Creato da pluriracconto il 10/11/2005
Vediamo cosa esce fuori dalle nostre menti.:-)

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Messaggio #2 »

PLURIRACCONTO

Post n°1 pubblicato il 11 Novembre 2005 da pluriracconto

Le regole sono semplici, io scriverò il primo commento e darò inizio al racconto, di seguito tutti quelli che vorranno proseguire il racconto scriveranno il loro pezzo di racconto nel commento seguente e così via fino a che ci andrà.:-)

Alcuni consigli, fare sempre nuovo commento ed evitare di fare rispondi ad un commento, così avremo una certa cronologia.

Scrivere da 5 a 30 righe, evitare di scrivere intere pagine non è una gara di scrittura, quindi evitare anche commenti a scritti di altri raccontatori, il divertente è appunto che sono tanti pezzi non lunghi.

Essere abbastanza veloci nel proprio commento, altrimenti si rischia che mentre si scrive altri hanno attaccato altri pezzi di racconto e il nostro pezzo oramai è fuori cronologia.
Vi consiglio di scrivere a parte il pezzo e poi far un copia e incolla così sarete sicuri della giusta cronologia.

Evitare di fare commenti che non siano un pezzo del racconto, aprirò un altro post dove potremo fare tutti i nostri commenti.

Il pluriracconto è aperto a tutti, quindi ovviamente chiunque passerà per questo blog può lasciare il suo contributo, anzi è invitato a farlo.:-)

Allora non mi resta che dire.

BUONA SCRITTURA.:-)

 
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Commenti al Post:
pluriracconto
pluriracconto il 11/11/05 alle 00:33 via WEB
Lo sguardo di Simone era perso nell'orizzonte, nella sua testa i ricordi si rincorrevano e nel caldo del suo maglione era seduto su quella spiaggia che in un altro tempo lo aveva visto con un'altro stato d'animo. Gli occhi ogni tanto si staccavano dall'orizzonte per seguire l'onda che correva verso i suoi piedi e poi si ritraeva velocemente, era forse come una parodia della sua vita, un andare avanti ma poi ritrarsi subito dopo.
(Rispondi)
aurarosa.it
aurarosa.it il 12/11/05 alle 11:12 via WEB
Seduto, giocherellava con i sassolini, bianchi e levigati dall'onda, il Sole ancora incerto, iniziava già a riscaldare un po' l'aria. Tolse il "maglione dei ricordi", lo avvolse a mo' di cuscino e si sdraiò a contemplare quel piccolo quarto di Luna che ancora non scompariva. Sentiva sulla pelle la salsedine e il leggero soffio d'aria prodotto dal volo di qualche gabbiano che volava a bassa quota per poi ritornare su. Con lo sguardo ne seguiva il libero volo, e dolcemente scivolò nel sonno. Al risveglio, il Sole era già alto.
(Rispondi)
shony74
shony74 il 14/11/05 alle 12:45 via WEB
A distanza di anni era di nuovo li, su quella spiaggia. Non ricordava il perchè se n'era allontanato ma sapeva benissimo cosa lo spingeva nuovamente ad assaporare la dolce amara sensazione che solo il mare sa donare. Molti consideravano Simone un vigliacco, uno che vive nell'ombra, uno che non sa cogliere mai l'attimo. Non era così. Simone viveva lentamente, senza fretta alcuna, per assaporare ogni secondo della sua esistenza.
(Rispondi)
Gufoinbrodo
Gufoinbrodo il 14/11/05 alle 17:45 via WEB
La questione è che in quel momento doveva trovare il coraggio di agire e di scrollarsi di dosso quell'immobilismo che si era impadronito del suo corpo da quando aveva riaperto gli occhi.... Affondò la mano nella sabbia e vide scintillare la polvere tra le sue dita. Pensò a se stesso: non era più un granello di sabbia imprigionato in una clessidra ma ora era libero di volare e di riprendersi quello che il destino gli aveva ingiustamente sottratto. Ancora il sole non lo riscaldava abbastanza e lui ed il suo maglione avevano ancora qualcosa in sospeso.
(Rispondi)
Leti66
Leti66 il 14/11/05 alle 19:34 via WEB
Simone stava li sdraiato sulla sabbia ormai da ore in compagnia dei suoi ricordi, che passavano nella sua mente come tante fotografie, solo il rumore del mare e i gabbiani, facevano da sottofondo ai suoi pensieri e questa completa solitudine lo faceva finalmente sentire libero da qualsiasi cosa che in passato lo aveva reso prigionero....
(Rispondi)
 
Barbarella07
Barbarella07 il 15/11/05 alle 00:26 via WEB
...libero come il volo del gabbiano, anima errabonda che, alla fine di ogni volo, ritrova sempre la sua spiaggia. Simone, uno spirito libero che sa sempre come ritrovare se' stesso...nella profondita' e nell'immensita' del mare, mentre stringe tra le dita una manciata di sabbia, che lentamente scivola via; solo pochi granelli rimarranno intrappolati fra le pieghe della mano, cosi' come pochi preziosissimi granelli della sua storia d'amore restano intrappolati fra le pieghe della sua vita e...del suo cuore...
