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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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UN UOMO FELICE

Post n°1082 pubblicato il 30 Luglio 2011 da Praj
 

 

Non so se sia l'uomo più felice del mondo, come lo hanno definito i giornalisti, anche perchè non è possibille stilare classifiche in merito. Fatto sta che ha trovato la sua strada alla felicità, come altri, e di questa ne ha fatto una sana "abitudine".

 
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Commenti al Post:
lenteris
lenteris il 30/07/11 alle 16:10 via WEB
...alla fine le condizioni interne sono quelle che vincono sempre su tutto. L'eudemonismo greco, "essere con un buon daimon (spirito guida interiore)" ci aiuta a capire che la felicità è uno stato interno non un qualcosa che si deve trovare fuori con sforzo o volontà, è un'espansione, un sentimento che è già qui, vicino, non appena rallentiamo la presa. Così a forza di voler essere a tutti i costi felici si diventa infelici- :)! Ha ragione il nostro amico, proviamo a guardare fuori di noi quel disagio che ci agita dentro e a vederlo davvero come una nube nel cielo grande che se non alimentata tende a dissolversi. Certamente la meditazione ci può aiutare molto come anche il mollare l'attaccamento che è, a mio parere la grande zavorra del nostro cammino. Felice di esserti accanto Claudio :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 30/07/11 alle 18:02 via WEB
Condivido: le condizioni interne pacificate dall'accettazione sono alla base della felicità. Anche una promessa di liberazione non può soddisfarci, perché noi siamo essenzialmente proprio la soddisfazione stessa e nessuna luce, nessun vuoto, nessuna forma, nessuna identificazione o disidentificazione, nessuna disciplina o non disciplina, nessuna credenza, nessuna fede possono aggiungere alcunché, alcuna qualità, alla nostra Natura profonda già presente. Ciò che noi siamo essenzialmente non ha assolutamente bisogno di nessun cambiamento. Se comprendiamo questo, allora ci abbandoniamo, ci lasciamo andare... al adesso. L’osservazione rilassata e costante del ciò che è, senza l'intrusione del pensiero valutativo e comparativo, accompagnata da uno stato d’animo non turbato negativamente da interferenze emotive, porta gradualmente a sviluppare il senso dello stupore e della meraviglia. Allora continuiamo questo cammino senza meta, dove la felicità sta appunto nel camminare insieme... verso il non luogo dell felicità nel consapevole abbandono al qui e ora. Serena serata e Ciao! :-)
(Rispondi)
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