Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Non siamo costretti...La spirito non andrebbe ... »

Non vendetta ma risarcimento

Post n°431 pubblicato il 08 Aprile 2008 da Praj
 

Leggendo, ho trovato questa interessante ipotesi.
Forse è discutibile, sicuramente da approfondire; potrebbe avere molte ripercussioni sotto innumerevoli aspetti: sul piano giuridico, sociale, psicologico... ma offre una prospettiva diversa da quella istintiva.
Per me è
un invito molto stimolante alla riflessione, rispetto ad un tema piuttosto coinvolgente le coscienze di chiunque sia chiamato in causa da un torto o danno subito. Forse guardando il problema da quest'ottica... 

"La vendetta è un mezzo per evitare di soffrire quando qualcuno ci ha fatto un torto?

Bisognerebbe cambiare il concetto di vendetta con quello di risarcimento. La vendetta non porta a niente.
Finchè ci si vendica non si ottiene nessuna riparazione (risarcimento). La persona che ci ha abusato, per esempio, non bisognerebbe ucciderla, metterla in prigione, castrarla, ma portarla a pagare un risarcimento in denaro o tramite un'azione ben precisa.
Se non c'è risarcimento, la vendetta non serve a niente:
è solo la soddisfazione dell'ego e la sofferenza non finisce.

Il risarcimento può essere metaforico o reale.
Finire sempre con qualcosa di positivo, mai negativo."

(Alejandro Jodorowsky)