(Rispondi)
rostocchio
rostocchio il 15/11/05 alle 00:43 via WEB
Simone si tirò su, raggiunse la posizione eretta e iniziò ad inalare grandi quantità di odore di mare nei suoi polmoni. Stirò le braccia, si girò verso la collina e con difficoltà cercò di osservarne la cima, si portò la mano alla fronte per farsi ombra e per cercare di focalizzare quella sagoma che intravedeva sulla collina, ma non riusciva a farle prendere una forma concreta, ne sentiva la presenza, ma un pò i raggi del sole e un pò gli occhi ancora riposati dalla notte, non permettevano a Simone di riconoscere chi fosse. Perchè era lì, da quanto tempo lo osservava, cosa voleva da lui, era forse un frammento del passato che prendeva forma? Mentre pensava a tutto questo, sentì una voce dietro di lui. "Simone?..... Ma sei Simone?"
(Rispondi)
Leti66
Leti66 il 15/11/05 alle 01:08 via WEB
Improvvisamente davanti a lui un volto che conosceva molto bene, come un ritorno al passato, quel passato da "dimenticare".... "Che ci fai qui" le chiese....avanzava lentamente verso di lui...
(Rispondi)
trillina.it
trillina.it il 15/11/05 alle 10:47 via WEB
e mentre gli si avvicinava; Simone si domandava... "perchè non mi desta alcuna emozione particolare il vederla?... in effetti, forse, ero venuto qui anche per questo, per incontrarmi con il passato, per verificarne l'emozione, ed invece non è come tante volte mi ero soffermato ad immaginare l'incontro!" . Ormai lei lo aveva raggiunto e si salutarono con un abbraccio affettuoso. Ecco, "affettuoso", dolce, ma senza alcuna vibrazione. Pensò allora che questo era uno di quei momenti in cui la sua onda andava "avanti". Ci sarebbero stati altri momenti di ritorno, ma non scadenzati da un ritmo costante... per fortuna esistono venti e correnti sotterranee a movimentare il ritmo delle onde! "E allora che fai? raccontami!"...furono le parole che sentì uscire dalle sue labbra, accorgendosi inaspettatamente che non vi era un reale interesse nel suo parlarle.
(Rispondi)
cleopatra123
cleopatra123 il 15/11/05 alle 15:49 via WEB
"Penso " disse in un soffio di voce. " A cosa? posso chiederlo?" Lei non capiva e Simone non sapeva come spiegarsi. " Vorresti che te dicesse che penso a te, vero? No, non più, non te la darò questa ultima sodisfazione " penso. Forse era meglio il silenzio. No, il silenzio no, si disse Simone. Ci sono stati già troppi silenzi tra loro due. Forse è per questo che lei lo aveva lasciato qualche anno in dietro.
(Rispondi)
Leti66
Leti66 il 15/11/05 alle 17:35 via WEB
S'incamminarono lungo la spiaggia, fianco a fianco senza dirsi niente, Simone guardava oltre il mare e dentro di lui pensava che non voleva essere li con lei.... perchè era venuta li, perchè era venuta a cercarlo che cosa voleva ancora da lui... ma non osava chiederglielo, aveva paura di questa risposta e forse proprio in quel momento non voleva sapere niente di lei x paura di scoprire qualcosa che faceva ancora + male di quel silenzio che c'era adesso tra loro due. Camminarono x un altro po' lungo la spiaggia....
(Rispondi)
Barbarella07
Barbarella07 il 15/11/05 alle 23:28 via WEB
...ad un tratto lei si fermo', lo fisso' negli occhi con uno sguardo che sembrava inchiodarlo al muro e gli chiese, tutto d'un fiato -prima che il coraggio venisse meno- "perche' te ne sei andato, nel silenzio piu' assoluto...senza nemmeno una parola di commiato? Eppure sapevi quanto mi avresti fatto soffrire..." Simone era li', spalle al muro, fece un respiro profondo e...
(Rispondi)
rostocchio
rostocchio il 16/11/05 alle 00:06 via WEB
e pronuciò quelle frasi che da anni aveva dentro, le aveva ripetute più volte nella mente, le aveva pronunciate anche ad alta voce chiuso nel buio di una stanza, con la speranza che andassero via da lui. Non gli doveva nessun commiato, era lei che lo aveva lasciato, non era tenuto a comunicargli la sua decisione di andare via, e soprattutto non poteva comunicargli il vero motivo della sua partenza. La fine della loro storia era stato solo un pretesto, quel viaggio lui doveva intraprenderlo da tanto, doveva ripercorrere la strada che lo aveva portato in quel piccolo paese a nord della Scozia. Lo doveva fare per lui e per le persone che lungo la sua strada aveva fatto soffrire. E non poteva dirgli questo a Karen, e neanche dirgli che lui non era la persona che Karen aveva conosciuto ed amato, e che quei silenzi non erano silenzi casuali. La sua mente allora fece un grande salto all'indietro un salto a dieci anni prima, e si trovò di colpo nel sud della Spagna, in quel piccolo bar di Siviglia. "Amico prendi da bere" "Non ancora, aspetto una persona" "Va bene amico passo dopo per l'ordinazione" Miguel ritardava, e più passavano i minuti è più la sua ansia aumentava in maniera esponenziale.
