né esiste una pastorale antimafia" (La Legalità, Sfida alla Fede Adulta, di Marco De Carolis).
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A tempo di Covid, tra DPCM ed Ordinanze regionali, la scuola è stata oggetto di chiusure. Quelle dell'Istruzione di primo grado sono state chiuse solo in alcune regioni, mentre per quelle di secondo grado la chiusura ha interessato tutto il territorio nazionale. L'Infanzia e l'Istruzione primaria sono invece aperte quasi tutte, tranne casi sporadici, a motivo di momentanee quarantene. Ovviamente, in questo contesto di pandemia la fanno da padrone la Didattica A Distanza (DAD) e la Didattica Digitale Integrata (DDI).
Per DAD s'intende quella tipologia di didattica che, a motivo del primo lockdown 2020, ha permesso alle scuole di chiudere l'anno scolastico, proseguendo l'attività didattica educativa da casa, attraverso l'uso degli strumenti informatici e svolgendo le lezioni in due modalità. La più utilizzata è quella sincrona, in quanto le lezioni si sono svolte in una piattaforma informatica scelta dalla scuola e con la presenza online in contemporanea del docente e degli studenti. In questo tipo di didattica, l'insegnante e i suoi alunni, si trovano nello stesso momento in un unico ambiente che viene definito classe virtuale. Durante l'attività sincrona vi è una diretta interazione simultanea tra docente e alunni e l'apprendimento avviene in tempo reale, generando quella che è identificata come classe virtuale. L'altra modalità, meno utilizzata, è quella asincrona, che non prevede la presenza in contemporanea di docente e studente all'interno della classe virtuale, infatti l'insegnante non è presente online, ma segue il processo di apprendimento degli studenti al di fuori dei vincoli di tempo e di luogo. La lezione asincrona può svolgersi, ad esempio, attraverso la fruizione di una videolezione preregistrata dall'insegnante che viene vista dallo studente senza vincoli di orario, piuttosto che con l'utilizzo di filmati didattici forniti agli studenti.
Con l'avvio del nuovo anno scolastico 2020-2020, il MIUR, attraverso il DM 39 del 26/06/2020, ha adottato un nuovo Piano Scuola, con il quale ha inteso pianificare le attività scolastiche, educative e formative delle Istituzioni del Sistema Nazionale di Istruzione.
Facendo riferimento al Regolamento sull'Autonomia (DPR 8 marzo 1999, n. 275), il documento traccia alcune ipotesi per la definizione e costruzione di nuovi percorsi formativi che siano adeguati, in questo nuovo contesto di emergenza epidemiologica da Covid-19, al normale proseguimento del processo educativo di insegnamento/apprendimento degli studenti, attraverso la definizione di precisi ambiti di intervento organizzativo.
Tra questi è previsto, "per le scuole secondarie di II grado, una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e, in via complementare, Didattica Digitale Integrata (DDI), ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile ovvero le opportunità tecnologiche, l'età e le competenze degli studenti lo consentano".
La DDI è una metodologia innovativa di insegnamento-apprendimento complementare a quella tradizionale della scuola in presenza, che potrebbe sostituire, solo in questo periodo di pandemia, la DAD, infatti il Piano Scuola già prevedeva, la sua utilizzazione, solo se si fosse reso "necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti".
Questo particolare tipo di didattica è attivata principalmente nelle scuole secondarie di secondo grado e, soltanto in caso di nuovo lockdown, potrebbe essere applicata anche in tutti gli altri ordini scolastici (infanzia, primaria, scuola secondaria di primo grado).
