Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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IL MEDICO PIETOSO

Post n°911 pubblicato il 08 Aprile 2011 da Praj
 

Osservando la confusione che regna intorno a decisioni da prendere per fare fronte alla realtà, anche drammatica, dello sbarco incontrollato, invasivo, dei profughi, forse è il caso di fare alcune osservazione non conformi a logiche che sembrano scontate, obbligate da remore solo esteriormente buoniste, umanitarie. Come sempre di fronte a certe situazioni imbarazzanti, difficili, c'è la paura di dire "no", temendo di apparire cattivi, incivili... Quel "no" motivato e consapevole come quello che i genitori non sanno più dare ai figli, con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. Un "no" che non è escludente, definitivo, discriminatorio, pregiudiziale, ma semplicemente condizionato dal buon senso, dalla necessità, non dalla ideologia. temendo di apparire cattivi, incivili...
Quando questo "no" è onesto, realistico e non è un mero riflesso di una chiusura d'animo, paura del diverso, può essere espresso con schiettezza. E' un "no" legittimo quando è aperto e favorevole ad essere rimesso in discussione appena si vanno a creare le condizioni per offrire un autentico e non ipocrita "sì". Bisognerebbe dunque non farsi determinare dai sensi di colpa, da un buonismo di maniera. Ciò non nega la disponibilità all'accoglienza, ma vuole solo offrirla in modo degno, non subirla in modo ricattatorio. Quando c'è forzatura, superficialità nel valutare le conseguenze delle scelte, sotto i molti aspetti che queste comportano, si creano le basi per un conflitto in tempi successivi. L'integrazione coatta è foriera di disagi per tutti. Disagi economici, sociali, umani.
L'ambiguità è sempre fonte di guai. Condivido quel che ha detto qualcuno: se c'é un emorragia... prima fermi il sangue, poi analizzi e si cerca di capire come ricondurre il sistema in un buon setup.
Mi sembra molto sensato. Non ci si può far guidare nella cura dalle ideologie umanitaristiche. Prima si ferma l'emorragia... con la chiarezza e determinazione che sa che quello è il primo e necessario passo per la risoluzione seria del problema. Poi si procede per gli interventi opportuni, ovviamente in uno spirito umanitario. La retorica dell'accogliamoli sempre e comunque non mi sembra un modo responsabile per affrontare il grande e scottante problema.Trovare furbeschi escamotages per non stare di fronte alla cosa con una determinazione che è sostenuta da principi di regolazione e gestione del fenomeno ben chiari, è frutto solo di una demagogia buon pensante che non sa guardare più in la del proprio naso. Dunque, questo per me non il momento dei non so, dei mezzi "si", dei mezzi "no". Si prendono decisioni forti, coraggiosamente,onestamente: prima si ferma l'emorragia...!
E' sempre bene ricordare che il medico pietoso fa la piaga cancrenosa.

 

