Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« INTELLIGENZA SENZA HUMORTANTRICA... MENTE »

DA REALIZZARE CONTINUAMENTE

Post n°1063 pubblicato il 22 Luglio 2011 da Praj
 

Nei rapporti è dove realmente si arriva alla resa dei conti nella spiritualità: uno può raccontare di essere realizzato o illuminato mentre agisce ancora partendo da vecchi modi di comportamento egoici nei rapporti. Il vero test per me è questo: come ti muovi e come agisci nei rapporti? Questo rivela tutto su quanto si sia visto profondamente dentro alla credenza nella separazione. Dire solo che c’è il “non sé” non l’elimina, non ti porterà un briciolo più vicino alla vera libertà. “Non sé” deve essere realizzato continuamente. E questo include il vedere che nel rapporto non c’è nessun altro separato. (Scott Kiloby)


 
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Commenti al Post:
teatROM
teatROM il 22/07/11 alle 14:22 via WEB
non mi trova d'accordo, il comportamento puo mentire quanto vuoi,cosi come le parole, la scienza della comunicazione ha dimostrato che le parole rappresentano se va bene il 3-7% della comunicazione reale....ti posso abbracciare nella menzogna cosi come posso sorriderti quanto voglio....ahimè restare ancorati a questi clichè. quando incontri un illuminato non puoi sapere come reagirà; l'atteggiamento esteriore non comunica nulla sulla sua realtà interiore; può combaciare o meno; ciò che preme ad un risvegliato è aiutare quanto piu possibile l'altro ad uscire dal sogno in cui anch'egli si trovava, e puo usare accorgimenti, parole belle o meno belle,,,i maestri zen non ci pensavano due volte a schiaffeggiare l'allievo se poteva servire....i leccaminosi maestri spesso nascondono solamente un bisogno di discepoli,e non un reale amore verso la loro trasformazione interiore,ciao!
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/07/11 alle 14:44 via WEB
Qui non si parla di leccare nessuno con modi finti o per conquistare chicchesia. Forse c'è un fraintendimento... Allora ecco un approfondimento dello stesso Kiloby di quella che lui definisce indagine boomerang. Credendo comunque nell'oggettività dei nostri sentimenti o pensieri, identificandoci in essi, restiamo inevitabilmente nel sogno. Puoi aiutare un'altro casomai sentissi di farlo solo nella misura in cui hai chiarito una relazione con quello che sei realmente. Conoscensoti veramente, essenso realmente sveglio. °°°°°°°° "L’indagine a boomerang usa la mente per andare al di là della mente, per modo di dire… Non ti chiede di ritirarti dai concetti. Ti invita a vedere attraverso la tua credenza in essi. Ti invita a guardare specificamente un rapporto dove c’è un forte senso di separazione o di conflitto (col capo ufficio, un collaboratore, una moglie, un ragazzo, un amico, un membro della famiglia). Poi ti invita a vedere che noi, in quanto persone, esistiamo solo nei rapporti. Questo significa che ogni oggetto che vedi ti riflette indietro, in qualche modo, chi pensi di essere. Il punto dell’indagine è di vedere che tu non vedi gli altri oggettivamente. Vedi solo quello che ti rivela il tuo pensiero. Noi non facciamo esperienza l’uno dell’altro di come veramente siamo. Facciamo esperienza degli oggetti o degli altri attraverso un filtro concettuale ed emozionale. In realtà pensiero ed emozioni creano gli oggetti (le persone etc.) che vediamo. Per esempio non puoi vedere tua madre come veramente è. La vedi solo attraverso i tuoi pensieri ed emozioni. Il droghiere non vede lo stesso oggetto quando guarda tua madre. Tuo padre non vede lo stesso oggetto quando vede tua madre. Gli amici di tua madre non vedono lo stesso oggetto quando guardano tua madre. Soffriamo nei rapporti perché crediamo, falsamente, di vederci obbiettivamente. Questa bugia dell’oggettività è esattamente quello che l’indagine a boomerang aiuta a smascherare." (Scott Kiloby).
(Rispondi)
 
