Post n°2992 pubblicato il
14 Agosto 2015 da
Praj
Dire ad un individuo morente, o che ha appena perso un suo caro, che la vita non muore mai che senso ha, se non quello di sparare una frase lapalissiana? L'ho letto su Facebook da parte di una persona dispensatrice di saggezza.
E' come dire che la morte non esiste, quando ti stai spegnendo.
Certo, abbiamo imparato dai libri sacri, dai maestri spirituali e dalle meditazioni queste belle cose: che vivremo nel tutto, che è solo il corpo-mente che scompare, ecc... ma che ne sappiamo veramente?
La mente umana dimostra con ciò di non sapere di fatto accettare il mistero
dell'esistenza, della vita e della morte, perché incapace d'ammettere fino in fondo la propria ignoranza e dirsi: spererei che fosse come mi è stato raccontato, per come ho riflettuto e meditato, ma onestamente non so. Punto.
E arrendersi a ciò: al fatto di non sapere nulla riguardo a questo mistero. Ammettendolo totalmente, allora si apre la porta della sapiente ignoranza e si può avere una qualche visione... con quell'occhio che vede senza vedere.
![](https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpt1/v/t1.0-9/11202865_864562540245869_8024082576197989786_n.jpg?oh=63873ad9e026768872c73933356b418a&oe=567AE860)
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frangineve il 15/08/15 alle 06:00 via WEB
Mi sento molto in sintonia con questa riflessione Claudio, ho sempre sentito l’importanza di aprirsi al mistero e accoglierlo, viverlo, farsi portare dalla corrente del mare, avere il coraggio di lasciarsi andare. Una verità, un pensiero reiterato persistentemente crea una condensazione della sostanza che poi, come è naturale che sia, prima o poi si scheggia. Senza il mistero ci chiudiamo nelle nostre verità, fermiamo il flusso: impegno, presenza e ricerca si indeboliscono giorno per giorno. C’è una parte della vita che possiamo scegliere, condurre e guidare concretamente, ma ce n’è anche un’altra, molto più grande, misteriosa. Possiamo provare a viverci dentro, senza averne paura, e accoglierla come un invito a sentire cosa siamo noi. La mente dovrebbe diventare uno strumento docile nelle nostre mani, più amorevole. Sarebbe un dolce cammino riuscire a mantenersi umili e flessibili fino a poter passeggiare in quella terra misteriosa dove se apri le ali puoi sentirti consapevole dell’incanto di un instante. E goderlo con animo libero e sorridente. Un abbraccio amico mio. E andiamo avanti. :-) silvia
(Rispondi)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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