Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Sogni...Il mentire nasconde semp... »

Perchè la rappresentazione del male attrae?

Post n°384 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da Praj
 

A volte mi domando del perchè molti film, fiction e opere letterarie, che hanno come protagonisti personaggi che sono o si rappresentano duri, cattivi…attraggano l'interesse di così tanta gente. Mi chiedo perchè il genere thriller,  giallo, horror, intrattenimenti vari che si basano sulla violenza, sulla crudeltà fisica e psicologica, siano per tante persone spettacoli affascinanti.
Per non parlare del fatto che la cronaca nera produce ascolti record nei mass media.
Poi mi pongo subito dopo quest'altro interrogativo: perchè invece queste cose non suscitano, ripugnanza, schifo, rifiuto, piuttosto che curiosità, attrazione morbosa?
Invece, devo constatare che nel nostro modo d'intendere l'informazione sulla realtà, spesso anche nell'arte cinematografica... valori positivi come il  bene, l'armonia, la gentilezza. l'amore fraterno, la fiducia… siano aspetti che non facciano spettacolo o si ritengono notizie non degne di rilievo, ovvie. Noto una sproporzione netta della rappresentazione del bene e del male, a favore del male.
Perché questo squilibrio?
Mi spiace vedere che sulle dimensioni positive non si metta molta più enfasi, entusiasmo. Che non si diano notizie positive che almeno controbilancino quelle negative. Come naturale stato delle cose, della realtà.
Ma da dove viene questa perversione per cui la rappresentazione del male è così seducente? Mi duole immaginare un mondo dove solo la patologia sia ritenuta interessante, proponibile come spettacolo a persone adulte.
La nostra mente quotidianamente, purtroppo, si nutre prevalentemente di imput nefasti, poco edificanti. Così mi sembra ovvio che poi sia sempre più intasata da suggestioni negative, con tutte le conseguenze psicologiche e sociologiche che ciò comporta nel vivere sociale, relazionale, di ogni giorno. Questo continuo bombardamento psicologico induce poi a fenomeni di emulazione o depressione in soggetti dalla mente già stressata o fragile. Questo lo riscontriamo facilmente. E’ un circolo vizioso: più negatività veicoliamo come comunicazione più negatività ritorna in forma di stati d’animo e comportamento.
Perché invece non s’inverte questa tendenza che porta sempre più verso il degrado? Chi ha interesse che le cose non cambino, che si viva sempre nell’insicurezza, nel disagio, alimentando così le nostre zone tenebrose di paura, diffondendo tensione nell’inconscio personale e collettivo?
Mi dico: non si potrebbe invertire questa patologico modo d'intendere le cose, di diseducare care, giovani e non, per cui la notizia o lo spettacolo che deve necessariamente interessare è soprattutto quello che fa leva sulla parte più oscura della nostra natura? O vogliamo fino in fondo cavalcare la tigre della negatività, della disperazione, della sfiducia e sprofondare sempre più nell’abisso?
Resta a noi la responsabilità e la libertà di cambiare, se vogliamo: partendo da una trasformazione interiore, che cambi l'interesse alle cose a cui diamo energia, attenzione.

