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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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VOLONTA' O ACCETTAZIONE

Post n°1847 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da Praj
 

Se credi essere libero come individuo devi anche sentirti responsabile di ciò che ti accade.
Non puoi dunque lamentarti delle conseguenze di ciò che hai scelto di fare: tutto ciò che ti sta capitando vuol dire che l'hai voluto, quando hai creato la tua realtà attuale con pensieri, scelte e azioni.
Se invece non ti ritieni libero, ma determinato da un insieme di forze superiori di cui sei soltanto strumento operativo, anche se consapevole, è ovvio che non puoi sentirti nemmeno responsabile.
Allora però devi accettare coscientemente tutto ciò che ti succede: pensieri, scelte e azioni. In questo ti senti tutt'Uno con l'accadere, comunque sia.
In entrambi i casi, ci si ritenga personalmente responsabili o no, si sta vivendo un irripetibile momento presente di cui, come umani, non si sapremo mai con assoluta certezza se ciò che ci sta accadendo stia accadendo per nostra volontà o altro. La scommessa esitenziale consiste appunto nell'abbracciare consapevolmente una convinzione piuttosto che l'altra. Se in entrambi i casi ciò lo si fa' con totalità, si vive con pienezza e intensità. Altrimenti, restando nella parzialità, sarà inevitabile che si viva nella confusione e nel disagio permanente, nella sfera lacerante della domanda perpetua: perché...?
La non totalità non ci permette dunque di essere né liberi per sé stessi né servitori di un Sé superiore. Questa divisione è una delle ragioni della tragicità della condizione umana.
Il tormentoso dilemma esistenziale sulla presunta o meno nostra liberà viene superato facendo una scommessa totale, scegliendo una delle due strade che sono alla base del cammino spirituale. Entrambe, se portate a termine, conducono a Casa.



 
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Commenti al Post:
Praj
Praj il 09/02/13 alle 14:09 via WEB
La Via di mezzo è solo una condizione dello spirito che dovrebbe accompagnare ogni Via. Le due Vie principali: la Via dell'Abbandono (Femmile, umida...) e la Via della Volontà (Maschile, secca...) sono solo i due archetipi basilari, nei quali poi si ritrovano infinite forme di ricerca interiore, spirituale. Il problema è che molto spesso il ricercatore interiore si ferma a metà del guado, sia in una Via che nell'altra. Non è dunque totale nella sua ricerca, o fa confusione mescolandole attraverso artifizi mentali di comodo, autogiustificativi, i quali poi ostacolano o precludono la possibilità della Realizzazione. La Fiducia? E' indispensabile in entrambe le scelte. Lo è, evidentemente, di pù in quella Via che si affida all'Accettazione, alla Resa. Ognuno deve "sentire" quale è la via che gli è più consona per non perdersi in percorsi che non sono affini alla sua natura spirituale.
(Rispondi)
ormalibera
ormalibera il 10/02/13 alle 22:26 via WEB
Non ho mai pensato a questo tipo di scelta. La trovo molto interessante. Quella da me scelta è intermedia. So di creare io stessa il mondo in cui vivo e allo stesso tempo so di far parte di un insieme più grande di me che non smette mai di creare. La vita diventa un viaggio incredibile, degno di essere vissuto.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 10/02/13 alle 22:54 via WEB
Anche la via intermedi è interessante. E' tutt'altro che facile, come possimo constatare. Pur tuttavia è una cosa semplice, se liberata dalle complicazioni mentali che intervengono nel processo della realizzazione del riconoscimento di sè. Comunque sia, se non c'è fuoco, forte anelito, intensa passione, onestà con se stessi, in qualunque forme di ricerca ci si perde lungo il cammino e si realizza ben poco. Allora buon Viaggio, Ormalibera. :-)
(Rispondi)
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