Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Quell'intervallo fra i pensieri...

Post n°427 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Praj
 

La stragrande maggioranza degli individui è identificata con il proprio pensiero. Infatti essi credono che l'unica dimensione della loro coscienza sia il pensiero discorsivo. Essi sono convinti di ciò perchè non hanno mai conosciuto il Testimone del pensiero che non sia pensiero stesso: ovverosia l'osservatore impersonale. La cosiddetta non mente. Dunque essi sono portati negare la possibilità che esista una tale presenza Consapevole in loro  perchè non l'hanno mai conosciuta, perchè questa credenza non è mai stata verificata  dall'esperienza meditativa. Ma, per chi ha potuto realizzarla, invece è la più lampante delle realtà. Il flusso dei pensieri appare come un fenomeno incessante, continuo, ma non è così. E' piuttosto come il cerchio che si può percepire quando si fa roteare una torcia  velocemente. Se si smette però di farla roteare la torcia appare per quel che è: una torcia e non più un cerchio di fuoco. Lo stesso accade con i pensieri. Se li osserva con attenzione distaccata si vedrà che sono separati fra loro. Il fenomeno è molto diverso da come appare. Questo si riscontra nel laboratorio para scientifico della ricerca interiore. Se si impara a meditare, permettendo il rallentamento dello scorrere dei pensieri, avremo l'occasione di riconoscere con evidenza che non tutto è pensiero. Si impara a vedere che c'è sempre un intervallo, uno spazio vacuo fra un pensiero e l'altro. Quello spazio è la nostra più essenziale natura. E' il non Essere, il sostrato fondamentale e necessario dell'Essere. Su ciò  potremmo discuterne ad oltranza, così come spesso inutilmente si fa , ma, se non c'è l'esperienza diretta rispetto a tale dimensione è come parlare della luce a chi che non ha mai aperto gli occhi nella sua vita. Egli crederà solo al buio perchè la sua esperienza personale si ridurrà al vissuto condizionato dall'aver tenuto gli occhi sempre chiusi. Solo posizionandoci in quello spazio immacolato possiamo vedere l'intera realtà di cui "noi" siamo la sorgente. Solo in quello spazio possiamo percepire la Vita come la danza (movimento) dell'energia che sono gli infiniti fenomeni, ornamento di quell'unica dimensione alla quale possiamo dare infiniti nomi senza però cambiarne l'Essenza.