 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 11/01/08 alle 13:07 via WEB
Credo che dalla rappresentazione della sofferenza, noi traiamo gli spunti sani e malsani del nostro vivere. I fatti eclatanti del dolore sono la coperta che ci copre e si fa cuccia. Non ci nutriamo di fatti positivi perché sappiamo perfettamente che hanno un altro risvolto, quello negativo. Ci nutriamo di fatti negativi, perché la nostra condanna sia da monito alla nostra coscienza egoica…così non si fa!, questo non va bene! Etc. in fondo seguiamo semplicemente il cliché dell’autorità che ordina, decide, impone…cambiare non è semplice se non vediamo perfettamente il “mostro dolore”... Se non ci rendiamo conto che siamo noi quell’autorità, anche quando ne siamo succubi e ci piace quella sofferenza
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/01/08 alle 13:36 via WEB
Cara Sofiastrea, raccolgo con piacere il tuo interessante punto di vista, sempre originale e acuto. Condivido anche l'angolazione da cui poi interpreti questa realtà e il richiamo indiretto alle nostre responsabilità di fronte a questo stato di cose. Ciao! :-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 11/01/08 alle 13:54 via WEB
non c'è nulla di negativo nella sofferenza, volerla interpretare, rappresentare è un modo per vederla e comprenderla. Purtroppo come attori siamo disonesti e diamo una rappresentazione errata, mostriamo il dolore con gli stessi colori della depravazione. Ringrazio te ho colto dalla tua rappresentazione qualcosa che sfuggiva alla conoscenza del mio piccolo puzzle. Ciao :-)))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 11/01/08 alle 15:34 via WEB
Non è la rappresentazione della sofferenza ciò che trovo sbagliato, anzi... ma l'esaltazione della violenza, la preponderanza delle immagini di sopraffazione, il mostrare la crudeltà gratuita, la mitizzazione della prepotenza di ogni genere, della psicopatologia... Negatività che trovo troppo documentate, rappresentate, seppur specchi di una certa realtà. Sono contento che il post ti sia servito a cogliere qualcosa che ti sfuggiva... ciao! :-)))
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stellaserenity
stellaserenity il 11/01/08 alle 14:41 via WEB
Credo che ciò di cui hai scritto sia un po' la caratteristica di questa epoca, di come il "popolo" venga controllato. La storia dell'umanità è da sempre caratterizzata dal potente che tiene sotto chiodo il cittadino comune. Una volta si faceva presa sull'ignoranza, sulla mancanza di conoscenza, oggi che bene o male a studiare sono in tanti il potente punta su un'altra cosa: la paura! Mostrandoci ogni giorno gli innumerevoli pericoli in cui viviamo c'è il risultato della diffidenza tra le persone e della paura. Un popolo che vive nella paura fa tutto ciò che i potenti dicono sia bene per evitare altre catastrofi, in questo modo veniamo manipolati. Credo che sempre nella storia umana ci siano state menti fragili e altre in grado di difendersi, ma il problema che tu proponi rimane, l'attrazione al male è direttamente proporzionale alle proprie paure. L'individuo che vive nel "bene" riesce a percepire che oltre le proprie paure c'è la possibilità di vivere con un'energia diversa e scegliere quindi di non guardare certe immagini o programmi televisivi volti all'autodistruzione, perché secondo me, la tv è fonte di malessere in quanto pilotata da intelligenza malvagia. ...scusa la lunghezza!!! :-)Un caro saluto!
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Praj
Praj il 11/01/08 alle 15:40 via WEB
Condivido pienamente quanto ha scritto. Infatti, sulla paura, sulla diffidenza e il bisogno di sicurezza si consolida il potere sulle masse, sulle persone disorientate, sugli individui persi nella loro solitudine e angoscia. La paranoia genera sottomissione e bisogno di protezione. Ricambio il caro saluto. :-)
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EssenzaInfinita
EssenzaInfinita il 12/01/08 alle 01:03 via WEB
Bhe io credo che l'essere Umano in prevalenza è cattivo, quindi affascinato dal male... ma male e bene non sono poi la stessa cosa??!!!
