Creato da reds_fire il 21/02/2007

Benito mio

nostalgia del fascismo

 

 

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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 19 Luglio 2007 da reds_fire

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Radici ed obiettivi

Il fascismo tendeva ad imporre l'assoluta preminenza del partito fascista, in ogni aspetto della vita politica e sociale.Pur combattendo il comunismo e il socialismo come nemici della patria e della società (col diretto appoggio, in questo, della grande industria e dei capitalisti privati, spaventati dalle rivendicazioni sindacali, con cui il fascismo ebbe sempre un rapporto privilegiato) Mussolini mutuò dalla dottrina socialista molte idee, creando uno stato maggiormente centralizzato e strutturando l'economia in un modello di pseudo-socialismo corporativista. In particolare, Mussolini affermava, a chi glielo domandasse, di avere come modelli ideologici due insurrezionalisti: il pre-marxista Blanqui e il leninista Sorel .Le radici del fascismo, come degli altri regimi totalitari europei "cugini" del periodo, vanno individuate nella profonda crisi della società italiana del primo dopoguerra e nelle deboli radici della sua democrazia liberale.L'ideologia del fascismo fu elaborata negli anni '20 e successivamente stilata in un articolo scritto da Giovanni Gentile durante il suo incarico di ministro dell'Istruzione e poi siglato da Mussolini, ma non venne mai veramente applicata, restando un documento privo di seguito.Il fascismo visse soprattutto della volontà di Mussolini e si limitò a seguire alcuni principi di massima da lui indicati di volta in volta e ad alimentare il culto della personalità, adoperando i mezzi di comunicazione di massa per trasmettere un ideale di uomo forte, deciso e risoluto.Il fascismo si riallaccia a correnti di pensiero ultraconservatrici, che risalgono al XIX secolo, in generale contraddistinte dalla critica contro il preteso materialismo e l'idea di progresso delle società capitaliste borghesi, ritenute distruttrici dei valori più profondi della civiltà europea. Tali scuole di pensiero tendono a rievocare un'idea romantica, secondo molti storicamente inesatta, di una mitica società premoderna, armonica e ordinata, nella quale i diversi ceti della società, ciascuno nel suo ambito, collaborano per il bene comune.Da questo promana la critica alla democrazia liberale e alla società di massa che avvilisce l'uomo (il numero contro la qualità), fino a giungere a pensatori che sul finire del XIX secolo e l'inizio del XX secolo ritenevano esaurita la funzione della civiltà occidentale (Alfred Rosenberg, con il suo Il mito del XX secolo, o Oswald Spengler, autore del famoso saggio Il tramonto dell'Occidente). L'ideologia fascista fu tuttavia sempre piuttosto contraddittoria e al fianco di queste posizioni reazionarie conviveva, non sempre armoniosamente, un culto della modernità e della tecnica di ispirazione futurista.

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