Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« ALDiLA' DELLA DIVISIONECINISMO SPIRITUALE »

UMANE CONTRADDIZIONI

Post n°975 pubblicato il 05 Giugno 2011 da Praj
 

Un errore in cui si incorre spesso è credere che la Comprensione implichi il dissolvimento di tutte le contraddizioni dell'umana condizione dell'essere.
Per me non è così. Pur realizzando che tutto è Uno, che siamo il Sé, che siamo il Vuoto o che siamo Coscienza o Mente, noi restiamo sempre umani e dobbiamo vivere da umani.
Tanto più s
iamo veramente umani, tanto più siamo Divini.
Noi – in quanto entità incarnate - siamo assolutamente legati alla dimensione duale a cui, inevitabilmente, siamo sottoposti. Per cui, esistenzialmente, ci porteremo appresso, in maniera probabilmente meno accentuata se saremo cresciuti, le caratteristiche che ci conformano, la natura specifica e originale di cui siamo portatori. Ci arrabbieremo ancora se siamo irosi, anche se lo riconosceremo prima di un tempo e ritorneremo al più presto in noi. Saremo gelosi, se ci dovessimo trovare nelle condizioni di esserlo, anche se ammetteremo prima il nostro limite e cercheremo di non farci possedere il maniera pesante da questo sentimento. E così per tutte le inclinazioni che ci portiamo dentro. Questo, aldilà di tutti i miglioramenti che potremmo avere conseguito con una migliore conoscenza psicologica di noi stessi, attraverso la psicoanalisi o tecniche psicologiche varie. Avremo attutito gli effetti dei condizionamenti subiti, ma resteremo sempre vincolati alle nostre tendenze, predisposizioni...
Quando noi sappiamo – perché lo abbiamo realizzato nel profondo della nostra anima - che siamo il Sé, sappiamo pure che anche gli "altri” lo sono. Perciò noi sappiamo che essi sono quel che sono nella misura in cui anche noi lo siamo. Il dualismo necessario per esprimerci nell'essere nel mondo ci obbliga anche a dare giudizi, ad avere simpatie o antipatie, ad avere preferenze... Ma tutto ciò, alla Luce della consapevolezza di chi siamo realmente, non ha che un aspetto esteriore, superficiale, funzionale alle relazioni e dinamiche mondane.
Io non rincorrerei quindi una sorta di impossibile perfezione, una idealizzazione dei comportamenti virtuosi: perché questo potrebbe facilmente indurci ad indossare maschere sempre più raffinate. Io, preferirei piuttosto che si imparasse ad essere veri, onesti con noi stessi e con gli altri, a prescindere da schemi precostituiti di valore. Che si imparasse davvero ad accettarci a percepirci come espressioni del Divino. Che si capisse che quel che ci accade è il volere del Divino in atto, per quanto possa piacere o meno al nostro ego, che noi siamo sempre espressioni della sua volontà.
Allora l'incontro con l'altro sarebbe davvero diretto, saremmo davvero capaci di apprezzarci per quello che siamo ora. Se abbiamo davvero compreso che noi siamo manifestazioni del Sé-Dio ecc... sempre e comunque, allora non abbiamo più il dilemma di vedere o meno se siamo nella dualità del giusto o sbagliato con il nostro agire. Ci lasciamo andare all'essere spontanei, senza più il giudice interiore che ci accompagna. Vediamo Dio manifestarsi ovunque, ci troviamo quindi sempre di fronte a noi stessi, sia quando mostriamo la faccia crudele che quando mostriamo quella dolce.
Sappiamo che sono sempre le sue facce.
Perché se ci consideriamo Uno con ciò che accade sappiamo che noi, come forma in transito, dobbiamo essere duali - non però identificati con la dualità - affinché l'Uno senza secondo possa contenere in Sé ogni apparente contraddizione, al fine di esternare nella sua infinita gloria ogni possibile gioco creativo.

 
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Commenti al Post:
pensaresenzapensare
pensaresenzapensare il 05/06/11 alle 11:00 via WEB
la sola cosa che si possa dire è sperimentare,sperimentare,sperimentare.fare esperienza diretta della divinità.sebbene non ne siamo consapevoli siamo immersi in Dio. dentro,fuori ,sotto sopra ecc sono solo convenzioni che hanno la funzione di farci sperimentare Dio. buona giornata
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/06/11 alle 12:04 via WEB
Allora non ci resta che vivere (sperimentare) questa duplice realtà: Umanamente Divina e Divinamente Umana, per come ci è data per come possiamo trasformarla. Buona domenica! :-)
(Rispondi)
devarishi
devarishi il 05/06/11 alle 11:38 via WEB
ciao Praj, per certi versi è facilissimo (come potrebbe non esserlo ) per altri è così difficile perchè la nostra mente ci imbroglia di continuo. Io mi sento fortunata ad avere un compagno che della spiritualità non gliene frega niente ah..ah..ah... Per certi versi mi dispiace, per altri va benissimo così, la sua presenza mi permette di non enfatizzare "l'ego spirituale", mi riporta alla REALTA' concreta e tangibile dove il dualismo gioca il suo ruolo e dove ogni tentativo della MENTE di trascenderlo porta a confusione, a inganni, a falsificazioni, e ad allontanarsi dalla VERITA'. "l'ego spirituale" è una "brutta bestia"....perchè ci fa credere di essere "speciali" ...di essere arrivati da qualche parte...di essere migliori. E invece è solo un inganno della mente...un miraggio senza sostanza...ma bisogna riconoscerlo in quanto tale. Se riusciamo a riconoscerlo, possiamo giocare con la dualità della manifestazione con leggerezza. ciao Lara :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/06/11 alle 12:12 via WEB
Infatti, Lara, per quando riguarda quell'effettivo riconoscimento dell'ego, il gioco diventa totalmente diverso: fluido e gioioso. Diversamente da quando è identificato e irrigidito nei ruoli introiettati dal sociale, dalla famiglia, dalla cultura, ecc... A me accade di avere una compagna con la quale sono in sintonia, anche sul piano spirituale. Non ti nascondo che il rapporto invece è molto costruttivo, stimolante... Sai, prova ad immaginare due specchi consapevoli e amorevoli che giocano complici nel mondo... non è male, ti assicuro. Un sorriso domenicale :-)
(Rispondi)
 
