Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Il valore dei pensieriLa libertà di scegliere »

La droga... una chiave falsa

Post n°363 pubblicato il 23 Novembre 2007 da Praj
 

L’assunzione di sostanze stupefacenti è diffusa su vasta scala. Si va dal consumo di quelle definite “pesanti” a quelle “leggere”. Ogni classe sociale ne è toccata. E ciò succede in ogni parte del mondo, più o meno considerato civilizzato.

Sulle cause del dilagare di queste fenomeno sono stati scritti fiumi d’inchiostro, fatte discussioni di ogni tipo e livello. Sono state analizzate, sotto tanti aspetti, le motivazioni psico-sociologiche che indurrebbero gli uomini a usare queste sostanze che alterano lo stato di coscienza in maniera evidentemente pericolosa e nociva, per sé e per la società in generale. Gli allarmi su questo problema sono fatti in continuazione, ma il fenomeno sembra incrementarsi nel tempo anziché diminuire, purtroppo. Ci sarebbero tanti punti sui quali discutere: dagli interessi economici che stanno dietro al consumo di massa delle droghe, alla difficoltà che hanno molte persone a reggere lo stress imposto da un certo modello sociale per cui tendono ad assumente sostanze che credono possano aiutarle… Per non parlare del desiderio di affermazione di una identità più forte di quella che realmente abbiamo, di mostrarsi “vincenti”, forti e disinibiti… oppure lo stordirsi in uno pseudo divertimento, in una chimica euforia o esaltazione passeggera. Ma non è questa per me la radice del bisogno dello stupefacente, del paradiso artificiale. Personalmente sono contrario all’assunzione in generale di queste sostanze, ma non voglio limitarmi a condannare questo comportamento da un punto di vista morale o etico, ce ne sono già tanti, questa perniciosa quanto negativa tendenza umana, ma vorrei che si cercasse anche di capire qual è il richiamo di fondo che avvince, ammalia, chi cerca lo sballo. Vorrei che si indagasse in profondità il perché uno si fa tentare e poi intrappolare nella dipendenza dalle droghe. Da dove proviene questaffascinazione, questa seduzione, che poi cattura, imprigiona e gradualmente ammala o fors’anche uccide?

Cosa sta cercando l’individuo quando si droga, aldilà della apparenza, delle motivazioni superficiali che uno si da? Cosa vuol dimenticare… cosa vorrebbe ricordare… da che cosa vuole fuggire… cosa vorrebbe sentire, percepire, raggiungere in quella specie di delirante peregrinare nei meandri della psiche? Che vuoto vuole colmare? Io credo che, aldilà di tutto quello che può sembrare o quello che uno può raccontarsi, il drogarsi sia un distorto quanto sbagliato tentativo di riconnettersi ad una dimensione perduta. Una stupida quanto improbabile scorciatoia tesa ad un paradiso interiore a cui si vorrebbe accedere però con chiavi non idonee. Io penso sia un misero cercare l’accesso a quel nostalgico luogo di pace e potenza che ognuno di noi ha dentro, ma che andrebbe riscoperto naturalmente, con vie dolci e corrette, e che non può essere fatto in modo artificioso, artificiale. Fondamentalmente violento. Non si può entrare il quello spazio di beatitudine con grimaldelli o espedienti da falsario, da scassinatore. E’ un imbrogliarsi poco fruttuoso: anzi è un nuocersi, un vicolo chiuso, un percorso distruttivo e autodistruttivo. Se non lo si capisce la pena è la perdita di sè nei gironi infernali della dipendenza. Le porte della felicità, della gioia interiore, della serenità richiedono invece, per aprirsi al nostro cuore, al nostro genuino anelito di conoscenze sublimi, un processo di purificazione, dei passaggi di maturazione obbligati: ovvero, richiedono un “lavoro” interiore che, necessariamente, prima ci liberi dalle scorie dell’orgoglio e della vanità. Che ci temperi bene nella sofferenza vissuta consapevolmente. Che dunque ci faccia crescere in pazienza, in perseveranza, in volontà. Altrimenti rischiamo di auto condannarci a percorrere i gironi dell’illusione, la bolgia del dolore, della mancanza d’amore sia per noi stessi che per chi ci sta intorno. La droga, questa malefica sirena tentatrice, aldilà di ogni letteratura che possa anche darle una valenza di strumento atto ad esperienze psudo-sciamaniche, non può portare che alla devianza, introdurre in un percorso altamente rischioso, degradante e degradato. I mezzi autentici, sani e positivi, per colmare quel bisogno interiore di abbandono rilassato, quel senso di Presenza e di energia psico fisica positiva, ancor meglio spirituale… ci sono. Basta cercarli con una vera voglia di star bene, che sa andar oltre l’inganno dell’immediata quanto inutile evasione momentanea. Per far questo bisogna avere il coraggio di essere onesti e amorevoli con se stessi.

