Giuseppe LigrestiPoesia |
POESIA E MUSICA
Le lettere d'amore(Vecchioni canta Fernando Pessoa)
http://www.youtube.com/watch?v=xnslQaGKj44
Confessioni di un malandrino(Branduardi canta Esenin)
http://www.youtube.com/watch?v=E3GI_ysk4MA
Bene (F.De Gregori)
http://www.youtube.com/watch?v=bo3Kl3KBgrk
Incontro (F.Guccini)
http://www.youtube.com/watch?v=s31PuZ6TUQk
La canzone del padre (F.De Andrè)
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CARMELO BENE -SU CHIESA E CATTOLICESIMO
LETTERA DI LICIO GELLI
PASOLINI INTERVISTA UNGARETTI
PASOLINI SU MARILYN MONROE (DA LA RABBIA)
Del mondo antico e del mondo futuro
era rimasta solo la bellezza, e tu,
povera sorellina minore,
quella che corre dietro ai fratelli piu' grandi,
e ride e piange con loro, per imitarli,
e si mette addosso le loro sciarpette,
tocca non vista i loro libri,i loro coltellini,
tu sorellina piu' piccola,
quella bellezza l’avevi addosso umilmente,
e la tua anima di figlia di piccola gente,
non hai mai saputo di averla,
perche' altrimenti non sarebbe stata bellezza
Spari', come un pulviscolo d’oro.
Il mondo te l’ha insegnata.
Cosi' la tua bellezza divenne sua.
Dello stupido mondo antico
e del feroce mondo futuro
era rimasta una bellezza che non si vergognava
di alludere ai piccoli seni di sorellina,
al piccolo ventre cosi' facilmente nudo.
E per questo era bellezza, la stessa
che hanno le dolci mendicanti di colore,
le zingare, le figlie dei commercianti
vincitrici ai concorsi a Miami o a Roma
Spari', come una colombella d’oro.
Il mondo te l’ha insegnato,
e cosi' la tua bellezza non fu piu' bellezza.
Ma tu continuavi ad esser bambina,
sciocca come l’antichita', crudele come il futuro,
e fra te e la tua bellezza posseduta dal potere
si mise tutta la stupidita' e la crudelta' del presente
te la portavi sempre dietro come un sorriso tra le lacrime
impudica per passivita', indecente per obbedienza.
Spari' come una bianca ombra d’oro.
La tua bellezza sopravvissuta del mondo antico,
richiesta dal mondo futuro, posseduta
dal mondo presente, divenne cosi' un male.
Ora i fratelli maggiori finalmente si voltano,
smettono per un momento i loro maledetti giochi,
escono dalla loro inesorabile distrazione,
e si chiedono: “E' possibile che Marilyn,
la piccola Marilyn ci abbia indicato la strada?”
Ora sei tu, la prima, tu la sorella piu' piccola, quella
che non conta nulla, poverina, col suo sorriso,
sei tu la prima oltre le porte del mondo
abbandonato al suo destino di morte.
PASOLINI:HORROR DREAMS
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Fratelli
Post n°23 pubblicato il 02 Giugno 2010 da pierpaolopasolini3
Fratelli
Tu fratello, che t’annerisci al picchio del sole africano, e tu che ti strascini fra i monti d’Alsazia, di nostalgia muore nei campi e tra le mani dell’aratro la vostra sfiancata stanchezza proletaria, sottoproletaria, schiava. Alle narici la polvere, la terra dei padri come l’asfalto indurito delle vie enormi della Capitale, di Milano, di Genova, così l’immagine stridente dell’uomo medio che macina il proprio tempo a rincorrere la rabbia e poi ancora l’odore dei porci, l’appartamento e il verso della civetta. Le rogge versano sangue alle sorgenti in ogni crepuscolo del giorno, salubri alle vene elitarie del padrone, e come la sacerdotessa di Ecate il primitivo borghese realizza riti di fertilità, e riemerge dal seme il seme, dal denaro il denaro. Le frescure delle dodici, degli olmi, ricuciono la morte alla vita, mani unte di salumi, oli e spezie, imbrattano le labbra, gli zigomi, gli aliti delle schiene spezzate; sogna le cosce dell’amante, con occhio semichiuso, disteso nei suoi stracci, lo sporco contadino, sogna anarchia, evasione, il vino, o forse solo ripresentarsi al grembo l’illuso contadino, e s’assopisce a vana attesa. Poi ancora ritorna l’ora di lavoro, morte e ancora morte, sorte selvaggia e bastarda, la storia non muta e la terra dà ancora frutti, ma ancora morti che addolciscono il mare e rendono deserti i camposanti; è pietra scolpita, la vita, nei campi s’arrossisce di vergogna, ed al cuore resta un grido represso. E nelle case si attende il pane.
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INFO
ATTESTATI DI MORTE
Leggere Attestati di Morte di Giuseppe Ligresti è un’esperienza odeporica, in cui il viaggio del Poeta assume tinte immaginifiche ed una consapevolezza che ci rimanda a Borges, quando scriveva che "la morte è un’usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare". Ligresti possiede il dono di consegnarci dei versi che contengono solidi impasti, e chi è in grado di assaggiarli, saprà assaporare perfino i più dolci elementi – amalgamati con cura – nel suo panem amarum che costituisce Attestati di Morte.
Tratto dalla postfazione "Fino a farsi Luce" di Eugenio Patanè
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Amore, mio giovine emblema,
Tornato a dorare la terra,
Diffuso entro il giorno rupestre,
E' l'ultima volta che miro
(Appiè del botro, d'irruenti
Acque sontuoso, d'antri
Funesto) la scia di luce
Che pari alla tortora lamentosa
Sull'erba svagata si turba.
Amore, salute lucente,
Mi pesano gli anni venturi.
Abbandonata la mazza fedele,
Scivolerò nell'acqua buia
Senza rimpianto.
Morte, arido fiume...
Immemore sorella, morte,
L'uguale mi farai del sogno
Baciandomi.
Avrò il tuo passo,
Andrò senza lasciare impronta.
Mi darai il cuore immobile
D'un iddio, sarò innocente,
Non avrò più pensieri nè bontà.
Colla mente murata,
Cogli occhi caduti in oblio,
Farò da guida alla felicità.
Inviato da: poetica_mente
il 08/10/2009 alle 13:57