E’ finito.
Oggi è l’ultimo giorno.
E’ l’ultima volta che siedo a questo tavolo dentro a questo locale.
Isola d’Italia in Francia.
Francia odiata ed amata. Ed è odio e si sa.
Ma è anche amore. Ed io la lascio.
E’ un sentimento di vuoto che regna dentro.
Ed ora capisco
perché è al cuore che si attribuisce la percezione dei sentimenti.
E’ in quella zona che fa sconquasso ogni sentimento. Così
come l’ansia sembra svuotarci il petto, così il dolore sembra torcerlo e trafiggerlo e l’amore devastarlo.
E’ nel cuore che si compiono le battaglie della vita ed è nel cuore che si muore.
Il mio cuore ora è sconvolto, rovinato, campo di macerie di quattro mesi di vita francese, di sofferenza francese, struggimento e amore
francese. Chissà se mai qualcuno si accorgerà di quello che ho provato. Spero
che le mie foto, le uniche di questi quattro mesi, riescano a parlare. A parlare della gioia di essere solo.
Gioia che è anche sofferenza (ma necessità) di essere solo.
Gioia che è preludio ad essere libero. Il lavoro, l’azienda non è nulla rispetto a me.
Infatti ora cambio.
Ma questi quattro mesi, ormai traccia di un’utile esperienza lavorativa, sono per me un solco profondo su terreno fertile dove seminare il futuro. E in questo il lavoro è tutto per me: non per quello che il lavoro mi fa diventare.
‘E’ fredda la carne’, mi ha detto Michele il cameriere, ma le idee sono peggio della carne: questa la puoi scaldare, quelle vanno mangiate calde, che riscaldate muoiono e perdono senso.
Ed è il divenire che mi tortura, perché è solo per diventare
che io faccio. Ma sul perché diventare non so nulla, però so che è meglio cercare di diventare che non far nulla o peggio: aspettare.
E domani solo ricordi.
Di questa malinconia, di questa grappa e di due gobbetti,
uno grande e uno piccolo, da portare come testimonianza d’Italia in questa isola d’Italia.
Mi accorgo che è solo negli adii che si indugio come per
prolungare quella malinconia che poi riaffiora sempre durante i ricordi. Chissà
se mai qualcuno un giorno leggerà queste farneticazioni di un futuro pazzo.
Scritto sotto gli effetti dell’alcool o sotto la lucidità dei
sentimenti.
Inviato da: donnaappagata
il 19/08/2011 alle 09:34
Inviato da: vdr60
il 10/02/2009 alle 11:14
Inviato da: vianneroux
il 08/02/2009 alle 21:33
Inviato da: vianneroux
il 21/07/2008 alle 22:01
Inviato da: carlofedele
il 22/01/2008 alle 16:56