 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 23/11/07 alle 14:25 via WEB
Credo che l'uso delle doghe sia come prendere un missile per salire al primo piano, si rischia non solo di non riuscire a fermarsi, ma anche di sfondare il tetto :-))
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Praj
Praj il 24/11/07 alle 11:01 via WEB
E poi l'uso di droghe offre una illusoria e ancor più distorta conoscenza di sè. E' una fuga dal vuoto... fatta con un mezzo sbagliato. Ciao :-)
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atisha1
atisha1 il 23/11/07 alle 19:11 via WEB
hare krishna! un applauso al tuo post odierno!!... :)
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Praj
Praj il 24/11/07 alle 11:02 via WEB
Om Shanti, cara Atisha. grazie... Namastè! :-)
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scintilla.divina
scintilla.divina il 24/11/07 alle 00:04 via WEB
Ho letto una volta qualcosa su un libro che parlava di anime. Non sono le anime giovani, queste si realizzano nell'esplorazione del mondo materiale; e nemmeno le anime vecchie che sono già in grado di comprendere dalle loro esperienze. Sono le anime mature (quelle al grado iniziale di sviluppo) che nelle prime tappe del viaggio si confrontano con cose nuove, sconosciute e complesse.. c'è il desiderio dell'anima maturata di accedere alle dimensione alle quali ora è pronta ad aprirsi.. le droghe possono essere un mezzo "sbagliato" per cercare di alterare la coscienza e raggiungere nuove dimensioni. Queste anime dovrebbero innanzitutto essere comprese (dalle anime vecchie e mature) e andrebbe a loro offerta quella elevata forma di amore senza condizioni e senza giudizio. Bisognerebbe tendere loro la mano, ma lasciar decidere a loro se prenderla e per quanto tenerla.. ed essere disposti ad accettare il rifiuto.. questa potrebbe anche rimanere la loro strada in questa vita.
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Praj
Praj il 24/11/07 alle 11:11 via WEB
Sono d'accordo con quanto hai detto: "bisognerebbe tendere loro la mano, ma lasciar decidere a loro se prenderla e per quanto tenerla.. ed essere disposti ad accettare il rifiuto.. questa potrebbe anche rimanere la loro strada in questa vita." Detto questo, con grande rispetto e senza condanna o giudizio, mi sento di segnalare il pericolo, il rischio. Poi, ognuno farà l'esperienze che deve fare. Umilmente voglio cercare di scoraggiare un certo tipo di percorso, che non è detto che si debba necessariamente fare. C'è anche chi impara osservando gli errori altrui: non è obbligatorio ripetere l'esperienza in chiave personale. Comunque ogni Anima ha il suo Destino... e nel mio c'è anche quello di dire quello che mi sento di dire in merito all'uso delle sostanze stupefacenti. Un sorriso e grazie dell'interessante quanto significativo commento . Un sorriso :-)
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scintilla.divina
scintilla.divina il 24/11/07 alle 22:01 via WEB
Assolutamente anch’io d’accordo con te! Segnalare un problema non significa giudicarlo. Volevo solo lasciare una delle tante chiavi di lettura.. Anzi ti ringrazio per aver proposto l’argomento perché, anche se non personalmente, mi ha interessata molto da vicino. E già che ci sono, individuato il problema, si cercano le soluzioni. Esistono Gruppi di auto-aiuto che hanno capito che le dipendenze sono malattie che colpiscono l’uomo su tutti i tre livelli, fisico, emotivo-psicologico e spirituale. Hanno anche capito che guarendo la parte spirituale si possono recuperare anche le altre due. Parlo degli A.A. “Alcolisti Anonimi” e degli N.A. “Narcotici Anonimi”. Nel loro programma la persona riconosce la propria impotenza di fronte alla dipendenza e che la sua vita è divenuta incontrollabile, cerca aiuto in un "Potere" più grande di lui (qualunque esso possa essere, anche il Gruppo stesso) e ci si affida, trovando la forza necessaria al di là della propria forza di volontà che da sola potrebbe non farcela. Poi c’è tutto il resto.. Ho conosciuto tante persone che con questo programma hanno recuperato sé stessi e le loro vite.. Un suggerimento a chi cerca aiuto: "Provate ad andare -o accompagnare qualcuno- ad una riunione". Non voglio fare pubblicità e non ci guadagno niente, la partecipazione alle riunioni è anonima e gratuita. Mi auguro solo di poter aiutare qualcuno. Gli indirizzi sono in internet.. Un caro saluto e sempre complimenti!
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Praj
Praj il 25/11/07 alle 17:53 via WEB
Non posso che apprezzare anche questo tipo di riflessione che poi indica e offre pragmaticamente una via di recupero per uscire da uno smarrimento che non si è più in grado di sostenere. Sicuramente il viaggio per il ritorno a Casa può ripartire anche da questo importante genere di opportunità, che si basano su strutture ad hoc, basate innanzitutto sull' esperienza di individui che sono stati capaci di recuperarsi dalla dipendenza e che ora condividono con gli altri il loro cammino... E' importante che tu lo abbia ribadito. Un caro saluto :-)
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morbida1dgl
morbida1dgl il 24/11/07 alle 06:07 via WEB