(Rispondi)
Leti66
Leti66 il 16/11/05 alle 01:53 via WEB
"Simone mi ascolti??"Chiese Karen ma non ottenne risposta. Lo sguardo di Simone era perso oltre il mare e immerso nei suoi pensieri non sentiva e non vedeva nulla...."Lasciami solo" riusci' malapena a sussurrare a Karen, " ho bisogno di pensare"...Si seddette di nuovo sulla riva del mare e con la mente torno a Siviglia a tanti anni fa a quel piccolo bar dove aspettò x ore Miguel e nell' attesa finì quasi x ubriacarsi, ma Miguel arrivò, non poteva mancare a quel appuntamento così importante!!! "Simone.." Ancora lei, ancora Karen che voleva riportarlo alla realtà.... "Vattene.." Urlò Simone con quanto fiato aveva ancora in gola e lei....
(Rispondi)
Barbarella07
Barbarella07 il 17/11/05 alle 11:03 via WEB
...smisuratamente orgogliosa come sempre era stata, non lasciò trapelare la minima emozione...in atteggiamento di sfida lo fulminò con lo sguardo e sussurrò lentamente, quasi strascicando le parole "ci rivedremo, non finisce qui, tu lo sai..." Si eresse nel suo metro e 75 di altezza e se ne andò, con il passo elegante e la bellezza di una pantera...Simone rabbrividì, sotto ai caldi raggi del sole, mentre un tarlo si insinuava nella sua mente...lei sapeva...
(Rispondi)
rostocchio
rostocchio il 17/11/05 alle 12:37 via WEB
...lei aveva sempre saputo, e in tutto quel tempo gli era stata vicino nonostante sapeva tutto, ma come faceva a conoscere la verità, in quel luogo dimenticato da Dio nessuno poteva sapere di lui. Forse Karen in qualche modo aveva a che fore con il suo passato, o con qualcuno del suo passato, mentre pensava questo prendeva sempre più consistenza il tremendo sospetto che incontrare Karen non era stata una semplice coincidenza, ma che faceva parte di un disegno molto più grande di lui. Doveva capire cosa c'entrava Karen con il suo passato, che collegamenti aveva , e per farlo aveva solo un modo doveva ripercorrere la strada che lo aveva portato in quel luogo, e così lasciando malinconicamente la spiaggia si ritrovò con la mente di nuovo in quel bar di Siviglia, è iniziò a ripercorrere il suo viaggio. "Gringo mi stavi aspettando?", Simone si voltò verso la voce, e la sua ansia iniziò a sparire, Miguel era arrivato.
(Rispondi)
Leti66
Leti66 il 17/11/05 alle 13:08 via WEB
Miguel si sedette al tavolo e ordinò da bere,guardò dritto negli occhi con aria di sfida di uno che la sa' lunga e gli chiese:" E' molto che aspetti???" Simone guardo' in faccia Miguel e si chiese fino a che punto si voleva spingere e quanto lo voleva "sfidare", ma il suo sguardo dava già una netta risposta a tutte le domande che Simone si stava facendo il quel momento. "Sono quì da un po'" La voce faceva trasparire che forse nell'attesa aveva bevuto un po' troppo, ma era ancora lucido x poter affrontare Miguel e discutere di una questione che x lui era di vitale importanza. Sapeva che forse ttutto questo avrebbe potuto cambiare il corso della sua vita, ma Simone non aveva paura, no questo mai!!! " Avanti dimmi" disse Simome e Miguel......
(Rispondi)
shony74
shony74 il 17/11/05 alle 15:14 via WEB
Gli sguardi di Miguel e Simone si incontrarono per un istante.Un tempo loro due riuscivano ad intendersi con semplice sguardo. Un tempo....Ora non era più così. Simone portò alla bocca il bicchiere e bevve l'ultimo sorso del suo drink,fissò nuovamente Miguel, ma stavolta con aria di sfida. "Sto aspettando" disse
(Rispondi)
Lizzy78
Lizzy78 il 17/11/05 alle 17:47 via WEB
I toni non erano più quelli di una volta, quelli di due amici che hanno condiviso intense esperienze. Forse troppe o forse di quelle che trasformano gli occhi di ragazzo in quelli di un uomo, quello sguardo che cambia di significato ma conserva la stessa intensità, anche quando le parole sono difficili da pronunciare ma inevitabili.