Allora mi domando personalmente io , che la differenza sta in sottili linee, invisibili.. quindi si camuffa, con la violenza, il sangue, la cattiveria...è più facile essere cattivi che buoni...veniamo continuamente bonbardati da notizie , immagini..di oscuro lato dell'essere umano..si sa..l'uomo sceglie la via più facile... via del male, mente di continuo a se stesso,mente con chi gli vive accanto, indossa la sua bella maschera, con il suo bel sorriso accattivante, e infierisce... ogni giorno il mondo ..con la sua ipocrisia... mi sa che mi son persa uffffff.. cmq sono daccordo in linea di massima con te.
senti vorrei farti una proposta, anche perchè non ho mai , almeno credo di non aver mai letto , su l'argomento, nel tuo blog, che ti propongo di trattare.. se ti và... fai un post con questa mia proposta.. perchè l'uomo mente? xkè ci sono uomini che mentono in continuazione,la bugia, da cosa nasce? xkè alcune persone devono mentire per (credo ) farsi volere bene?perchè sono bugiardi/e ??? Un Sorriso Silenzioso Ciao.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/01/08 alle 10:03 via WEB
Io non sono molto d’accordo sul fatto di considerare l'essere umano in prevalenza cattivo. L'uomo nasce innocente, fondamentalmente, anche se può avere delle predisposizioni. Diventa cattivo poi, in molti casi, perchè lungo il suo percoso esistenziale ha vissuto determinate esperienze che l'hanno ferito, segnato. Queste ferite poi sono andate a depositarsi nel suo mondo inconscio e ciò gli determina una reattività , delle pulsioni, di fronte a casi particolari che la vita gli fa incontrare, che hanno analogie con il suo vissuto. Egli è ormai inconsapevole di ciò che lo muove. Non lo è perchè tarato dalla nascita, perchè è segnato dalla cattiveria come sua intrinseca natura. Non è una determinazione biologica, per me. Sono invece i molti i fatti ed esperienze che lo portano a questa condizione d'oscurità. Ma il motivo principale per cui egli è aggressivo, reattivo, violento... è sostanzialmente la mancanza di consapevolezza. Non sa più padroneggiare ciò che gli bolle dentro, che sente impetuoso ma che non riconosce. Allora dovremmo andare oltre ogni moralismo, dimenticare il giudizio. Dovremmo cercare di comprendere. Nulla è buono, nulla è cattivo. Le virtù, senza consapevolezza non sono altro che pretese, ipocrisie, cose che ci rendono falsi; non ci liberano, non possono: al contrario, ci imprigionano. La consapevolezza è l’elemento reale, il carattere è una falsa entità: è necessario a coloro che non hanno alcuna consapevolezza. Se possiediamo la vista, non abbiamo bisogno del bastone per trovare la strada, non ci muoviamo a tentoni. Se possiamo vedere, non chiediamo agli altri: “Dov’è la porta?” Il carattere implica avere risposte prefissate per tutti gli interrogativi della vita, per cui, qualsiasi situazione si presenti, noi rispondiamoin base a uno schema prefissato. Ma se rispondiamo così, la nostra non sarà mai una vera risposta: ci limiteremo a reagire. L’uomo buono può trasformarsi facilmente in un uomo cattivo, non è previsto alcuno sforzo, poiché tutte quelle cattive qualità sono presenti in lui, sono semplicemente assopite, represse con sforzo. Se eliminiamo lo sforzo, immediatamente irromperanno nella nostra vita. Toccando la soglia della consapevolezza, il problema della scelta non si pone: noi facciamo semplicemente qualsiasi cosa sia buona. La facciamo con innocenza, come fosse un’ombra che ci segue, senza sforzo alcuno. Certamente l'ambiente in cui viviamo non favorisisce per nulla la crescita della Consapevolezza in noi. Anzi, favorisce proprio il contrario. A cominciare da un certo tipo di cultura, di educazione e d'informazione. Per quanto riguarda la proposta da te fattami, la trovo un argomento interessante che non escludo di trattare appena sento di farlo. Comunque ritengo che anche per il mentire, come per la cattiveria, la radice sia sempre nella mancanza di consapevolezza, di fiducia in se stessi, d'incapacità di aprirsi onestamente a se stessi e agli altri. Certamente anche questo è un tema interessante. Grazie del commento e del suggerimento. Un caro saluto e un sorriso :-)
