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DRACULA E FRANKENSTEIN NELL'EREMO DEL MONARCA

Post n°230 pubblicato il 18 Maggio 2012 da chinasky2006
 





Foto di chinasky2006




L’umile dimora del Monarca è ancora avvolta da un nebbione raggelante e gli striduli versi delle fiere selvatiche ghiacciano il sangue nelle vene, quando Dracula Monti ed il fido Frankenstein giungono a corte per un fondamentale summit di raffinatissima politica.
Superati abilmente i controlli di Dell’Utri e due capimafia al cancello, arrivano sulla soglia dell’eremo. Li accoglie un affannato maggiordomo Bruno Vespa, intento a costruire un plastico, notte tempo. Un po’ infastidito, e con doppietta in mano, il servitore: “Via, sciò buoni  a nulla. Trovatevi in lavoro serio invece di importunare la gente con le vostre vendite porta a porta. Lo sa che qui abita il padrone dell’Itaglia intiera? Voi venite e vendere vibratori a casa del Messia? Lui non ne ha bisogno, tra l’altro…”. Dracula Monti è un poco sorpreso. “Scusi messere, io sono il presidente del consiglio tecnico. Mi hanno chiamato per aggiustare i dann… mi hanno nominato per proseguire le riforme del precedente esecutivo, e lui è il tecnico dei tecnici: i
l taglieggiatore Bondi-Frankenstein…”. Il maggiordomo emette un risolino isterico, poi fa entrare i viandanti stipandoli nella sala d’aspetto. Tra aquile impagliate, bare, loculi ancora da riempire in cui sono da giorni Santanquì, Bernini, Gelmini e Carfagna per studiare la parte in vista di "Ballarò". “Avverto il Messia. Non ha ancora dormito un minuto, e solo per il benessere delle genti umane.".
Congedate ventitré esotiche battone scosciate agghindate come semafori di notte, il messia abbandona, un poco stremato, la stanza dei lavori sommi e si reca nella sala del dolce sospiro. In quel luogo rarefatto, le muse gli dettano un sonetto d’amor struggente. Vespa irrompe, concitato: “Santità ci sarebbero Dracula Monti assieme ad un orrendo scimmione, che chiedono di vederla…”.
“E chicazzo sono? Che vorranno? Altra gente che batte cassa? Notizie brutte? Quanto vogliono? Hanno arrestato un altro dei nostri per stupro di gruppo e affiliazione a 12 mafie? Il nostro consenso è sceso allo 0,2% da quando mi sono defilato? Le bimbe nei loculi non vogliono imparare la parte per le trasmissioni settimanali? Dica, tristo leccaculo, dica…”.
“Veramente questo Dracula sarebbe il nuovo premier…almeno così dicono, ma io lo so che è ancora lei il vero premierissimo, non volevo risultare avventato…”.
“Via, ignobile essere, che oggi sono di buon umore, ma lo poteva dire che sono a busta paga. Ed ora vada a lavarsi che pare unto di sugna e puzza in modo indegno…”.
Il Messia, aiutato dall’ex maggiordomo Emilio Fede declassato a ruolo di perpetua addetta all’azionamento della pompetta dell’amore, passa al rituale della vestizione pontificia. Per l’occasione calza un papale vestaglione d’oro zecchino di 72 kg tempestato di zaffiri, diademi e peli di topa. Fa due o tre piegamenti sulle gambe e si lancia in un sorriso smagliante, “Si spicci fedele sguattero, che voglio fare un bel discorsetto a questi sedicenti tecnici. Che tra l'altro lavorano per noi. Sapesse, vecchia ciabatta, stasera ne ho mandate storte 19. Che culi, che zinne! Ah, che fusto che sono! Che fusto! Malgrado ormai abbia compiuto ventisette anni!”.
L’anziana perpetua china il capo: “Lo so Sire, lo so…ero io ad azionare lo strumento di piacere, con i miei dolori ed i reumi che ho alla spalla…”.
“Se ne lamenta, forse?”.
“Ma cosa va a pensare, santità, è un piacere. Posso baciarle un alluce?”.
Il sultano, sorretto dalle ancelle martiri Santanquì, Bernini, Gelmini e Carfagna, in pausa studio, entra nella stanza. Dracula prontamente s’inchina e bacia le nocche dell’onnipotente. Frankesnstein emette degli orrendi versi di saluto (uh-uh). L’incontro è cordiale, nella piena giovialità. Il messia satiriaco chiede ai viandanti se gradiscano del caffè o un paio di escort per gingillarli a dovere durante la visita. Il vampiro declina, perché tiene una certa premura. Dopo una nottata di espropri emofiliaci ai cenciosi, deve battere in ritirata nella sua bara prima che il sole si levi alto. Il sultano entra dunque nel vivo del dibattimento politico.
“La vedo un poco emaciato, quei capelli bianchi poi…si fidi di uno che ha governato questo paese per vent’anni quasi, e che sarà ricordato come il più grande statista italiano della storia: Dia una bella pennellata a quei capelli…”
Dracula cela a stento un sorrisetto di contrita timidezza, ma il guitto insiste. “Si fidi, anziano buon uomo, sarà pure un tecnico…ma senza quella chioma canuta guadagnerebbe consenso. La plebe deve vedere giovinezza nel suo adorato tiranno…”.
“Ha ragione eminenza, ma sa, ormai sono anni che ce li ho. Poi io sono solo un tecnico, non voglio fare la politica…”.
“Ah, sì…sì. Mi hanno parlato bene di lei. E’ un bocconiano, nevvero? C’è bisogno di bocconiani per risolvere i problemi del paese. Sicuramente conoscerà le sue colleghe, tecniche e super-bocconiane anch'esse: Sara Tommasi che avevo proposto alle Finanze e Nicole Minetti agli esteri, visto le sue abilità linguistiche, ma sa…le invidie, i processi, hanno impedito che potessi fare anche io quello che sta provando a fare lei…”
.
“Ecco Santità, prima che albeggi del tutto, proprio di questo vorrei parlarle, la maggioranza. Io tengo bisogno dei voti della Pdl. Dovete sostenermi, altrimenti è la fine…”.
“Ma via buon uomo, e sorrida ogni tanto, che ci vuole lo ottimismo. O sarà mica malato di  comunismo, lei?”.