(Rispondi)
rostocchio
rostocchio il 18/11/05 alle 00:09 via WEB
"Cosa stai aspettando? Mi hai fatto venire tu in questo bar, pensavo dovessi dirmi qualcosa" Miguel stava giocando come il gatto gioca con il topo, apettava una reazione di Simone, aspettava che Simone uscisse dalla sua tana. "Si ti ho fatto venire qui, ma non ho nulla dirti" "E allora cosa diavolo mi hai fatto venire a fare?" "Ho detto che non ho nulla da dirti, ma no che non ho nulla da darti" "E allora dai, dammi quello che mi devi dare e facciamola finita" "Te l'ho detto, sto aspettando" Simone cercava di non far trasparire il suo disagio, ma Miguel lo conosceva bene, sapeva leggere nell'animo di Simone come nessun'altro. L'uno di fronte all'altro, Simone giocava con il bicchiere, Miguel invece era completamente immobile, lui era il gatto. La tensione fu allentata dal cameriere che consegnò una lettera a Miguel. "Quello che aspettavo è arrivato" Miguel consegnò la lettera a Simone, si alzò dalla sedia bevve un sorso di sangria e appoggiò il bicchiere sul tavolo. "Tutto qua? una lettera e vai via?" "Te l'ho detto, non ho più niente da dirti, troverai le tue risposte in quella lettera" Miguel strizzò l'occhio a Simone, lanciò un paio di monete al cameriere e uscì dal locale senza voltarsi. Simone uscì subito dopo, Miguel in strada non si vedeva, e si trovò a camminare per le strette stradine del centro di Siviglia con in mano la lettera e con la voglia di gettarla senza leggerla.
(Rispondi)
aurarosa.it
aurarosa.it il 18/11/05 alle 10:05 via WEB
Ed ora, dopo tanti anni, si ritrovava a rimuginare, senza aver mai più letto quello che Miguel gli aveva scritto. Avrebbe voluto strapparla quella lettera e tante volte era stato sul punto di farlo ma non vi era mai riuscito. Ora continuava a stare ripiegata in quattro, con la busta ancora sigillata, in fondo a quel cassetto. Il riflesso di un raggio di sole, che ormai stava tramontando a mare dall'altro lato della piccola baia, lo abbagliò e, forse, lo illuminò. Si rese conto all'improvviso di come stava in un certo senso sciupando il suo presente ed incrinando il suo futuro. Preso dalla voglia di indagare gli eventi ed il suo animo, ripombiava in mille ricordi che si intersecavano e lo confondevano ancor più. Si sorrise, quasi come se da solo si desse una pacca sulla spalla, e prese una decisione. Non sarebbe stato ora il momento di "capire"... troppa "mente", troppa logica rigorosa guidava i suoi ricordi, non avrebbe più avuto fretta, il passato non poteva più ancorarlo impedendogli di correre con gioia verso nuove esperienze. Ecco, non era una forma di vigliaccheria bensì un chicco di saggezza che aveva seminato nel suo cuore quel pescatore sedutosi al suo tavolo la sera prima. "Non forzare mai gli eventi secondo una tua ostinata volontà ... quando sarà giunto il momento, essi ti parleranno da soli e, senza sforzo, tutto ti sarà chiaro". Quando la sera precedente aveva ascoltato quelle parole aveva pensato anche che il vecchio fosse un po' ubriaco e, invece, ora ne capiva il vero senso. Decise di ritornare in albergo, di preparare il suo zaino per la partenza e di andare poi nella stessa bettola a cenare del buon pesce con quel buon vinello locale. Forse avrebbe incontrato ancora il vecchio pescatore oppure no, ma l'importante era aver capito il suo messaggio. L'indomani sarebbe partito per Parigi dove l'aspettava il suo amico Marcel per continuare la vacanza insieme.
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trillina.it
trillina.it il 19/11/05 alle 11:57 via WEB
Rientrato in albergo, il portiere gli consegnò una lettera. Simone sorrise e, dalla grafia minuta con cui era stata scritto l'indirizzo sulla busta, si accorse che era di Karen; la piegò in quattro e si dirresse all'ascensore. Giunto in camera, ancora con quello strano sorriso sulle labbra, prese lo zaino e la depose sul fondo pensando che, al suo rientro a Roma, l'avrebbe posta accanto a quella di Miguel. Pensò anche di comprare, durante questa vacanza, una bella scatola in cui conservarle; l'avrebbe chiamata "la scatola delle parole non dette". E sì, le "parole non dette" rilette in tempi differiti non potranno mai avere esattamente lo stesso significato di quando sono emerse dal cuore verso la mente e poi trascritte. Forse le avrebbe anche lette un giorno, ma solo quando avesse imparato a non "elugubrare mentalmente" il passato quanto piuttosto a riviverlo solo in una reale emozione corporea. Solo questo forse gli avrebbe potuto consentire di dare un senso reale alle "parole non dette"... forse!! Con questi pensieri si accorse di aver già completato il bagaglio e, ancora con quello strano sorrisetto sulle labbra, uscì diretto alla solita bettola di cucina casereccia ed al buon pescato di giornata. Fra meno di dodici ore la prima corriera lo avrebbe portato in aereoporto e di lì sarebbe salito sul primo aereo per Parigi.Mentre camminava, si accorse di ripensare al vecchio pescatore; gli avrebbe fatto piacere incontrarlo ancora con le sue piccole "pillole di saggezza".
