Quando non sentiamo l’urlo di dolore di chi invoca la libertà negata all’uomo schiacciato, umiliato, crudelmente vilipeso, torturato; per l’animale ucciso o torturato, abbandonato... per l’ambiente agonizzante causa la nostra disattenzione, disinteresse, indifferenza… non ci rendiamo conto che anche noi siamo in pericolo, che ci sta franando la vita addosso mentre noi guardiamo altrove e prima o poi saremo coinvolti, forse travolti.
Quando non sentiamo più il cuore risuonare di tristezza nel vedere l’orrore, la violenza, la prepotenza intorno a noi e, chiusi, barricati egoisticamente nelle nostre statue di carne cambiamo canale alla nostra mente, per non sentire, per non vedere, per non essere toccati… stiamo scavando la fossa alla nostra anima morente.
Quando ci rifugiamo nelle certezze consolidate da uno pseudo buon senso, dalla logica dei luoghi comuni che ci fanno sentire protetti dalla paura, dall’inquietudini, dalle domande scomode, stiamo andando incontro ciecamente al baratro.
Quando confidiamo nelle convenzioni che ci danno illusoriamente un senso di potere riflesso, quando ci teniamo stretti ai privilegi e non ci apriamo a chi è invece in difficoltà, ci stiamo sempre di più allontanando da noi stessi e stiamo seppellendo il nostro spirito. Spirito, senza il quale la vita diventa una recita di un teatrante che non sa nemmeno di esserlo e che si dibatte confuso su di un palco dove s’inscena una commedia tragicomica senza senso, in una futile attesa della decomposizione di un organismo utilizzato come maschera soltanto al fine di una sciocca quanto triste avventura.
Ma la cosa più grave è che abbiamo fatto del dono della nostra esistenza un’occasione mancata.
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
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il 09/07/2023 alle 12:33
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il 09/07/2023 alle 12:28
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il 09/07/2023 alle 12:24