“Ma percaritadiddio, Dio me ne scampi…stiamo tirando il sangue dalle vene dei cenciosi coi pidocchi lasciando intatti i privilegi delle illustri personalità abbienti del paese, le sembro comunista?Io ammiro Superciuk, santità: Rubo ai poveri per dare ai ricchi!”.
“E allora, con la sua faccia di anziano rassicurante per l’ombroso bolscevico e le mie idee illuminanti, con le chiappe coperte dalle banche, potremmo fare grandi cose.”.

“Sono pronto, Sua immortale divinità, mi dichi, mi dichi. Facci pure.”.
“Bene, pensavo che lei dovrebbe proseguire la nostra magnifica ed imponente opera di ammodernamento, interrotta dalle invidie. Ci sono affari di un’importanza stringente. Saprà della piaga intercettazioni, nevvero? E poi, nemmeno voglio fare accenno alla questione giustizia…che disastro! Noi, Popolo delle Libertà, garantiamo la sopravvivenza di questo esecutivo arrabattato solo previo tempestivo intervento. Dica ai sudditi che l’Europa ci chiede un piccolo interventino: L’abolizione del reato di concussione se non legato alla vil moneta annesso dimezzamento di tempi di prescrizione…ed avrà il nostro sostegno eterno.”.
“Ma, ma…è mica quel reato per cui lei è imputato a Milano, nel caso Ruby?”.

Il messia si abbandona ad un largo sorriso. “Coincidenza, mio caro sottoposto, coincidenza…e poi che fa, anche lei inizia a pensare che quando, casualmente, una riforma riguarda il sottoscritto non è buona?"
Il presidente tecnicissimo Dracula Monti china il capo ed annuisce, con gran dignità inferiore. Prima di congedarsi porge una lettera scritta di suo pugno con stilografica del '22, come scuse per il fraintendimenti circa alcune frasi mal interpretate, riguardanti le colpe del precedente governo sulla crisi.
L'unto è visibilmente soddisfatto per la produttiva mediazione politica: "Ah, quasi me ne dimenticavo…e quel decreto anti corruzione che volevate proporre? Via, smettiamola con queste provocazioni infantili…”.


 
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