Dopo aver letto il tuo bellissimo post, la mia considerazione è che molteplici sono i motivi, ma tutti con lo stesso minimo comune denominatore: sono anime incapaci di trovare il loro vero sè...
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Praj
Praj il 24/11/07 alle 11:24 via WEB
Direi, più che incapaci, che scelgono la via illusoria della scorciatoia. Cercano di colmare i loro vuoti affettivi, umani e sociali con l'espediente effimero della risata facile, artefatta, del divertimento obbligatorio, quindi falso. Con lo stimolante, l'euforizzante, cercano di superare la depressione latente. Sono Anime che sfuggono l'angoscia del vivere senza senso buttandosi nella palude dello stordimento della coscienza, dei sentimenti alterati o distorti. Fondamentalmente sono Anime che si sentono sole e che credono con questo "stonarsi" di rendere più viva la loro opaca vita interiore. E' evidente che andrebbero aiutati a rendersi conto di ciò, ma senza giudicarli o condannarli. Non è mai l'individuo che è sbagliato, ma il comportamento, casomai. Un caro saluto e buon weekend :-)
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morbida1dgl
morbida1dgl il 24/11/07 alle 18:28 via WEB
Infatti ...assolutamente non intendevo giudicarli, chi sono io per farlo? Incapaci soltanto di sintonizzarsi con la loro anima e "vedere" cosa li rende tanto fragili.
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Praj
Praj il 25/11/07 alle 17:59 via WEB
Sono d'accordo. E' proprio sintonizzandosi con la loro Anima, che forse puoi indicargli quanto questa sia scissa dalla loro psich. E mostrare loro, anche se è difficile, che è possibile una via d'uscita, dal labirinto nel quale la loro mente si è persa. Ciao! :-)
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NowHere7
NowHere7 il 24/11/07 alle 21:18 via WEB
Namasté...
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Praj
Praj il 25/11/07 alle 18:02 via WEB
Namastè... con Te, so che ogni parola è superflua. Perchè quel "Namastè" non è formale, rituale, ma segno di effettiva Comprensione. _/|\_
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sofiastrea
sofiastrea il 25/11/07 alle 17:27 via WEB
Stavo riflettendo su cos'è la droga. Non è forse anche il dover essere belli a tutti i costi? Il dover fare soldi? Il dover appartenere sempre a un prototipo sociale che ci viene imposto...Stare sempre in questa tensione non è forse drogarsi? Comunque essere pieni di cose materiali e non trovare uno spazio nemmeno piccolissimo per la ricerca spirituale, questo vedo. Chi poi usa droghe o alcool forse lo usa solo per poter sopportare l'incapacità di percorrere quella via, quella che tutti noi sappiamo di conoscere, ma che diventa impraticabile se non ci disintossichiamo da tutte le droghe. ciao e buona domenica (!!ormai buona settimana)
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Praj
Praj il 25/11/07 alle 18:15 via WEB
Condivido. E' un palliativo buono per mille usi: dalla fuga... al bisogno di potere, all'eccitazione, al tentativo di trovare pace, relax immediato... attutire la disperazione, l'angoscia, la solitudine, profonda. Ma fondamentalmente, io credo, è la nostalgia di un "paradiso perduto", di cui sentiamo o percepiamo solo un eco quando entriamo in certi stati di coscienza, ma che non sappiamo più come ricercarlo naturalmente, tantomeno ritrovarlo consapevolmente. E allora ecco che si cerca l'escamotage che offre il surrogato artificiale offerto dal mercato dello stupefacente. Ma quella è la via opposta alla crescita, alla liberta interiore. E' la strada sicura verso la schiavitù della dipendenza. Ciao, Paola. Buona serata domenicale. :-)
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puppeapera66
puppeapera66 il 30/11/07 alle 11:39 via WEB
Per pura invidia siamo costretti a sorridere della ingenuità degli indiani e a vantarci della nostra intelligenza, perché altrimenti scopriremmo quanto siamo impoveriti e decaduti, La conoscenza non ci arricchisce, ci allontana sempre più dal mondo mitico nel quale una volta vivevamo per diritto di nascita. C.G. Jung Questa è una piccola citazione, che introduce quello che vorrei esprimere qui da te.. una sola curiosità.. indipendentemente dal giudizio che tu hai dell'uso di droga oggi, nel nostro mondo civilizzato.. mi sarebbe piaciuto che tu affrontassi il problema in modo piu' ampio.. magari parlando anche, dell'uso delle sostanze che alterano la coscienza e la percezione in altre culture... per poi riagganciarti, al suo odierno utilizzo nel "nostro" mondo...;-)) Lisa
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Praj
Praj il 30/11/07 alle 12:05 via WEB
Non è escluso che se ne possa parlare... anche se comunque non sono portato ad indulgere o promuovere l'uso cosiddetto "iniziatico" che può essere fatto in altre culture riguardo all'utilizzo delle droghe o "alleati", come mezzo per indurre stati di coscienza alterati a fini psico-spirituali. Sta di fatto che qui, nella nostra cultura, è fatto di esse un uso sostanzialmente e altamente profano. Volgare e distruttivo. Un sorriso :-)
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puppeapera66
puppeapera66 il 30/11/07 alle 12:34 via WEB
condivido..;-)) Lisa
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