Praj il 02/06/11 alle 13:58 via WEB
Ester, spesso in noi nasce la voglia di non essere più attaccati a cose, situazioni, stati d'animo... perché capiamo che in ciò sta la causa della nostra sofferenza, dolore, disagio. Quindi si cerca una via per arrivare al non attaccamento, per imparare a giungere alla liberazione dagli attaccamenti. Però se anche il "lasciarsi andare" poi diventa una ideologia, un nuovo attaccamento, siamo punto e daccapo. L'ottenimento del non attaccamento, secondo me, non è mai un atto di volontà: perchè questi elimina un attaccamento, sempre creato dal senso dell’ego, ma ne crea subito un altro, ancor più nascosto e sottile. Crea, come minimo, l'aspettativa di vedere i risultati del nuovo stato, di cui ci si vanta, al quale poi orgogliosamente e nuovamente ci si aggrappa. E dal quale, quindi, rinascerà ancora sofferenza. Solo la grazia che sorge dall'abbandono a quello che siamo, compresi i nostri limiti, attaccamenti, debolezze, può gradualmente distaccarci dagli oggetti dell'attaccamento. Ciò ci rende profondamente umani e meno egoisti, orientati da un bisogno di essere speciali. Buon 2 Giugno! :-)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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