 
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Commenti al Post:
morbida1dgl
morbida1dgl il 08/04/08 alle 20:00 via WEB
Nè con la vendetta, nè con il risarcimento potremo rimuovere il torto subito, quindi sono entrambi inutili...Di tutto se ne risponde con la propria "coscienza" se la si conosce...Namastè!
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Praj
Praj il 09/04/08 alle 09:11 via WEB
Prendo atto del tuo punto di vista. Certo, la risposta coscienziale è quella fondamentale, sono d'accordo. L'idea del risarcimento mi pare solo uno spunto atto a considerare le cose da una prospettiva un pò diversa da quella convenzionale. Namastè! :-)
(Rispondi)
JacuzziForYou
JacuzziForYou il 08/04/08 alle 21:02 via WEB
Forse il vero risarcimento è quando entrambe le parti,"l'offeso" e "l'offensore",s'incontrano ad uno stesso livello.. in questo,secondo me,svanisce l'idea stessa di vendetta o di risarcimento.. di chi si sente offeso od offensore.. un "perdono reciproco" che rende giustizia ad entrambe le parti,ponendole su uno stesso piano,e permettendogli di andare avanti.. Anche se non sempre può essere così.. Come dice Morbida,potrebbe essere una questione di coscienza.. Un saluto.. ed un sorriso..:-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/04/08 alle 09:19 via WEB
E' vero: quello sarebbe il meglio, il massimo. Forse il pensiero di Jodorowsky volava un pò più basso: suggeriva la rottura di un meccanismo nel quale l'offeso spesso si va ad infilare. Indicava una una possibile soluzione, forse più costruttiva per entrambi gli attori - colpevole e vittima -, su un piano concreto, non necessariamente ad alto livello di comprensione. Un saluto sorridente anche per Te, amico. :-)
(Rispondi)
angela.luce33
angela.luce33 il 09/04/08 alle 00:14 via WEB
Perchè, molto semplicemente, non accettare che anche un torto, quando ci arriva, è lezione di vita? Perchè non vedere, semplicemente, in chi compie l'azione, un attore preposto a ciò? Sarà poi la vita a rimettere le cose nel giusto ordine se così deve essere. Lo so che questo è un tasto molto delicato ma... :-))) Namastè!
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/04/08 alle 09:32 via WEB
Anche tu, giustamente, a mio avviso, hai risposto con una visione di alto livello. Cosa che, tra l'altro, condivido. Però, rispetto a una dimensione un pò meno elevata, l'idea mi pareva interessante... Sì, è un tasto molto delicato e difficile da trattare, perchè ha innumerevoli implicazioni. E' un punto particolare d'incontro fra esigenze umane opposte dove la terra e il cielo di toccano. Il paradiso e inferno stanno di pronte, si guardano, si confrontano... Sì, è proprio un tema sul quale è bene essere prudenti... data la complessità delle situazioni che mette in causa, in campo. Il cuore del saggio invece semplifica, le vede da un una cima invisibile, perchè ha un ordine nel suo animo diverso da ciò che pensa la gente comune. Ma si sa che lui è nel mondo ma non del mondo. Namastè, luminosa Angela! :-)))
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sofiastrea
sofiastrea il 09/04/08 alle 10:18 via WEB
Ho potuto constatare come ci si possa sentire soddisfatti e non si nutrano desideri di vendetta, quando c'è la giusta pena data da un giudice, dopo un fatto grave...credo che anche questo vada verso quello che dici, il risarcimento attraverso la pena...lasciando i punti di vista spirituali credo anch'io che si possa considerare realmente questa forma di risarcimento ad un danno rispetto alla vendetta...si fa già, di fatto, eppure riusciamo ad ingarbugliare tutto e sai perchè? Perchè dobbiamo ricorrere al giudizio e non certo a quello divino...quindi...non so ciao :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/04/08 alle 10:52 via WEB
Ho solo preso in prestito un pensiero di Jodorowsky su questo tema. Credo anch'io che ci sia un abisso incommensurabile non solo fra il giudizio Divino e quello di un giudice umano, normale, ma anche fra quello di un vero saggio e un giudice ordinario. Infatti, penso che sia un'utopia pensare di trovare una vera giustizia in questo mondo. Al massimo ci si può approssimare al meglio, facendo leggi sempre più sagge, applicate da giudici evoluti anche sul piano dello spirito e non solo della forma, della lettera. Ciao! :-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 09/04/08 alle 13:22 via WEB
:-)))quando si concettualizza haimè tutto si complica e di fatto anche dicendo le stesse cose le diciamo in modo diverso... _/\_aspettando sagge leggi, da saggi giudici sono daccordo con tutto ciò che hai scritto:-))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 09/04/08 alle 13:50 via WEB
Eh, sì... quando si toccano nervi scoperti... scatta subito un meccanismo di difesa, di chiusura comprensibilissimo. E' difficile mantenere la lucididà e l'apertura del cuore quando si è feriti, si ha paura, si prova angoscia... Capisco, perche anch'io talune volte provo gli stessi sentimenti istintivi... Il post cercava di offrire una ipotesi "creativa" da parte di un artista e saggio come Jodorowsky. Ciao e grazie... _/|\_ :-))