 
devarishi
devarishi il 22/07/11 alle 16:58 via WEB
Ciao Praj ho bisogno di approfondire alcuni punti se puoi aiutarmi. Kiloby dice "non puoi vedere tua madre per come veramente è" e dice anche "tu non vedi gli altri oggettivamente, vedi solo ciò che ti rivela il tuo pensiero". Non ci vediamo per come VERAMENTE siamo perchè se potessimo farlo non vedremmo più la separazione ?? E' questo che vuole dire ?? ciao lara
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 22/07/11 alle 20:43 via WEB
Ciao Lara... ti rispondo con le stesse parole di Kiloby: "Solo il pensiero crea quella divisone rigida. Fino a che non nasce il pensiero che opera quella distinzione c’è soltanto ‘Questo’—Una Vita che accade adesso come un unico flusso continuo. Anche se realizzare che sei pura Coscienza può essere liberante può anche essere una trappola che ti spinge a ricercare uno stato di Coscienza sempre più puro, uno stato libero da pensieri. Ma solo il pensiero cercherebbe di liberarsi del pensiero. Ricercare uno stato di Coscienza più profondo non è che una ricerca indotta dal pensiero. Nella realizzazione che tutte le distinzioni sono illusorie, incluse la divisione tra Coscienza e pensiero, si manifesta la liberazione. La vita vive se stessa, semplice, vibrante, amorevolmente, spontaneamente e senza sforzo. Ogni cosa viene lasciata essere così com’è, incluso il pensiero." (Scott Kiloby) °°°°°°°°°°°°° Dunque noi vediamo quel che vediamo, quando non siamo consapevoli, solo ma quel che ci aspettimo di vedere; questo perchè interponiamo un pensiero giudicante e attese emotive, basate su ciò che riferisce ad una memoria che frapposta tra ciò che è e l'idea di ciò che dovrebbe essere, ci distorce la percezione oggettiva del reale. Un sorriso e buona serata. :)
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devarishi
devarishi il 23/07/11 alle 13:12 via WEB
E' quello che accade in meditazione. Se si ascolta un suono e non c'è nessun pensiero tra "me " e il suono "io" e il suono siamo la stessa cosa. Non c'è piu' distinzione nè separazione. C'è solo ...coscienza. La cosa che mi confondeva (in passato sopratutto) è il concetto caro allo zen...del "ciò che è"....il punto è che la mente ci tiene parecchio (eh..eh..) a dirci COSA è "ciò che è"....ma non è la sua "voce" che dobbiamo ascoltare. ciao lara :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/07/11 alle 13:29 via WEB
Sì, Lara, è proprio in quella non separazione che tutto si risolve. Un caro saluto sorridente. :-))
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lenteris
lenteris il 23/07/11 alle 14:43 via WEB
Quando il bisogno ci dirige, quando ci avvicina alle cose e al mondo per una mancanza e non per uno scambio creativo restiamo separati in un gioco solitario di attrazione e repulsione. Ad ogni bisogno poi ne segue un altro e così via. Quando invece ci avviciniamo per incontrare l'altro, quando ci prendiamo per mano, fratelli e sorelle, e ci scambiamo ciò che si è, senza pretendere niente in cambio, allora possiamo correre nei prati, finalmente liberi e insieme. Quindi interi. Tua sorella :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/07/11 alle 18:10 via WEB
Condivido. Per far questo occorre pazienza, coraggio e fiducia e un vero lavoro su se stessi, che ci riporti a una nuova Consapevolezza maturata. Oltre ad una grande capacità di accettazione reciproca. Per cui sarebbe auspicabile che noi fossimo in grado di elaborare bene le ragioni che ci hanno portato ad una condizione di non comunicabilità, per trovare una comprensione che ci aiuti a trasformare ogni significativa esperienza in un’occasione di ulteriore crescita personale e di relazione. Serena serata, sorella viandante. :)
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