 
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Commenti al Post:
stellaserenity
stellaserenity il 01/04/08 alle 22:41 via WEB
Sicuramente l'esperienza diretta è la sola in grado di portarci alla consapevolezza, penso però che parlarne possa per lo meno smuovere quei pensieri statici e lasciarne fluire di nuovi, volti pure ad allargare la visione dell'esistenza, donandoci un senso di quiete mentale utile per ogni tipo di ricerca interiore. Quando l'esperienza diretta non riesce a raggiungerci forse le parole e i pensieri possono creare il terreno, affinchè avvengano nuove situazioni dentro di noi. Quindi se ne vorrai parlare ad oltranza sono certa che qualcuno interessato ad ascoltarti ci sarà e magari pian piano uscirà da quel buio che in realtà non gli appartiene. Quello spazio vacuo tra un pensiero e l'altro credo sia già presente nelle vite di tutti, solo che in molti non se ne accorgono perché non "interiorizzano" le loro esperienze. L'argomento è molto importante e credo tu abbia la capacità di trasmettere molto di quello che c'è in te!Tanta luce! Un abbraccio! :-)
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Praj
Praj il 02/04/08 alle 08:48 via WEB
Cara Stella, con questo mio post non volevo dire che non è utile parlare di certi argomenti, ma soltanto sottolineare la difficoltà che è insita nel trattamento di simili argomenti. Senza esperienza meditativa questi argomenti sembrano cose talmente astratte che possono indurre una facile incredulità in chi legge. Comunque ne ho parlato e non mancherò di ritornare su questi punti che io ritengo basilari per la comprensione delle dimensioni più profonde di noi stessi. Ti ringrazio per la condivisione e il chiarificante commento che ha ben inquadrato aspetti significativi del mio discorso. Ricambio l'abbraccio e buona giornata. :-)
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sofiastrea
sofiastrea il 02/04/08 alle 09:02 via WEB
sai credo di aver scoperto quello spazio vacuo fin da piccola, era un rifugio e forse per questo la fatica a ritrovarlo , perchè si tendeva ad utilizzarlo per isolarsi usandolo sempre dalle alte mura dell'ego, lo si oggettivizzava, diventava il giardino incantato...i bambini sanno. Poi lo si scopre liberi dalla mente e ci si accorge che è uno spazio senza confini, come spazio senza confini troviamo tra un pensiero e l'altro, ma anche, come diceva Osho tra una parola e l'altra...insomma un gioco che vale la pena giocare, basta essere curiosi e divertirsi con le pagliuzze d'oro interiori, piuttosto che con i cellullari , TV e altro ...un gioco per tutti :-))
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Praj
Praj il 02/04/08 alle 09:14 via WEB
Condidivido pienamente, cara Sofiastrea. Una volta scoperto consapevolmente quello spazio di Presenza silensiosa, esso non può più diventare oggetto di estraniazione, perchè si comprende che Esso è la dimensione su cui si basa il senso dell'unione di Tutto. Quello spazio è ciò che tutti essenzialmente hanno in comune. E' la profondità calma dell'oceano della vita che sostiene le increspature mutevoli delle onde egoiche che di muovono sulla superficie. Buondì, amica! :-)
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atisha1
atisha1 il 02/04/08 alle 10:27 via WEB
..quell'oscuro intervallo è lAmore.. Dalla passione alla compassione, la compassione del cuore, l'arte sublime dell'amicizia, l'energia... Quell'oscuro intervallo è l'amore. L'amore immette i colori nella vita. Il grigio diviene arcobaleno, esplode in mille colori, il monotono e piatto diviene psichedelico. (Osho)... namastè ;-)
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Praj
Praj il 02/04/08 alle 10:32 via WEB
Sì, la miglior definizione, forse quella che è più sentita dalla nostra sensibilità è proprio: Quell'oscuro intervallo è l'Amore! Namastè, cara Atisha! ;-)
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salvatore.ravas
salvatore.ravas il 02/04/08 alle 17:31 via WEB
Tra una percezione e un’altra, tra un’idea e un’altra, tra un pensiero e un altro esiste il “ continuo”, la sospensione, il vuoto; vale a dire l’Infinito. Felice chi sa captare e vivere questo “continuo” di Pienezza. È puro silenzio traboccante di infinite potenzialità. Se sei vuoto l’universo ti riempi d’Amore. Un abbraccio. Namasté! SalvatoreR.
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Praj
Praj il 02/04/08 alle 20:45 via WEB
Il tuo è un'altro bel modo di dire cose che normalmente non si sentono dire. Sono utili informazioni e indicazioni utili a stimolare chi è già attratto dalla ricerca di sè, nell'indagare sempre più in profondità. In quel punto della Sorgente da dove sgorga la Pienezza, la Comprensione, l'Amore, come Tu dimostri di sapere. Un abbraccio sorridente, Salvatore. Grazie. Namastè! :-)
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gryllo73
gryllo73 il 02/04/08 alle 22:44 via WEB
guardare dal di fuori senza giudicare ne condannare senza nessun attaccamento materiale senza interporre alcun giudizzio immergersi in un eterno presente?
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Praj
Praj il 03/04/08 alle 08:37 via WEB
Se è una domanda, risponderei di sì. Stare nel presente; non giudicare: quindi, non attaccarsi ai pensieri, anche se di questi vanno usati quelli funzionali in particolar modo. Per il resto: non è il possesso dei beni materiali il problema, ma è l'attaccamento ad essi che crea disagio e sofferenza, casomai. Osservare... senza essere identificati con i pensieri è il punto. In questa presenza osservante sorge la Consapevolezza del qui e ora. Un caro saluto e un sorriso. :-)
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