Quanto sopra descritto mostra strumenti alternativi alla didattica in presenza, che possano permettere, in tempi circoscritti all'emergenza, la prosecuzione dell'anno scolastico. Ma bisogna precisare un dato fondamentale, infatti, senza voler mettere in discussione il preoccupante procedere del SARS-CoV-2 (il Betacoronavirus che causa la patologia COVID-19), tali modalità di didattica, se non vi fossero motivi fondati scientificamente sulla pericolosità della scuola come bacino di contagio, possono essere problematiche per il processo di crescita degli alunni. Ciò è affermato, tra gli altri, anche da un componente del Comitato Tecnico-scientifico del Governo nazionale, il Prof. Alberto Villani, pediatra del Bambino Gesù di Roma, che in una intervista rilasciata a fine ottobre di questo anno, ha dichiarato che "la scuola non è fonte di casi positivi e focolai. I contagi non si sono sviluppati in classe ma nell'ambiente esterno". Ma ancora, a conferma di ciò, il coordinatore dello stesso Comitato, Agostino Miozzo, in un forum all'ANSA, ripreso da Orizzontescuola.it, ha dichiarato che "Da settimane abbiamo dato indicazioni che allo stato attuale la scuola non è un pericolo - sottolinea - Le condizioni sono mutate, ci sono delle regole, i ragazzi vanno con la mascherina, devono stare distanziati e ci sono stati investimenti importantissimi". Ecco perché "l'ambiente scuola è un ambiente relativamente sicuro, fermo restando che il rischio zero in questa pandemia non c'è". Dunque i ragazzi vanno "riportati in aula prima possibile". Per questo sono "incomprensibili e imbarazzanti" certe scelte "estemporanee" di governatori e sindaci in contrasto con i provvedimenti governativi" (Orizzontescuola.it, Cronaca 25 nov. 2020 - 19:46).
Tra l'altro, in molti dei Paesi del Vecchio Continente hanno scelto di non chiudere le aule delle scuole, anche se sono dovuti ricorrere negli ultimi giorni a maggiori restrizioni che hanno cambiato la vita degli alunni. Lo stesso Primo Ministro britannico Boris Johnson, che, all'inizio di questa pandemia ha tenuto un atteggiamento negazionista e superficiale, ha escluso le scuole dal nuovo lockdown nazionale, che è entrato in vigore il 5 novembre, fino a martedì 2 dicembre. Si perché le scuole devono essere le ultime, eventualmente, a chiudere e solo in un lockdown totale.
Da insegnante ritengo che la scuola non debba essere chiusa, tranne che in comprovati casi di necessità, per un semplice motivo, perché la "classe", luogo non solo fisico per la formazione e la crescita dei giovani, con tutto ciò che questo concetto racchiude in sè, non può mai essere sostituita da una DAD. Infatti la Didattica a Distanza, così come è già stata utilizzata, non può e non deve essere considerata la didattica del futuro, ma semplicemente una didattica dell'emergenza, temporanea e isolata solo ed esclusivamente a momenti di altissima gravità. Infatti, la didattica (quella che da qualche mese definiamo in presenza) ha suoi metodi e suoi strumenti, che hanno valore e rilevanza solo all'interno di una dialettica e di una relazione fatta di corporeità, di gesti, di scambi visivi e sonori, di sguardi, oltre che di contenuti e saperi da trasmettere, e ciò si costruisce dentro quel contesto che è la classe, da intendere non solo nel senso topico, cioè del locale in cui si svolge la lezione, ma nel senso dinamico, fatto di relazione ed interrelazione corporea, emozionale e disciplinare, tra docente e discenti. Anche gli oggetti della classe, il proprio banco, la lavagna, la relazione fisica con i compagni e quella speciale con i docenti, sono parte integrante della didattica e dell'insegnamento scolastico, che la propria casa, o la propria stanzetta, non possono sostituire. Insegnare vuol dire lasciare il proprio segno e ciò può avvenire solo nella presenza di persone che insieme interagiscono ed insieme, guidate, crescono. Il virtuale non è scuola e per la didattica non deve essere considerato il futuro, altrimenti ciò che viene definito processo di scolarizzazione, si snatura, divenendo altro.
Deve comunque essere chiaro, al di là di tutto, che per tornare a scuola e ristabilire il contatto con la classe, luogo principe dell'educazione-apprendimento, bisogna mettere la scuola nelle condizioni di essere in sicurezza, e consentire, in particolare, agli insegnanti di scuola dell'infanzia di avere tutti i presidi indispensabili per lavorare in modo sereno e sicuro.
