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Da Dante al Salvini. La nuova cultura italiana

Post n°118 pubblicato il 08 Luglio 2009 da chinasky2006
 

 

Foto di chinasky2006

L'italia è un paese alla deriva sociale ed economica. Malgrado quello che vogliono lasciare intendere. Ma ci sono delle cose che nessuno potrà mai toglierci. Il sole, il mare, la bellezza delle città, i musei, le opere d'arte, la cultura, i pittori, la letteratura. La patria di Dante e Michelangelo, Giotto, Raffaello, Pasolini, Petrarca, Leonardo, Boccaccio, Bernini, io. Davvero niente può levarci il primato della cultura, ed è una consolazione di cui andare fieri per il mondo. I soliti barbuti sinistroidi con l'aria circospetta da attentatori sovversivi, da tempo, continuano a reclamare il primato di cultura, letteratura, cinema, musica e poesia. Non c'è niente di più sbagliato. L'arte non conosce schieramento politico. Proprio ieri, infatti, mi sono imbattuto in un delicato sonetto, di un autore emergente, appartenente alla nuova corrente “nordista”. Oltre che poeta immortale, il Salvini è anche parlamentare italiano ed europeo. Riporto una leggera e spensierata ode sulle radici dell'unità d'Italia.

"Senti che puzza scappano anche i cani
stanno arrivando i napoletani
i colerosi, i terremotati
con il sapone
non vi siete mai lavati”

Il Salvini, ripercorre la strada tracciata da sommi maestri della scuola dei “Neoclassici Padani”. Boso, Borghezio, Bossi, Calderoli. Una corrente sviluppatasi rapidamente, coinvolgendo gli animi più sensibili. Vero e proprio precursore di un filone che ci rende orgogliosi in tutto il mondo, è il vate Bossi Umberto, con rivoluzionarie odi alla virgulta e poderosa arte amatoria padana.

"Ah bona! Ah bona" la lega è si armata, ma di manico! Di manico!"
"Noi della lega ce lo abbiamo duro!"

E come tralasciare l'indimenticabile “epopea del Bingo Bongo islamico”, che impreziosisce le opere del Borghezio, anch'egli parlamentare della Repubblica, ed altro padre fondatore del raffinato neoclassicismo padano. Gemme estrapolate da orazioni fiume. Egli pone l'accento soprattutto sulle radici incontaminate del nostro animo ariano, minate dal rozzo imbarbarimento di altre culture:

 
"Uomini della padania, questi bingo bonghi col cazzo lungo vogliono scoparci le mogli, le nostre donne!".
"Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe e li rispediremo a casa a calci nel culo! nel culo! Merde!" 
Fino al più accorato, lungimirante e coraggioso inno alla libertà:
"Libertà! Libertà! Fanculo questi islamici di merda!°

E quindi, non scoraggiatevi. La situazione è grave, ma ci è rimasto qualcosa che gli altri si sognano, e che ci rende orgogliosi dell'Italia nel mondo: La cultura. Impreziosita da simili gemme, che trasudano poesia appassionata. Orde di sovversivi e misconoscitori dell'arte poetica, si sono indignati. Hanno costretto il nostro prode Salvini all'esilio. Non sarà più parlamentare dell'Italia, e non potrà contribuire a partorire leggi migliori, rappresentandoci al meglio (quella rivoluzionaria sui mezzi pubblici separati, che avrebbe tenuto gli indigeni di stirpe nordista lontani dal periglio maleodorante degli extracomunitari, sarà comunque portata avanti dai suoi meritevoli colleghi). Ma da lontano, nel suo seggio da parlamentare europeo, assieme agli amici del gruppo neonazista continentale, continuerà indefesso, a lavorare per noi tutti. Con leggi illuminate, e poesie delicate, che presto i nostri pargoli potranno imparare anche nelle scuole, al posto dell'obsoleto Dante. Ci vorrà solo un po' di pazienza, appena la riforma sulla scuola sarà pronta, e le nuove generazioni potranno essere iniziate alla vera arte padana, col loro grembiulino verde.

 
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