Siamo stati minuziosamente informati. Quotidiani serissimi e politici ne hanno dato dettagli precisi, allusivi, scabrosi e morbosi. Il monarca che si accompagna ad una bionda ragazzina, aspirante starlette televisiva. Il Papi, i 16 appartamenti intestati alla bambolina bionda. Il tronista della De Filippi che la descrive come ragazza che non ha neanche un bel culo e dai costumi morigeratissimi, quasi una monachella. Una specie di Carfagna. E poi la trovata della signora Lario, che sdegnando la tv, decide di affidare il divorzio dall'orrido despota, ai giornali. Con una lettera pubblica. Uno scempio senza uguali. Veline, ciarpame, sesso, tradimenti. Ed altri gustosissimi particolari, allusioni sulla “malattia” del tiranno attempato, che non vuole accettare il tempo che passa. Non si arrende all'evidenza brutale degli anni. Il potere raggiunto, economico, sportivo, editoriale, politico, non gli basta più. Vuole stravincere, annientare tutto ciò che gli passa davanti. Donnini piacenti improvvisati impeccabili ministresse, festini con giovinette rampanti, spettacolini ad allietare il despota, tra un decreto e l'altro, mentre prova a salvare l'Italia (certo). Sottolinea, la Lario, la malattia del sesso del Messia. Talmente preso dalla sua smania di potere dall'assumere senza controllo pericolosissimi farmaci, per rendere invincibile anche la sua possenza mascolina. Sconcertante. Poi gli altri giornali, che per contrasto esibiscono le foto di una Veronica giovane, con le sise ben in evidenza (pure un bel vedere, tra l'altro). Sottolineano come l'Augusto Silvio l'abbia raccattata semi-velina in squinternati teatri milanesi, facendone una ricca premiere dame snob, e d'improvviso scopertasi radical chic. In preda ad una specie di conversione improvvisa.
Che cosa pensare? L'isola dei famosi l'ha vinta un trans comunista, in un paese in cui i “diversi” non hanno alcun diritto, ed i comunisti non esistono più. In una nazione in cui la xenofobia viene virulentemente alimentata, il grande fratello lo ha vinto un rom, con il vestito buono e che non puzza di aglio e disperazione, una specie di sorcetto furbo. Agli italiani piacciono le favole, e la miseria lontana, che si mette il vestito buono. Che diavolo c'entra il GF? Niente, probabilmente. Non mi sorprenderebbe sapere che tutte queste sceneggiate rivoltanti e di dubbio gusto, siano state montate ad arte, per distogliere l'attenzione dallo sconcerto della politica reale di questo governo che imbarazza l'Europa. Hanno cercato di sfruttare la sindrome da realities e sondaggi, in cui più se ne parla, più crescono i consensi. Ed i polli trasparenti che dovrebbero fare opposizione, ci sono cascati. Hanno cavalcato l'onda del becero pettegolezzo.
L'altro giorno ci pensavo, seduto sulla tazza del cesso. Sinceramente non me lo vedo Il Messia Silvio a letto con una donna. Mi pare l'anti-sesso. E nemmeno riesco ad immaginarlo a fregare il pipino regale con due dita, nel suo bel baldacchino, con vezzose farfalline che agitano le loro chiappe e sollazzano lo spirito indomito del monarca. Al limite lo immagino dedicare ad una donna una poesia, che so:
La vispa Teresa
avea tra l’erbetta
A volo sorpresa
gentil farfalletta
E tutta giuliva
stringendola viva
gridava distesa:
"L’ho presa! L’ho presa!".
A lei supplicando
l’afflitta gridò:
"Vivendo, volando
che male ti fò?
Tu sì mi fai male
stringendomi l’ale!
Deh, lasciami! Anch’io
son figlia di Dio!".
Teresa pentita
allenta le dita:
"Va', torna all'erbetta,
gentil farfalletta".
Confusa, pentita,
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quella fuggì.