Quindi scuola in presenza si, ma solo a certe condizioni.
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Intervista a Pippo Di Vita
7° Congresso Nazionale SNADIR
Rimini 28-29 Novembre 2015
Intervento di Pippo Di Vita
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INCARICHI
Componente del Consiglio Nazionale dello SNADIR, Segretario Provinciale SNADIR di Perugia e Coordinatore Regionale per l'Umbria e l'Abruzzo.
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CONVEGNI E CONFERENZE A CUI HA PARTECIPATO
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Dal 1982 partecipa, in qualità di relatore, a conferenze, convegni e tavole rotonde su l'UE e su legalità, comunicazione interpersonale, teologia e catechesi. Ha svolto questa attività, oltre che a Palermo e provincia, e in molte città siciliane, anche in Italia, a Vicenza, Roma, Ancona, Napoli, Benevento, Potenza, Viterbo, Bari, Metaponto, Cosenza, Reggio Calabria, Assisi, Bastia Umbra, Ancona, Perugia, Terni e Foligno. In Europa, dal 1991, ha tenuto incontri presso il Parlamento Europeo, a Strasburgo e Bruxelles, e anche all l’Universitat des Saarlades a Saarbrucken (Germania) e nel 2008 presso l'Ecole européenne Uccle - Bruxelles (Belgio).
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- FESTA DELL’EUROPA, il 9 maggio 2014 e 2015 a Foligno e 2016 ad Assisi/Bastia Umbra. Dal 1997 fino al 2010, il 9 Maggio, a Palermo, Benevento, Bari, Cosenza, Termini Imerese (PA).
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- DALAI LAMA seguito da Richard Gere e Marco Columbro, Maggio 1996, per conto di Amnesty International.
- TRENO EUROPEO, dal 1 al 5 maggio 1993 da Palermo è giunto a Roma attraversando le città di Capo d’orlando, Messina, Reggio Calabria, Cosenza, Metaponto, Bari, Acerra e Napoli.
- STEND DEL PARLAMENTO EUROPEO A PALERMO, a Palermo dal 23 Maggio al 6 Giugno 1992, in occasione della Fiera Campionaria del Mediterraneo.
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RICONOSCIMENTI E PREMI
Roma 26 novembre 2017 (Campidoglio): Targa finalista - Premio giornalistico e letterario "Pier Santi Mattarella:
Cosenza 26 ottobre 2013: 1° classificato - poesia inedita - Premio Internazionale "La Rinascenza della Calabria". Poesia vincitrice: "Uomini Soli".
Palermo 2005: Targa del Presidente del Consiglio comunale per l'organizzazione della Festa dell'Europa.
Ravanusa 2003: Targa in occasione della presentazione del volume “Racconti europei”.
Palermo 2001: Targa “Angelo Valentini” dell’Ufficio per l’Italia del Parlamento europeo.
Palermo 1996: Medaglia celebrativa della Città di Palermo, da parte di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, per l’attività svolta a favore della dimensione europea.
Arcidiocesi di Palermo 1983: Medaglia celebrativa della Dedicazione della Cattedrale di Palermo, donata dall’Arcivescovo Cardinale di Palermo, S.E. Salvatore Pappalardo, per l’impegno profuso nell’attività diocesana.
Carini 1985: 2° Premio “Premio Cultura Pino Evola”.
PRESENTAZIONE DEI LIBRI
PRESENTAZIONE DI "ESISTERE"
Palermo, 28 Marzo 2013
Bastia Umbra (Pg), 1 giugno 2013
PRESENTAZIONE DI "IL TEMPO"
Foligno (Pg), 16 dicembre 2014
PRESENTAZIONE DI "EVOLUZIONE"
Bastia Umbra (Pg), 5 novembre 2016
Palermo, 15 dicembre 2016
PIPPO DI VITA