 
spersadiillusioni
spersadiillusioni il 05/06/11 alle 14:38 via WEB
si sente, si legge, si segue degli insegnamenti che da anni,anni e anni non fanno che mettere davanti questo accettare ciò che siamo nel bene e nel male come una dorma divina, ok mettiamo che qualcuno di noi lo capisca, ne abbia la consapevolezza e si accetti così com' ma arrivati a questo punto è automatico un cambiamento in noi,, quando si innesta una pianta con il germoglio di un'altra pianta, vero è che la pianta è sempre lei, ma non sarà più uguale, da quel momento non potrà più essere quella che era, solo il suo tronco crescerà uguale, ma i frutti saranno mutati rispetto a quelli che avrebbe dato prima dell'innesto. A me sembra che tutta l'umanità ricercatrice, giochi un pò su questo accettarsi e poi quando arriva l'innesto lo rifiuta e continuerà dare i medesimi frutti che mano a mano se non curati appassiranno. e se è la mente che gioca tutto questo, perchè mai noi che ricerchiamo consapevoli ormai che sono giochi mente/ego siamo lì solo ad attendere sapendo che possiamo trasformare i nostri pensieri, le nostre paure, i nostri giravolta e salti mortali? Cosa ci spinge a non cambiare ripeto consapevoli che il gioco è nostro e non è energia pura ma semplicemente fuoco da spegnere? Eppure mi sembra che siamo in molti a fare questo tipo di discorso, ma di quale spinta abbiamo bisogno veramente per decollare? Scusa le domande sciocche a cui rpobabilmente ho già dato una mia risposta, ma a quanto pare non è ancora la giusta o per lo meno la definitiva. Grazie intanto ti auguro un felice pomeriggio
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 05/06/11 alle 17:56 via WEB
Secondo te quale sarebbe la spinta che manca per il decollo? E poi, decollo verso dove? Serena serata, Ester. :-)
(Rispondi)
 
 
devarishi
devarishi il 05/06/11 alle 18:01 via WEB
Uffa, Praj....non vorrai mica che metta in crisi il mio matrimonio che dura 15 anni...!!! ah..ah...ah.... Comunque...ti capisco e un po' ti invidio...;-)...ma evidentemente, va bene così...io lo aiuto a guardare dietro le apparenze, e lui mi riporta alla concretezza quando mi perdo un po' troppo. ciao lara ;-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 05/06/11 alle 18:13 via WEB
Ah, no, ci mancherebbe! Non darmi queste responsabilità...ahahah! Ad ognuno comunque accade, in un continuo e variabile spazio-tempo, ciò che è il meglio per la sua espansione, crescita interiore, anche se in molti casi potrebbe non sembrarlo. Ciaoe e buona serata, Lara. ;-)
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teatROM
teatROM il 06/06/11 alle 12:20 via WEB
grazie Praj,concordo. mi viene da dire che,pur avendo realizzato la Coscienza,tale Coscienza utilizza il sistema corpo-mente qui ed ora in terra, come veicolo e interfaccia di azione nel mondo ed interrelazione con gli altri. il processo che io definisco di "pulizia" è costante per chi sa applicare la onestà con sè e con gli altri,allora l'opera dell'Uno attraverso di sè può risanare anche le parti ancora condizionate della mente che abbiamo in dotazione. certamente,resteranno preferenze,gusti,predisposizioni,ma tutto è vissuto con una altra,appunto,Coscienza ;), la mia passione per il calcio,è rimasta,ma mentre prima ero condizionato con la "squadra del cuore" (hai presente?),ora mi godo lo spettacolo con maggiore disidentificazione. l'ego-mente è un residuo...depurato il quale,forse saremo solo cio che siamo,ovvero pura coscienza,ed allora forse il ns viaggio su questo pianeta sarà terminato, ciao.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 06/06/11 alle 15:06 via WEB
Condivido quel che dici, TeatRom: infatti, dopo quella Realizzazione, lasceremo andare, in un processo naturale di spogliazione, le scorie della nostra personalità condizionata dai meccanismi di difesa e attacco. Ma, quelle che sono le nostre caratteristiche, inclinazioni, gusti... non verranno soppresse. anzi, probabilmente verranno fuori, espresse in maniera più energica e chiara. Il compimento di tale "purificazione" sarà comunque quando saremo capaci di stare appieno nel mondo senza essere però del mondo. Un sorriso e buon pomeriggio. :-)
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