La potenza sessuale come schermo indispensabile per dimostrare la forza indiscussa del dittatore, è stata volontariamente messa in scena da anni dall'astuto premier. E' sempre stato così. Dal medio evo ad oggi. Re, ed imperatori (anche omosessuali) costretti a dimostrare di essere instancabili amatori, accompagnarsi a donne meravigliose e belle, per poi nascondersi in anfratti nascosti col loro stalliere efebico. Le dittature sono questo. Mostrare al popolo ignorante e bue, quello che un re non è. Li tranquillizza l'idea di essere governati da un simile portento della natura. Alla gente piace l'idea di un monarca che può tutto, possiede ogni cosa, se solo vuole, che tratta le donne come oggetti. Non solo le “veline” sarebbero disposte a tutto per entrare nelle grazie del Re, ma tutti, anche gli elettori maschi lo vorrebbero intimamente. Ed ecco perché non si scandalizzeranno mai di questo pettegolezzo di terz'ordine.
L'obbrobrio reale, è che da 15anni si prova a demonizzare, screditare il monarca con gossip, questioni personali, lifting, farfallette minorenni, vulcani personali, persino ficcando il Milan in calciopoli, grazie al solerte Borrelli. E nessuno riesce a mettere il dito nelle piaga purulenta di quest'uomo. L'assoluta ferocia dittatoriale con cui sta trasformando questo paese in sanguinario regime. Perchè c'è spargimento di sangue anche laddove si uccidono idee, leggi e democrazia, in modo brutale. Regime teocratico talebano, che farebbe impallidire l'Iraq del “demonio in terra”, Saddam Hussein. Un (dichiarato democratico e liberale) che invita a ributtare a mare i clandestini, che reclama l'italianità del paese che non può diventare multietnico, che istituisce il reato di clandestinità, che crea ronde punitive come ai tempi del littorio. Che si giustifica dicendo che il governo non ha molti poteri, che troppi parlamentari intralciano la sua idea di tirannia mascherata, dove vorrebbe decidere solo lui. E infatti per scavalcarlo, ricorre smodatamente ai decreti legge d'urgenza, provando a mantenere in vita una povera ragazza in coma da 17anni, contro il laico e sacrosanto diritto del padre di poter porre in essere le volontà di sua figlia. Ma che non solo, facendo la faccia seriosa, ha il coraggio di affermare che quella ragazza senza più anelito vitale possa anche generare altre vite. Continua a stuprare la costituzione ed i diritti civili, nel pieno silenzio dell'opposizione, che pensa a combatterlo parlando di festini ed accompagnatrici minorenni. Papi e parrucchini, eccola l'opposizione. Neanche un pallido barlume di contenuto. Persino Di Pietro, che ha deciso di fare opposizione forcaiola di mestiere, per guadagnare voti, ed affossare definitivamente il PD agonizzante, ha capito che la fica tira più dei contenuti. Mostrarsi uno sciupafemmine incallito conviene. La strategia di marketing e marchette, gli ha detto chiaramente come un politico che ostenta la sua vigoria sessuale (presunta, ma molto presunta), guadagna consensi. Ed eccolo, il buon Tonino, che i tutti i salotti televisivi, da novello Casanova, ammicca, gigioneggia, fa gli occhiolini, chiede numeri di telefono a giovani (imbarazzatissime) presentatrici, e si dimentica perfino del lodo Alfano (per due minuti).
C'è poi Franceschini. Uno che lo guardi discutere con Pannella, e ti sembra di vedere il democristiano Mastella confrontarsi col leone dei diritti civili radicali, 15 anni prima. Pure Franceschini è un patetico democristiano ortodosso e servo della gleba vaticano, è una cosa evidente. Che combina? Cosa può una simile flatulenza cerebrale, per convincerci che è un progressista, che anzi deve essere lui ad unificare e condurre la grande sinistra alla vittoria? Dice che Berlusca non è un buon papà, non ci ha i valori. Oramai siamo alla frutta. Ma dico sul serio. Avvilente. Ci s'inventa ogni giorno uno scandaletto da portinaia. Fanno il suo gioco e non lo sanno, proprio non ci arrivano. E rassegnamoci all'ennesimo plebiscito, favorito da un suicidio smidollato degli altri.
Cosa rimane da fare? Come scriveva Paolo villaggio (il più grande scrittore e pensatore vivente, persino più di me.), al termine delle sue lettere sull'Unità, di metà anni novanta. “coraggio, fratelli, compagni, uniamoci. E che il Dio dei poveri sia con noi”. E votate gli unici spiragli di libertà di questo paese alla deriva. Lista Bonino-Pannella.