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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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iL POLIPO INGOMBRANTE

Post n°2193 pubblicato il 21 Novembre 2013 da Praj
 

La domanda di "illuminazione" è una falsa pista che, se perseguita, porta il ricercatore lontano dal sentiero che conduce ad essa. Il motivo è semplice: l'illuminazione non significa nulla fino a quando non la sperimenti "tu" stesso. Quindi, concentrarsi sull'idea di essa, senza l'esperienza diretta di quella dimensione sconosciuta, significa invariabilmente, perdersi nella fantasticheria e nelle proiezioni su di essa. Allora siamo come lucidi sognatori che non hanno alcun controllo sulle creazioni del proprio inconscio. Sappiamo di essere intrappolati senza essere in grado di utilizzare alcuna conoscenza per risvegliarci. E così il sogno si trasforma lentamente in un "incubo". Mi sto avvicinando al risveglio? Non c'è modo di saperlo. Non vi è alcun punto di riferimento al di fuori del sogno. C'è la trasmissione di quella "conoscenza", ma che dipende in gran parte dalla fiducia... Anche se potessimo sapere che un risvegliato sta operando al di fuori dello stato di sogno, non ci può essere garantito che costui possa tirarci fuori dalla nostra condizione sognante, liberarci dal velo di Maya. L'ego ha una oggettiva difficoltà a lasciarsi andare... Forse è troppo tardi per molti. Forse molti sono troppo saldamente radicati nei sogni magici di potere, in rituali sciamanici, il loro ego è diventato troppo spiritualizzato, e il polipo (ego) è diventato troppo scivoloso e raffinato, per prestarsi al fatale atto chirurgico.




 
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Commenti al Post:
Praj
Praj il 21/11/13 alle 13:59 via WEB
Per la maggior parte l'investigazione di sè si arresta alla realizzazione che "Io sono la coscienza senza forma". Ma quando parlo di incarnazione riporto l'investigazione di sé nel mondo, il mondo che ancora rimane, sia che lo percepisca come un sogno o no. E' un indagine di ciò che è il mondo. La realizzazione "Io sono la coscienza senza forma" è solo l'opposto di "Io sono un qualche individuo". Anche con quella realizzazione rimarrà ancora l'apparenza di un qualcuno. Così l'incarnazione è semplicemente il riflesso della realizzazione che ogni cosa manifesta è il corpo unico della coscienza unica. Questo è un ritorno all'interezza, alla completezza che include sia il manifesto che il non-manifesto. E' percepire che la coscienza senza forma e il mondo delle forme sono entrambi solo due aspetti di un intero misterioso, innominabile. (Adyashanti)
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sofiastrea
sofiastrea il 23/11/13 alle 09:07 via WEB
sai oggi mi chiedo dove ho buttato questi 10 anni in quale ricerca , nel momento stesso che mi rendo conto di quanto è importante la memoria per mantenere un'identità che tenga collegati i fili del nostro cammino, quanto è stato difficile capire che nulla si cancella, si torna solo sui propri passi per scoprirne le ombre, per riflettere per dare un significato...se non avessi fatto questo avrei lasciato un buco sfilacciato nella tela della vita, ho in fondo solo fatto un piccolo lavoro di rammendo ed ora devo per forza proseguire così :-))
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 23/11/13 alle 10:40 via WEB
Namastè... :-))
(Rispondi)
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