(Rispondi)
rostocchio
rostocchio il 21/11/05 alle 00:57 via WEB
Allora si incamminò verso il porticciolo, non sapeva dove cercarlo, la sera prima era la prima volta che lo vedeva. Strano, eppure di passeggiate sul porticciolo ne aveva fatte. Dopo poco si trovò sulla banchina, le barche erano rientrate e ora erano lì cullate che sembravano dormire, quasi per ricaricarsi e riprendere le forze per una nuova nottata di pesca. Incrociò due giovani marinai, di vista li conosceva, li salutò e gli chiese del vecchio pescatore, ma i due non seppero dargli aiuto. Chiese anche al proprietario della taverna sul molo, nel suo locale passavano tutti i pescatori della zona, sicuramente lui avrebbe saputo dirgli dove trovarlo, niente. E così tutte le persone a cui chiese del vecchio pescatore gli diedero la stessa risposta, nessuno sapeva chi fosse. Ma allora chi era quell'uomo della sera prima, perchè si era fatto passare per un vecchio pescatore, forse anche lui aveva a che fare in qualche modo con il suo passato, perchè il suo passato tornava nella sua vita in modo così prepotente, e perchè proprio ora?
(Rispondi)
trillina.it
trillina.it il 24/11/05 alle 00:21 via WEB
E mentre ripiombava nei suoi soliti pensieri sul passato, si sentì porre una mano sulla spalla e si accorse di una persona che gli si affiancava. "Ehi ragazzo, non ti ricordi di me?" furono le parole che contemporaneamente ascoltò, non senza meraviglia. Un sorriso illuminò il volto di Simone che ormai aveva perso la speranza dell'incontro. "Certo che mi ricordo benissimo: ieri sera alla Taverna!"... "Domattina parto per Parigi e stasera mi avrebbe fatto piacere salutarvi e scambiare ancora quattro chiacchiere insieme" disse, mentre si stringevano calorosamente la mano. E continuò "ho chiesto di Voi un po' in giro, anche allo stesso oste, ma pare che qui nessuno vi conosca... e così ora non ci speravo più!". E il vecchio: "infatti non sono di qui, solo recentemente ho preso l'abitudine di venirci sempre verso quest'ora. Ieri è stato un caso che mi sia fermato alla taverna ma, generalmente, vado di corsa diritto a casa della mia bella... eheheh... non sono poi così tanto vecchio, che credi ragazzo?" . E accompagnò queste parole con una allegra fragorosa risata, ammiccando. Poi continuò "eh ragazzo, la vita è strana... per questo ieri sera ti dicevo di non perderti il presente nel rimuginare sul passato, vivi... e poi, quando sarai vecchio come me, lo stesso passato, senza che gli chiedi più nulla, in qualche modo, saprà parlarti da solo". "Ma come? …mi sembra una posizione un po' troppo fatalista" replicò con garbo Simone che, in effetti, era anche un po' seccato da questa sorta di ermetismo, da questo "dire-non dire". Il vecchio, sempre con il suo atteggiamento in po’ sornione, continuò: "ah ah ... ti meravigli del mio parlare ... lo immaginavo ... devi sapere che non sono sempre stato pescatore... è solo da qualche anno che mi dedico a questa attività ... esattamente da quando sono andato in pensione. Chiaro che anche prima avevo sempre amato il mare ed andavo a pesca, ma ora lo faccio proprio come un vero lavoro e dopo aver pescato mi preoccupo anche di rivendere ciò che pesco. Va bè, ti racconto un po' di più... ma molto sinteticamente ... la mia bella mi aspetta!". Ed ammiccò di nuovo continuando " abito in un paesino su questa stessa costa ma a sei km circa da qui. Dopo la Pesca ed il mercato, vado a casa mi riposo un po' ... mi lavo per togliermi la puzza del pesce di dosso e poi... di nuovo in barca, più o meno alla stessa ora, vengo qui via mare, corro da Esperia, ceniamo insieme, facciamo l’amore, dormiamo abbracciati e … alle quattro del mattino, sono di nuovo in barca con le mie reti. Ora dai, andiamo a bere un bicchiere di vino insieme e poi scappo da Esperia”… Si incamminarono verso la taverna mentre il vecchio continuava il suo racconto : “ Esperia è stata il mio primo amore, siamo entrambi di un paesino della costa bretone. Quando scoppiò la guerra anch’io partii ma al ritorno non la trovai più. Continuai a cercarla a lungo ma, per essere breve, non ci trovammo più. Sarebbe davvero troppo lungo raccontarti tutta la storia, ed anche tanta sofferenza, invece ti dico solo che all’improvviso il mese scorso, dopo quasi sessant'anni, a 79 anni io e 77 lei, me la sono ritrovata davanti al mercato del mio paese… e senza cercarlo … ecco il passato è ricomparso… ed in un modo davvero incredibile… Così, dopo tante sofferenze, abbiamo deciso entrambi di vivere tutti i nostri giorni sempre come se fosse l’ultimo… siamo felici… e per noi esiste sempre e solo il presente!!” Intanto avevano bevuto il loro bicchiere di vino ed a nulla valsero le insistenze di Simone perché si trattenesse a cena lì… non era possibile… il suo presente lo aspettava. Si salutarono con affetto e simpatia proprio come se si fossero conosciuti da tempo e, senza che Simone potesse aggiungere altro, il vecchio abbandonò la taverna. Rimasto solo, mentre si sedeva al tavolo in attesa dell’oste per l’ordinazione, Simone si accorse che quasi automaticamente aveva cacciato dalla tasca l’orario della corriera che fra poche ore lo avrebbe accompagnato all’aereoporto. Fu quasi contento di essersi osservato in questa azione automatica, forse, senza nemmeno accorgesene, le parole del pescatore iniziavano a dare i loro effetti. Sorridendosi pensò “chissà se ci riuscerò? vale la pena tentare… ogni volta che mi scoprirò a rimuginare sul passato mi troverò un’azione pratica da fare e cercherò di staccarmene… certo che per un tipo come me, sarà un duro lavoro su me stesso… ma forse forse vale la pena tentare”. E mentre pensava ciò, l’oste si avvicinò al tavolo e Simone ordinò...