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sofiastrea
sofiastrea il 12/01/08 alle 10:12 via WEB
mi intrometto...questo commento è come una sferzata di aria fresca. Non fa male, non fa bene semplicemente sveglia dal torpore tiepido di un ambiente pigro e con l'aria viziata "Le virtù, senza consapevolezza non sono altro che pretese, ipocrisie,....". Credo di comprendere :-)))
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Praj
Praj il 12/01/08 alle 10:39 via WEB
Anche per me, nel percorso di ricerca, è stato utile comprendere quel punto fondamentale. Perchè un individuo consapevole si muove dalla periferia verso il centro, dal centro verso la periferia. Non si fissa da nessuna parte. Dallo stare in un super mercato allo stare solo in un bosco a contemplare la natura, dall’essere estroverso all’essere introverso, egli continua a muoversi perché queste sono le sue ali, non sono una contro l’altra. Non c'è divisione in lui. Quindi, ogni giorno, se vogliamo essere equilibrati, dovremmo bilanciare l’esterno e l’interno. Dovrebbero avere lo stesso peso, in questo modo non saremo mai squilibrati dentro di noi. Ciao! :-)))
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morbida1dgl
morbida1dgl il 13/01/08 alle 06:12 via WEB
Si guarda il male all'esterno per sentirci puliti e migliori degli altri... Quindi più gli avvenimenti sono clamorosi, più siamo "migliori", senza sapere che così facendo la soglia di cattiveria-bontà si abbassa sempre più. Namastè!
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Praj
Praj il 13/01/08 alle 11:29 via WEB
Penso anch'io che questo sia uno degli aspetti che ci motivano a guardare le rappresentazioni del male. Attratti, perchè sentiamo che un qualcosa di noi è toccato, ma allo stesso tempo ci sentiamo "diversi": perchè noi non faremmo mai certe cose. E' ciò che in fondo ci dice il nostro ego. Ci rassicura apparente mente, ma dentro di noi forse non ne siamo così sicuri. Quindi, siamo più bravi", "migliori". Certamente così facendo entramo in una spirale ambigua, pericolosa... perchè siamo mine vaganti, inconsapevoli delle pulsioni più profonde che albergano in noi. Pronti a esplodere, se ci fosse una miccia, un detonatore adatto. Non voglio generalizzare, ma l'andamento è abbastanza evidente. E quella soglia d'insensibilità, d'asseuefazione al male, alla violenza... si abbassa sempre più. Bisognerebe invertire questa nefasta tendenza. Un sorriso e Namastè! :-)
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nomore.norless
nomore.norless il 13/01/08 alle 16:29 via WEB
hai perfettamente ragione, l'abituarsi alla violenza è profondamente deleterio; il prevalere delle notizie negative, che rappresentano una minoranza degli avvenimenti che accadono giornalmente, provoca una stortura nella percazione del reale, da parte soprattutto dei più indifesi. Lo vedo nei ragazzi, spesso attoniti davanti a questo mondo così come ci viene prospettato dai mass-media. Ultimamente anche i giornalisti mi pare abbiano riflettuto su questo tema; si spera che si inverta questa tendenza al sensazionalismo in negativo. Ciao, buona domenica
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Praj
Praj il 13/01/08 alle 20:27 via WEB
E' chiaro che i mass media riflettano ciò che accade nel mondo; che nei films ci sia libertà di espressione... Ma bisognerebbe, secondo me, anche chiedersi quanta influenza negativa hanno queste continue sollecitazioni psicologiche sulle nostre menti, dentro la nostra psiche; quali effetti sociologici producono. Studiare il fenomeno. Perchè non fare degli esperimenti di natura opposta: dove l'enfasi viene messa su tutto ciò che rasserena, che induce fiducia, coraggio, benevolenza...? Potremmo probabilmente avere delle grosse sorprese. Intanto, purtroppo, dobbiamo subirci questo rovinoso andazzo. Ciao, grazie e buona serata :-)