 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 08/04/11 alle 22:14 via WEB
sai che non si capisce...l'emorralgia di che? gli esseri umani sono il sangue che scorre...personalmente non ho pietà perchè so che hanno il mio stesso diritto di "essere al mondo" chi ha pietà si crede sempre diverso e con qualche diritto in più, in qualunque luogo vogliano andare so che è il loro luogo...chi si arroga diritti di smistamento in nome dell'ordine mi fa sorridere perchè dimentica che non c'è ordine quando c'è cambiamento...trovo straordinario questo momento, straordinario per noi italiani, per le opportunità che ne possono venire... aprirsi al nuovo è Amore ciao :-))
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Praj
Praj il 09/04/11 alle 09:45 via WEB
Non parlo di alzare muri, ma si può incominciare da una visione non ideologica, onesta, realistica. Lo so che è una problematica difficile da affrontare, perchè entrano in campo fattori complessi certamente non di facile e immediata soluzione. Non ho detto che i profughi sono la piaga, ci mancherebbe affermassi questo idiozia. La confusione sentimentalistica che abbiamo dentro, la disconnessione con il sentire profondo, è il primo ostacolo che dovremmo, secondo me, rimuovere. Mi sono preso la briga di tirar fuori quest'ottica un po' controcorrente, rischiando di dispiacere a certi ambienti spiritualisti, per vedere se possiamo coglierla invece come occasione per fare una qualche chiarezza dentro di noi. La confusione e il senso di colpa introiettato che ci portiamo dentro, inconsapevolmente, non sono certamente dei buoni consiglieri per affrontare realtà complicate e scomode, quando non si presenta in accordo alle nostre ideologie accomodanti. La reale compassione sul piano sociale credo si manifesti partendo dalla sincerità. Da qui si apre un percorso di possibile e gestibile integrazione. Non basta dare un "si" immediato senza essere capaci poi a gestirlo dignitosamente e positivamente. Sembra piuù semplice, in realtà si stanno creando per futuri drammi, conflitti. Occorre lungimiranza, non reazione emotiva. Poi, ognuno puo' dire la sua, ovviamente. la mia è solo una semplice opinione.
(Rispondi)
Praj
Praj il 09/04/11 alle 09:49 via WEB
Come sempre, quando si vuol comunicare un messaggio che sia efficace, bisogna che non sia contraddittorio. Quando si dice stop è stop! Per l'altro che deve riceverlo è un messaggio chiaro e semplice con cui deve fare i conti. Poi può anche fregarsene ma sa che quella cosa non la si vuole e si deve prendere la responsabilità di non prenderla in considerazione. Poi da questa, chiarezza basilare si può incominciare a vedere cosa fare per aiutare consapevolmente e compassionevolmente tutti coloro che si possono aiutare, compatibilmente con le risorse disponibili. Per coloro (spiritualisti religiosi e ideologici ) che invece hanno orrore della parola "no", e la associano in qualche modo al razzismo, all'egoismo, alla chiususura e insensibilità, ricorderei che quasi mai si è visto nei vari ashram, comunità, chiese, case, l'accoglienza dei disperati o poveri che le circondavano. E' molto più facile sbandierare il vessillo del solidarismo velleitario nel salotto di casa altrui. Per il resto condivido le tue utili e interessanti osservazioni, sicuramente condivisibili in senso umano, psicologico immediato. La mia "provocatoria" quanto spiritualmente scorretta uscita è un invito a uscire dal luogo comune, dalla retorica... Questo considerazioni valgono soprattutto rispetto al problema sociale che queste immigrazioni incontrollate comportano, perchè il discorso individuale che riguarda l'uomo singolo bisognoso è tutta un'altra. Nell'incontro diretto con l'altro allora il mio cuore e la mia consapevolezza danno risposte più congrue, più rispondenti alla mia specifica sensibilità.
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sofiastrea
sofiastrea il 09/04/11 alle 10:57 via WEB
Così com’è formulato il discorso è politico, quindi può piacere o non piacere a seconda se ci troviamo d’accordo su quell’impostazione … non esiste un discorso provocatorio, esiste un modo di pensare…non esiste un qualche senso spirituale che vada esposto sugli altari e poi per il bene “sociale” si possano tollerare le bugie che questo comporta, ma so che esiste un’accettazione di tutto ciò che c’è… l’onda avanzando può distruggere ciò che trova sulla sua strada, nulla è più forte di ciò che si fa onda…se mettiamo paletti , se diciamo “no” forse opponiamo una resistenza al nuovo che ci isolerà sempre più ...buona giornata Praj
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Praj
Praj il 09/04/11 alle 14:52 via WEB
L'importante però è non assumere comportamenti schizofrenici: avere tante facce da mostrare, l'una in contrasto con l'altra, essere confusi e confondere chi ha a che fare con noi. Occorre non essere divisi, soprattutto dentro di noi. Lineari, coerenti. Altrimenti non creeremo altro che casini, umanitari e non.
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sofiastrea
sofiastrea il 09/04/11 alle 15:43 via WEB
anche questo, che mi trova in parte daccordo, dipende solo dalla nostra "non" confusione...nulla accade che noi già non vorremmo, questo è ...se siamo divisi è perchè lo vogliamo essere, siamo come un corpo unico e non possiamo tenerci fuori mai, altrimenti facciamo resistenza a noi stessi...può un dito accarezzare un volto e l'altro graffiare? No, però può inviare segnali d'Amore, se sono onesti ottengono una risposta positiva...questo intendo fin dall'inizio, ma ora ti lascio mi ha fatto piacere leggerti :-))
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Praj
Praj il 09/04/11 alle 17:43 via WEB
Quando ad U.G. Krishnamurti sottoposero una questione similare rispose: ...se c'è qualcuno che può fare qualcosa per il mondo non sono di certo io nè i maestri spirituali ... ma sono coloro che lo governano il mondo... chi è al potere, la scienza, i politici ... " Saranno parole nude e crude ma si può dargli del tutto torto? Non credo. Infatti, condivido questa posizione. Io ho solo il potere di dare una risposta individuale in base alla mia consapevolezza, cercando di sensibiilzzare ad una maggior apertura, visione...
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antonella.2009
antonella.2009 il 11/04/11 alle 21:18 via WEB
Ti lascio un abbraccio gioioso,per leggere il post ripasso, Namastè
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ormalibera
ormalibera il 17/04/11 alle 08:53 via WEB
E' il post più chiaro che abbia letto sui profughi che ci stanno invadendo. Condivido in pieno il tuo pensiero. Ci hanno insegnato ad essere ipocriti per questo è difficile essere onesti e sinceri. Un sorriso, e una buona domenica
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Praj
Praj il 20/04/11 alle 14:27 via WEB
Mi fa piacere che ci sia chi l'ha compreso nello spirito in cui lo volevo esprimere. Grazie della condivisione, amica. :-)
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