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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
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Post n°2049 pubblicato il 18 Luglio 2013 da Praj
La morte di una persona mi ha richiamato a questa riflessione di un Maestro spirituale.
".... nel momento in cui ci si sente improvvisamente male, in cui bruscamente si prova un intenso dolore nella regione del cuore, non c’è più filosofia o teoria induista che tenga. Dal punto di vista vitale, lo slancio del vostro essere è un Sì pieno e totale, o un NO, a quello che può forse rivelarsi come il momento dell’arresto del vostro funzionamento fisico?
E’ ancora più importante essere pronti, perché la morte spesso si annuncia con sei mesi o un anno d’anticipo, ma talvolta sopraggiunge senza preavviso.
Esiste una legge – ma voi l’accetterete come tale? – che afferma che la morte è differente a seconda di come ci si è preparati. Un essere che si è preparato a morire bene, che è impegnato su un Cammino spirituale induista, cristiano, sufi, non morirà nelle condizioni che gli rendano impossibile riuscire questa morte: anche se il saggio è condannato, assassinato, giustiziato, avrà i pochi istanti necessari per riuscire la sua morte. Non sarà ucciso all’improvviso, in un incidente di macchina, senza tuttavia rendersene conto. Se siete veramente pronti, potete morire in un secondo, questo secondo sarà sufficiente perché il Sì, l’Amen, l’Aum siano totali.
Se siete convinti che dopo la morte è finita, che non rimane niente a parte un corpo chiamato cadavere e che si decomporrà, se cercate soltanto il mezzo per soffrire meno in questa vita, per contenere le emozioni e non esserne travolti, per trovare una serenità che vi manca, ma se pensate che la morte sia la fine di tutto, allora a cosa vi serve impegnarvi a morire bene?
Vi parlo con la convinzione, che può essere acquisita sperimentalmente in questa vita, che la morte non è né triste né tragica, per lo meno per chi muore, a condizione che sia pronto. Preparatevi."
Dal Libro: "Per una morte senza paura" di Arnaud Desjardins - Ubaldini editore
".... nel momento in cui ci si sente improvvisamente male, in cui bruscamente si prova un intenso dolore nella regione del cuore, non c’è più filosofia o teoria induista che tenga. Dal punto di vista vitale, lo slancio del vostro essere è un Sì pieno e totale, o un NO, a quello che può forse rivelarsi come il momento dell’arresto del vostro funzionamento fisico?
E’ ancora più importante essere pronti, perché la morte spesso si annuncia con sei mesi o un anno d’anticipo, ma talvolta sopraggiunge senza preavviso.
Esiste una legge – ma voi l’accetterete come tale? – che afferma che la morte è differente a seconda di come ci si è preparati. Un essere che si è preparato a morire bene, che è impegnato su un Cammino spirituale induista, cristiano, sufi, non morirà nelle condizioni che gli rendano impossibile riuscire questa morte: anche se il saggio è condannato, assassinato, giustiziato, avrà i pochi istanti necessari per riuscire la sua morte. Non sarà ucciso all’improvviso, in un incidente di macchina, senza tuttavia rendersene conto. Se siete veramente pronti, potete morire in un secondo, questo secondo sarà sufficiente perché il Sì, l’Amen, l’Aum siano totali.
Se siete convinti che dopo la morte è finita, che non rimane niente a parte un corpo chiamato cadavere e che si decomporrà, se cercate soltanto il mezzo per soffrire meno in questa vita, per contenere le emozioni e non esserne travolti, per trovare una serenità che vi manca, ma se pensate che la morte sia la fine di tutto, allora a cosa vi serve impegnarvi a morire bene?
Vi parlo con la convinzione, che può essere acquisita sperimentalmente in questa vita, che la morte non è né triste né tragica, per lo meno per chi muore, a condizione che sia pronto. Preparatevi."
Dal Libro: "Per una morte senza paura" di Arnaud Desjardins - Ubaldini editore
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