(Rispondi)
bil37
bil37 il 09/04/08 alle 11:28 via WEB
Ciao Praj, per me il discorso non si pone, in quanto a mio avviso dovrebbe essere la legge ad occuparsi di questa materia. Se poi la giurisprudenza non funziona, è evidente che andrebbe migliorata l'istituzione stessa e riportato il principio della "certezza della pena", sia essa di tipo penale e/o pecuniaria. Anche perché il risarcimento economico presuppone un giudizio di merito, altrimenti chiunque potrebbe dire la sua e torneremmo all'età della pietra o all'età della faida. diverso è il discorso sulla castrazione chimica o sulla pena di morte per determinati reati. Personalmente sono contrario a queste misure estreme, ma certamente contrario all'indulto e alla scarcerazione preventiva. Buona giornata, argomento interessante :) Paolo
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/04/08 alle 13:42 via WEB
Capisco cosa vuoi dire... e non ho difficoltà ad essere d'accordo con quanto tu dici. Non mi sento però di sviluppare un discorso di questo genere per che non ho una competenza adeguata sul piano giuridico per approfondire la tematica. Mi sembrava però che la riflessione di Jodorowsky fosse più orientata riguardo all'aspetto filosofico, psicologico, che giuridico. Non penso che il discorso che lui prospettava fosse inerente ad una qualche forma di deresponsabilizzazione, ma era un stimolo a ripensare questo argmento scottante in maniera più costruttiva, positiva per tutti. Grazie e buona giornata a Te, Paolo. :-)
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andy571
andy571 il 09/04/08 alle 13:38 via WEB
Escludendo le visioni più elevate proposte da altri in risposta al post e che condivido appieno, a livello di giustizia terrena mi sembra che un principio equo possa essere quello del riequilibrio energetico. Poichè in qualche modo un' azione che causa sofferenza provoca uno squilibrio nel mondo, ne occorre un'altra, da parte del reo, di riequilibrio, mediante un apporto di un quantitativo di energia positiva il più equipollente possibile (anche se comprendo che a livello più alto non esiste un "positivo" e un"negativo" in assoluto). Quindi risarcimento pecuniario e/o manuale, con lavoro e servizio sociale di qualunque tipo, in dipendenza dalle abilità del reo stesso, (cosa che solitamente non viene presa in considerazione da chi emette un verdetto, mentre invece darebbe modo al colpevole di rendersi più utile) non necessariamente da destinare all'offeso, ma erogabile a completa discrezione del giudice (l'energia si diffonde comunque nel sistema). Assolutamente sbagliata a mio avviso la vendetta o la punizione fine a se stessa. Porta soltanto ulteriore squilibrio! Un abbraccio e buona giornata Andrea
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Praj
Praj il 09/04/08 alle 14:04 via WEB
Più che affascinante è il tuo suggerimento. Si capisce che ognuno da una risposta in base al suo stato di coscienza, alla sua cultura e sensibilità. Credo che sarebbe importante, casomai, risarcire a più livelli. Poi, un'altra cosa da considerare, è la disponibilità reale del reo all'effettivo risarcimento. Questo penso però che sia connesso alla avvenuta presa di coscienza di chi ha compiuto il danno. In più ciò dovrebbe essere preso con l'accordo di ha lo ha subito. Mi rendo conto che la materia è complessa e difficile da attuare sul piano pratico. E che sia abbastanza facile scivolare in facili speculazioni, concettuali, filosofico, e giuridiche. Insomma, è un terreno minato, se non lo si osserva con una visone più ampia, superiore... direi spirituale. Era solo una riflessione... Ricambio l'abbraccio, caro Andrea. Buona giornata anche a Te. :-)
(Rispondi)
salvatore.ravas
salvatore.ravas il 09/04/08 alle 16:28 via WEB
La cosa è molto semplice secondo il mio punto di vista. Non c’è bisogno di nessuna vendetta. Basta la giustizia degli uomini e la legge di causa effetto per rimettere tutto in equilibrio. Si raccoglie ciò che si semina. Siamo noi che puniamo noi stessi. Un caro saluto e un sorriso. Namasté. salvatoreR. :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/04/08 alle 17:16 via WEB
Questa è una legge di tipo superiore: l'infallibile legge del Karma. E' chiaro, anche per me, che questa legge, anche se a volta non sembra mostrare i suoi effetti immediati, secondo le nostre fallaci e umane aspettative, alla lunga mette sempre le cose in equilibrio. Che lo si veda o meno. Che l'ego lo sappia o non lo voglia accettare, sapere. Un caro abbraccio, caro Salvatore. Namastè! :-)
(Rispondi)
gryllo73
gryllo73 il 09/04/08 alle 20:24 via WEB
penso che non serva non riporta indietro il mal tolto rende simili nell'odio e' solo una mia opinione namaste'
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Praj
Praj il 09/04/08 alle 20:37 via WEB
Opinione condivisibile, anche per me. grazie Gryllo del passaggio e commento. Buona serata. Ciao e Namastè! :-)
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