Post n°2888 pubblicato il
11 Giugno 2015 da
Praj
Sperare di cambiare karma significa rinunciare a quanto può offuscare mente e corpo condizionando ogni nostra azione. Non vuol dire fare buone azioni, ma sapere chi si è, e soprattutto che non si è il proprio karma, quale che sia in un dato momento. Significa adeguarsi alle cose cosi come stanno, ossia vedere chiaramente. Da dove iniziare? Perché non dalla vostra mente? Dopo tutto è lo strumento tramite il quale i pensieri, i sentimenti, gli impulsi e le percezioni sono tradotti in azioni. Quando sospendere l’attività esterna per qualche tempo e praticate l’immobilità, proprio li, in quel momento, con la decisione di sedere a meditare, interrompere già il flusso del vecchio karma, creandone uno interamente nuovo e più salutare. Qui risiede la radice del cambiamento, il punto di svolta di una vita vissuta. L’atto stesso d’interrompere, di coltivare momenti di sosta, limitandosi semplicemente a guardare, ci colloca su un piano del tutto diverso rispetto al futuro. Come? Perché solo se ci si compenetra completamente in questo momento presente, qualsiasi altro che seguirà potrà caratterizzarsi per maggior comprensione, chiarezza e gentilezza, sarà inoltre meno dominato dalla paura o dalla sofferenza e più dalla dignità e dall’accettazione. Solo ciò che avviene ora avverrà poi. Se non esistono compassione, consapevolezza ed equanimità ora, nell’unico momento in cui possiamo usufruirne e nutrirci, quante probabilità vi sono che appaiano in seguito in condizioni di stress o di difficoltà?
Tratto dal libro: "Dovunque tu vada ci sei già" di Jon Kabat-Zinn - Ediz.TEA
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