Quando una celata presunzione accompagnata da un'intima arroganza, un senso d'insignificanza riguardante la relatività delle cose, un parlare impersonale e un pensare solo dal punto di vista dell'assoluto, convergono facendo emergere una sorta di cinismo spirituale nel nostro essere, forse è il caso di domandarsi se quel che è stato realizzato spiritualmente non necessiti di un approfondimento, uno sblocco da questa nuova, più sottile, ingannevole convinzione egoica.
Il rischio che si corre ancorandosi a parziali intuizioni interiori è chiaramente visibile nella superficialità con cui poi affrontiamo l'esistenza, creduta erroneamente ormai un banale sogno in cui noi non siamo coinvolti.
Se questa parziale comprensione della non dualità ci porta a restare distaccati dalla realtà umana, dalle vibranti forme dell'esistenza, forse non siamo ancora ritornati a Casa.
Se invece è accaduta una ritrovata integrità, questa ci chiama a donarci con tutta la nostra pienezza, partecipazione ed energia, attraverso una nuova e più chiara coscienza, a fare la nostra parte nell'arcano gioco del mondo di cui ora siamo consapevoli d'essere fattiva espressione e possibilità creativa.
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il 09/07/2023 alle 12:42
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