Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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GRANDI DOMANDE

Post n°1184 pubblicato il 01 Ottobre 2011 da Praj
 

"Mi alzo con la mente in un punto al di sopra del pianeta e lo guardo dall’alto, come se fosse la prima volta, come quando vedo un film e mi chiedo qual è il suo messaggio. Qual è il messaggio della vita degli uomini sulla terra? Con la mente là in alto, libera dai consueti schemi mentali, nuda di fronte al mistero dell’essere, in questo momento, immagine di ogni altro momento della storia, guardo gli uomini miei simili alle prese col mistero dell’esistenza.
Vedo esseri umani che nascono ed esseri umani che muoiono, sottoposti come ogni altra forma di vita al ciclo del divenire; vedo due ragazzi che si baciano e si sentono immortali, e un vecchio solo che nessuno più vuole e nessuno più sa; vedo una donna che mi ha scritto dicendomi che soffre da ormai troppi anni per una paralisi sempre più devastante e che ora vuole solo al più presto morire, e vedo altri esseri umani nutriti artificialmente e che respirano artificialmente ma che per questo non hanno perso la voglia di vivere e di continuare a esserci.
Vedo uomini che si affrettano come formiche sui marciapiedi delle metropoli, e altri che se ne stanno da soli in luoghi deserti.
Vedo commerci sessuali di ogni tipo, per amore, per denaro, per cattiveria, per noia o per il solo naturalissimo desiderio del piacere.
Vedo bambini che si ingozzano di cibo artificiale e altri che muoiono di fame. Vedo una tavola apparecchiata con grazia, la tovaglia fresca di bucato, le posate al loro posto, i bicchieri dell’acqua e del vino, i tovaglioli candidi, e una donna che gioisce di poter servire il pranzo ai suoi cari.
Vedo una ragazza che suona Bach al violoncello e giovani che si riversano nelle orecchie dei suoni che non è possibile definire musica, perché non hanno nulla a che fare con le Muse.
Vedo lotte per il potere, dittatori assassini, terroristi altrettanto assassini, e vedo chi si batte e muore per la giustizia, martire della libertà.
Vedo campi di concentramento e campi di sterminio, lager, gulag, laogai, dove esseri umani sono privati di ogni dignità e sterminati con la stessa meticolosa attenzione e sovrana noncuranza con cui si eliminino i pidocchi dai capelli, e vedo ospedali e case di cura dove esseri umani sono colmati di ogni dignità e lavati, nutriti, accarezzati con la stessa meticolosa attenzione e l’affetto più delicato che si riservano ai figli.
Vedo riti millenari e liturgie arcane, accanto a bestemmie rabbiose e ad altre dette così, come si dice “va là”.
Vedo indegni approfittatori del nome di Dio, altri che ne sono un luminoso riflesso, alcuni che ne rimangono del tutto indifferenti.
Vedo il bene e il male che gli uomini e le donne sono capaci di generare e che spesso è quasi impossibile distinguere; vedo lo scorrere del tempo che corrode ogni cosa, e il prodigio di opere umane capaci persino di vincere il tempo.
Vedo una storia senza senso che si nutre del sangue di esseri umani e di animali, e vedo un progresso indubitabile in termini di benessere e di giustizia.
Vedo la bellezza e la deformità, vedo una natura che è madre e a volte è matrigna, un cielo stellato che attrae e insieme impaurisce, con il suo freddo infinito.
Vedo tutto questo, e molte altre grazie e molte altre deformità, e mi chiedo se c’è un senso unitario di questo teatro, e qual è. Questa vita, dentro cui siamo capitati nascendo senza sapere perché, ha mille ragioni per essere una grazia, e mille altre per essere una disgrazia: ma che cos’è che è vero? Che è una grazia, o una disgrazia? E poi vedo i miei morti. Ognuno ha i suoi morti. Nonni, genitori, amici, fratelli.
Vi sono esseri umani a cui è dato di vivere la morte di un figlio, e non esiste dolore più grande. E al cospetto dei morti, di fronte ai quali non si può mentire, pongo la questione della verità: è un bene o un male che essi ci siano stati, che siano vissuti, che siano apparsi in questo mondo?
Se alla fine comunque si deve morire, è meglio nascere o non nascere, essere stati o non essere mai stati, essere o non essere? E poi mi chiedo che fine hanno fatto, loro proprio loro, ognuno diverso dall’altro, irripetibile, con la sua voce, il suo sorriso, la luce singolare degli occhi. Li potrei descrivere tutti, a uno a uno, i miei morti, come ognuno potrebbe descrivere i suoi, perché sono dentro di noi e niente mai ci separerà da loro. Ma che cos’è che è vero, alla fine, per me e per loro, di questa vita che se ne va, nessuno sa dove?"
 
Incipit del libro: "Io e Dio" di Vito Mancuso – Garzanti libri




 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 01/10/11 alle 15:59 via WEB
Vedo la vita perchè Io sono la Vita...ciao
(Rispondi)
 
devarishi
devarishi il 01/10/11 alle 16:42 via WEB
"ma che cos'è che è vero di questa vita che se ne va " ?? Credo l'attimo presente. Il passato e il futuro sono fantasticherie della mente. Ma purtroppo spesso anche il presente è ingabbiato nell'inconsapevolezza di mille pensieri. ciao Praj...buon week end a te e a tutti :-) lara
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 01/10/11 alle 17:42 via WEB
Solo la consapevolezza fa cadere le domanre e ti porta nel presente. Comunque, confesso onestamente che preferisco leggere o ascoltare una mente personale, profonda e intuitiva, che una cosiddetta "mente impersonale", seppur istintiva, ma superficiale. Forse ho detto una cosa scontata, ma non so se è per tutti così. Ecco perchè ho pubblicato uno splendido incipit di un libro che pone grandi domande, alle quali ho smesso di crecar risposte, arrendendomi alla loro inconoscibilità, accettando il mistero dell'Esistenza. Buon fine settimana anche a te, Lara. :-)
(Rispondi)
 
 
 
devarishi
devarishi il 01/10/11 alle 18:32 via WEB
Sai che prima, dopo che ho inserito il mio post, sono andata per altri motivi in una cartolibreria qui in zona e appena entrata mi è caduto l'occhio su questo libro di cui hai messo l'icipit. Cavolo, mi sono detta, è un segno che devo prenderlo (eh..eh..eh..)...poi ci ho riflettuto un po' è l'ho rimesso giù...a volte ho la sensazione che la spiritualità siano bellissime parole lette nei libri, ma sia così difficile portarla nel quotidiano. In questo attimo imperfetto (ma perfetto) di vita quotidiana, ordinaria, banale...ma VITA vissuta. Non prendere quel libro mi è sembrato un piccolo atto di consapevolezza. Magari lo prendo la prossima volta. :) ciao lara
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
Praj
Praj il 01/10/11 alle 19:13 via WEB
Chi lo sa, Lara, magari un'altra volta, forse mai. Chi lo sa? E' tutto così misterioso... eheheh! Ciao! :-)
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Praj
Praj il 01/10/11 alle 17:36 via WEB
Sofia... :-)
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