Post n°1687 pubblicato il
22 Ottobre 2012 da
Praj
Sono un portatore sano di contraddizioni, lo ammetto senza problemi. Per me la perfezione è un difetto che fortunatamente nessuno ha in pratica, anche se qualcuno vi aspira o si s'illude che esista. Non ho mai conosciuto nessuno che sia esente da contraddizioni, da ambiguità, da ipocrisie, da limiti e incapacità...
Sfido la coscienza di chiunque a negare questi fatti, santi e maestri spirituali compresi. Dunque, non inseguiamo chimere dettate dall'orgoglio egoico, utopico e idealistico riguardo alla perfezione umana.
Rilassiamoci, ma vigili e consapevolmente onesti, nella nostra fragile umanità e diamo spazio a quella perfetta imperfezione che è la miglior condizione possibile d'esistenza fatta di ombre e luci. Il piacere di stare al mondo accade pienamente quando non pretendiamo di essere quel che non siamo; quando vogliamo davvero amarci e amare la vita così com'è, al meglio e insieme.
Non serve presentarci genuflessi al gran totem della perfezione, che un Dio degno di questo nome non può chiedere e mai ci ha chiesto. Sii come Lui ti vuole: ovvero sii ciò che sei, qui e adesso! In questo essere totalmente veri c'è una luce che include la trascendenza: l'umano allora diventa colore del pennello Divino per attuare la sua ineffabile e inconoscibile Opera.
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