(Rispondi)
shony74
shony74 il 28/11/05 alle 15:15 via WEB
Simone era abituato a mangiare da solo ma quella sera gli sarebbe piaciuto avere compagnia. Le parole del pescatore avevano avuto uno strano effetto su di lui....dopo tanto tempo si sentiva in pace. Per un momento il suo pensiero corse alle lettere mai aperte, chissà qual'era il loro contenuto, chissà perchè non l'aveva mai aperte. Si era sempre detto che non valeva neanche la pena di leggerle, la realtà era diversa, aveva ragione il vecchio e saggio pescatore, Simone non viveva il suo presente perchè era ossessionato dal suo passato. Era giunto il momento di voltare pagina. Finì di mangiare ed uscì dall'osteria.
(Rispondi)
 
rostocchio
rostocchio il 02/12/05 alle 11:29 via WEB
Il suo passato doveva sconfiggerlo, è solo allora si rese conto che la lettera di Miguel l'aveva avuta sempre con se, non l'aveva affatto lasciata a Roma, il credere quella lettera lontana era solo un'altro modo di allontanare il suo passato, la scatola delle parole non dette era sempre stata con lui.
(Rispondi)
rostocchio
rostocchio il 01/12/05 alle 16:16 via WEB
Raggiunse con molta fretta la sua camera, la prima cosa che fece è tirare fuori dal cassetto quelle lettere, le tirò fuori entrambe e le mise sul letto. Ecco che il suo passato era lì, lo guardava, lo richiamava a se. Sapeva oramai che l'unico modo per andare avanti era affrontare tutto quello che dieci anni prima aveva cercato di dimenticare non aprendo la lettera di Miguel. Ma adesso le lettere erano due, c'era nche la lettera di Karen, ed in un certo modo quelle due lettere erano legate tra di loro, ma non riusciva ad immaginare come. Passò un'ora, il buio oramai aveva fatto sua la camera, Simone accese la lampada accanto al letto e prese in mano la lettera di Miguel. Non poteva più tornare indietro, e con il cuore che sembrava uscirgli dal petto iniziò a leggere la lettera. "Simone amico mio, quello che leggerai non potevo dirtelo di persona, l'unico modo per dirtelo era usare un amico fidato che ti consegnasse questa lettera. Si amico fidato, perchè Miguel per quanto ti può sembrare strano è ancora un amico fidato, ricorda in quello che facciamo noi, non sempre quello che vediamo corrisponde a verità. Capisco che tu voglia finirla, quello che hai visto nel tuo ultimo viaggio non lo augurerei di vederlo neanche al mio peggior nemico. Abbiamo ancora bisogno di te, e purtroppo non puoi tirarti indietro, ne va della tua vita.Loro sanno che hai visto, e non ti lasceranno sparire col timore che tu possa rendere pubblico quell'orrore. C'è una donna che è stata incaricata di cercarti, devi riuscire a trovarla tu, prima che lei trovi te. Sparire non servirebbe a nulla, lei prima o poi ti troverebbe. Purtroppo non so dirti molto su di lei, posso solo dirti che il suo nome è Esperia. Stai attento amico mio. Con affetto Carlos."