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Janus_81
Janus_81 il 13/01/08 alle 23:32 via WEB
Carissimo amico, era un po' che non passavo. Chiedo venia. A volte nasce in noi (in me) l'esigenza di fare silenzio, di chiudere ogni porta e lasciarsi cullare dal vento e veder dove mai si arriva. Riguardo al tema: molte volte, pure io, ho riflettuto su questa morbosa e disgustosa mania umana per l'orrido ed il violento. Credo nella intrinsera BONTA' dell'uomo. A volte però, per gioco o debolezza, si lascia affascinare dal suo lato oscuro, cedendogli troppo terreno, in un gioco troppo rischioso, penso. Un abbraccio carissimo. Namaste ;)
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Praj
Praj il 14/01/08 alle 11:56 via WEB
Nell'animo umano risiedono tutte le polarità... ma, quando viene a mancare la Luce della consapevolezza, gli istinti e gli automatismi, tendono a prendere il sopravvento. In questo spazio psicologico di smarrimento, il male può emergere, spesso s'impone, in mille forme e modalità. L'individuo consapevole, invece, nè per gioco nè per debolezza si lascia coinvolgere in tale dimensione: che sia rappresentativa o emotiva della violenza, della cattiveria, della crudeltà. Gli è impossibile. E' presente, sa quel che fa. Per cui è inversamente proporzionale al nostro grado di Coscienza risvegliata indulgere più o meno, alla dimensione ottenebrata in cui il "male" si può esprimere, affermare, sedurre. Mi ha fatto molto piacere risentirti caro Janus. Torna quando vuoi. Buon anno e buon viaggio! Namastè! :-)
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 15/01/08 alle 23:21 via WEB
L'amore unisce, il male divide. Se c'è solo e soltanto amore, si pone per sempre fine all'illusione di essere tanti e ritorna il tutto-in-uno indefinito e indefinibile. Sei pronto, tu, per amore, ad abbandonare la tua immortalità personale, abbandonare Dio e Creato, e riassumere definitivamente l'inconsistenza del nulla increato?
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 16/01/08 alle 11:29 via WEB
... ho abbandonato al suo destino la mente. Ciò implica la disidentificazione, il lasciare alle spalle ogni attaccamento concettuale... anche su chi sono io o di chi è Dio. In questa Arresa al Mistero dell'Esistenza, l'Amore trova misteriosamente tutti i luoghi e cuori dove posarsi, dove lasciare il suo profumo, la sua opera. Un sorriso :-)
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sada59
sada59 il 19/01/08 alle 08:36 via WEB
fare del bene implica introspezione e pochi amano guardarsi dentro, ci vuole tempo, si soffre, bisogna saper accettare anche quello che non si vorrebbe per poi capire che ci ha guarito. fare del bene,quello vero, senza sbandieramenti, senza ego o attaccamento passa inosservato, non produce plauso e non è compreso in quanto sfugge l'autocompiacimento. Il male è più semplice da produrre, basta un attimo per generare un'ecatombe, è sempre visibile, dà una falsa idea di forza e potere e purtroppo genera ammirazione ed emulazione. Per una mente già ottenebrata è di più semplice attuazione. Noto nella "folla" una propensione all'autodistruzione, un vivere ora e subito qualsiasi cosa possa dare un'emozione immediata, il bisogno disperato di colmare un'immenso vuoto interiore. Ci bombardano con falsi messaggi di benessere di facile raggiungimento, e questo fa presa sulle coscienze più giovani. Gli adulti dorebbero ricominciare ad insegnare a pensare, ma non a caso questo è lo yuga di Kali.
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Praj
Praj il 19/01/08 alle 12:00 via WEB
Condivido le tue ottime osservazioni. Sono d'accordo anche sul mettere in rilievo le responsabilità che hanno gli adulti nei confronti dei giovani, riguardo al pietoso stato di cose, sullla propagazione del senso del male, della violenza. Un sorriso e grazie del prezioso commento. :-)
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