(Rispondi)
pluriracconto
pluriracconto il 02/12/05 alle 11:33 via WEB
------Pezzo di Trillina inserito da me ----- Il cuore di Simone ebbe un fremito a leggere quel nome... si trattava, dunque, della compagna del vecchio!... Diversamente dal solito, prese una rapida decisione, andò allo scrittoio, prese un foglio per iniziare a scrivere. Si fermò con la mano a pochi centimetri dal foglio, non ricordava più il nome del pescatore, comunque non aveva importanza avrebbe scritto semplicemente "carissimo uomo saggio". Questo attimo di esitazione però lo spinse a riflettere ulteriormente. Avrebbe dovuto scrivere una lettera che andasse bene, in ogni caso, sia per se stesso sia per il Vecchio. In effetti, Simone non sapeva decidere se quel Pescatore potesse essere o diventare un complice di Esperia, oppure se, a conoscenza di certe trame e non condividendole, aveva voluto in qualche modo aiutarlo. Guidato da tali considerazioni si decise a scrivere nel modo più semplice e conciso poche righe in cui lo ringraziava e diceva che all'ultimo momento aveva deciso di cambiare destinazione. Aveva ricevuto una telefonata da una sua vecchia innamorata ed aveva deciso di raggiungerla in Grecia. Depistando così le sue possibili tracce, piego il foglietto e finalmente poteva andare a riposare. Domattina,prima di prendere la corriera, l'avrebbe consegnata all'oste pregandolo di aspettare a quella certa ora il pescatore per consegnargliela. Era sicuro che l'Oste sarebbe stato disponibile, oramai erano divenuti amici, e comunque, per prudenza, non avrebbe usato alcuna busta, così se avesse voluto leggere anche lui poteva farlo: meglio ancora!! Ormai era già a letto, spense la lampada del comodino, ed illuminato un po' da un sottile raggio di luce lunare sprofondò in un sonno ristoratore
(Rispondi)
trillina.it
trillina.it il 02/12/05 alle 17:08 via WEB
Il sonno fu davvero ristoratore in quanto al mattino si rese conto di quanta confusione avesse fatto la sera precedente. Sempre ancora "fisso" in quel suo "benedetto passato", aveva perso le due lettere dal fondo dello zaino ed aveva pensato di prendere quella di Miguel e quella di Karen. Aveva dimenticato totalmente che quella più antica era ben lontano, in fondo all'ultimo casseto dello scrittoio nella sua casa di Roma. In effetti l'altra lettera, oltre quella di Karen, era quella recente dell'amico Marcel che lo aspettava a Parigi. E allora?... ma ke cosa aveva letto allora?... Riprese di nuovo la lettera e ricominciò a leggerla. Si rese conto che la sera prima, dopo tutto il buon vino rosso bevuto in taverna, e sempre ossessionato dal passato, aveva letto quello che aveva voluto leggere non quello che realmente ci fosse scritto.
(Rispondi)
trillina.it
trillina.it il 02/12/05 alle 18:00 via WEB
Questa volta aveva riletto la lettera con la massima attenzione rigo per rigo. "Simone amico mio, quello che leggerai non potevo dirtelo per telefono, l'unico modo per dirtelo era usare un amico fidato che ti consegnasse questa lettera. Così, dopo la tua telefonata da Roma, a conoscenza di questo tuo viaggio, sono riuscito a rintracciare Karen. Ero sicuro che, nonostante i vostri dissapori,in qualche modo, sarebbe riuscita a dartela. Karen, per quanto ti possa sembrare strano dopo quello che ci è stato tra voi, è ancora una cara amica fidata. Ricorda che la verità non sempre emerge da ciò che si vede, piuttosto spesso la si può ritrovare nelle azioni che si compiono. Capisco che tu voglia finirla, quello che hai visto nel tuo ultimo viaggio non augurerei di vederlo neanche al mio peggior nemico. Abbiamo ancora bisogno di te, e purtroppo, non puoi tirarti indietro, ne va della tua vita.Loro sanno che hai visto, e non ti lasceranno sparire col timore che tu possa rendere pubblico quell'orrore. C'è una donna che è stata incaricata di cercarti, devi riuscire a trovarla tu, prima che lei trovi te. Sparire non servirebbe a nulla, lei prima o poi ti troverebbe. Purtroppo non so dirti molto su di lei, posso solo dirti che il suo nome è Esperia. Stai attento amico mio. Con affetto Carlos". Dopo la lettura Simone tirò un sospiro ed abbozzò quel suo solito mezzo sorrisetto di autoderisione per la semisbornia della sera precedente. Ancora una volta, si indispettì un po'per non aver ancora risolto l'argomento Miguel. Comunque, non ci pensò più di tanto ed invece considerò che in sostanza, il biglietto che aveva scritto era comunque valido al pari dei piani da lui stabiliti. Dopo una rapida doccia e barba, uscì in fretta e riuscì ad attuare perfettamente tutti i suoi piani. E così, ora a mezzogiorno preciso, stava sorvolando quel mare che lo separava ormai poco dalla sua meta: Parigi!
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aurarosa.it
aurarosa.it il 30/04/06 alle 10:56 via WEB
Quanto tempo era passato da quel volo a Parigi e quanto tempo ancora aveva poi trascorso in quella città...quanti cambiamenti, quante emozioni e quanto amore aveva caratterizzato i suoi anni parigini. "Anni Parigini" era infatti il modo in cui oggi Simone ricordava con dolce rimpianto quella meravigliosa fetta di torta che era stata la sua vita a Parigi accanto a Mademoiselle Libera du Coeur, divenuta poi per lui più confidenzialmente "Moncoeur". Libera l'aveva conosciuta ad una festa organizzata da Marcel su quel meraviglioso terrazzino di MontMartre e subito era scoccata tra loro una scintilla trasformatasi presto in un fuoco divampante. Un fuoco d'amore così purificante dell'anima che era riuscito a "liberare" Simone da quelle catene che lo ancoravano irrimediabilmente al suo passato. Simone aveva deciso, infatti, di abbandonare il suo lavoro a Roma e di seguire finalmente la voce delle emozioni, la voce del cuore, la voce del suo presente, della sua "Vita Momento per Momento" ... Fu così che, grazie alla sua dolce amante "MonCoeur" finalmente ritrovò la sua Anima Artistica. Rientrò a Roma dopo circa due mesi di assenza, solo per sistemare tutto ciò che era necessario organizzare per poter vivere in libertà serena la sua scelta. Si licenziò dal suo lavoro, fittò la sua casetta a studenti e portò con sè a Parigi solo lo stretto necessario per poter iniziare la sua Nuova Vita con MonCouer. Nel suo bagaglio in effeti si limitò a portare le sue macchine fotografiche, i vari obiettivi e filtri, la vecchia cinepresa e la nuova videocamera con relatici accessori, il pc portatile e qualche "pezza" troppo comoda per potervi rinunciare... nulla di più... se non, chiaramente, la vecchia "scatola" con la famosa lettera di Miguel, ancor oggi "mai letta". A Parigi aveva vissuto anni felici di amore e di lavoro che si intersecavano armoniosamente e fruttuosamente. MonCoeur, infatti, era una sensibile e raffinata giornalista, corrispondente estera di una nota testata parigina e Simone era divenuto in breve il suo fotoreporter ufficiale. Avevano sistemato la loro casetta su la Rive Gauche, che non riuscivano comunque a godersi a pieno così sempre in giro per il mondo a fotografare e scrivere. In breve, comunque, la loro casetta era divenuta una sorta di atelier per le magnifiche opere fotografiche realizzate da Simone ed organizzate con la sua delicata eleganza dalla dolce Mademoiselle Libera. Un Tempo Felice senza Tempo, era ieri ma era anche ora, ora che Libera non c'era più, ed anche domani che ci sarebbe stata accanto a lui un'altra donna. Sì perchè Libera, MonCoeur, era stata capace di fargli intendere fino in fondo quale fosse il vero senso dell'AMORE, quello che è "dentro" ed aspetta solo il tocco di una bacchetta magica per potersi manifestare. La bacchetta magica di Simone era stata Mademoiselle Libera Du Coeur, MonCoeur!
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aurarosa.it
aurarosa.it il 30/04/06 alle 11:14 via WEB
"relatici accessori" ==>>ERRATA CORRIGE: "relativi accessori"
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aurarosa.it
aurarosa.it il 30/04/06 alle 12:03 via WEB
Ecco in questo momento, si ritrovava dopo tanto tempo, davanti alla soglia della sua casetta di Trastevere, ormai totalmente libera da studenti vari, ed in un attimo, quello di girare la chiave nella toppa della serratura,era riuscito a rivivere a volo d'uccello la sua Vita con le stesse emozioni intense di allora ed ancora una volta si rese conto di avere nel suo zaino qualla "scatola" e la "lettera chiusa di Miguel". Sorrise mentre entrava e si rese conto di come fosse stato determinante il non averla più letta quella lettera... Diversamente, forse, non avrebbe conosciuto MonCoeur, non avrebbe conosciuto il vero senso dell'Amore, fuori da ogni possibile ruolo, fuori da stereotipi, fuori da ogni prevedibile schema sociale... Forse, non avrebbe dato l'opportunità a MonCoeur di morire di leucemia incredibilmente con il sorriso sulle labbra e negli occhi semiaperti mentre lui, Simone, con la mano nella mano le leggeva i versi della poesia scritta insieme a quattromani!! ... Non rimpiangeva nulla della sua decisione di "non leggere il passato" per poter Vivere l'Amore, la Vita... Sapeva che ormai nulla avrebbe potuto più distruggere ciò che aveva conquistato grazie a MonCoeur!! Stava iniziando ora un nuovo capitolo della sua vita e grazie a Libera ed alla "lettera chiusa" sapeva come perfino da una "cicatrice" può nascere un "fiore" ... Entrò e spalancò le finestre e sentì l'allegro vociare dei turisti che passavano in strada in quella soleggiata domenica della deliziosa primavera romana. Il venticello fresco gli sfiorò il viso e gli parve fosse una carezza di MonCoeur che lo rassicurava... non era stato un sogno, era tutto vero, e si sentì più forte e pronto a ricominciare.
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aurarosa.it
aurarosa.it il 30/04/06 alle 12:04 via WEB
", quello di girare la chiave nella toppa della serratura," ===>> ERRATA CORRIGE : "- quello di girare la chiave nella toppa della serratura - "
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tattoosupplies888
tattoosupplies888 il 08/09/10 alle 07:48 via WEB
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