Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Speculazioni rovinoseCompetendo si può perder... »

L'impossibile desiderio

Post n°488 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da Praj
 

Si possono avere una infinità di desideri, tutti più o meno realizzabili, ma ce n'è uno assolutamente irrealizzabile:
è il desiderio di non desiderare.
L'assenza dei desideri sorge solo con  la comprensione che sta alla base del meccanismo desiderante.  
Solo allora  i desideri cadono come foglie morte dall'albero della consapevolezza. 

 
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Commenti al Post:
skarma64
skarma64 il 17/10/08 alle 12:35 via WEB
infatti anche la forza di un insegnamento per la libertà, indica nella capacità di rinuncia una grande virtù.. capacità di rinunciare, capacità di non desiderare, e libertà.. in uno shaker sono un cocktail esplosivo!
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Praj
Praj il 17/10/08 alle 16:22 via WEB
Complimenti per i tuoi acuti commenti. Un sorriso :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 17/10/08 alle 14:27 via WEB
desidero darti un bel 10... :-)))
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 17/10/08 alle 16:24 via WEB
E una lode per Te, che sai cogliere al volo sempre il punto essenziale. Grazie... ;-)))
(Rispondi)
salvatore.ravas
salvatore.ravas il 18/10/08 alle 10:11 via WEB
L’uomo desidera sempre qualcosa che non ha. E quando finalmente la ottiene smette di desiderare. Desiderare non è sinonimo di volere. Il desiderio è da tutti, il volere solo a chi ha cessato di desiderare. Volere non è rivolto a qualcosa che non si ha. Volere è rivolto a quello che si è. Volere è pertanto conoscere o meglio conoscersi. Giunto a questa consapevolezza l’uomo può smettere di volere ed iniziare ad essere. Namasté! Un caro saluto. SalvatoreR.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 18/10/08 alle 10:16 via WEB
Concordo pienamente, anche se direi che è la mente umana che desidera, più che l'uomo in sè. Grazie... e buon fine settimana, caro Salvatore. :-)
(Rispondi)
jerah
jerah il 18/10/08 alle 13:44 via WEB
"il desiderio di non desiderare" rende molto bene l'immagine. grazie di essere passato dal mio blog, ciao :)
(Rispondi)
 
jerah
jerah il 18/10/08 alle 13:45 via WEB
dimenticavo: ho trovato molto interessante la conferenza di Vittorio Marchi. grazie dell'opportunità che mi hai dato
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 18/10/08 alle 16:13 via WEB
L'ho messo apposta, affinchè qualcuno potesse conoscere anche questo scienziato fuori e sopra dai canoni convenzionali, nei quali spesso si chiudono e irrigidiscono gli scienziati, o meglo gli scientisti materialisti. Grazie di averla colta. Un sorriso :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 18/10/08 alle 16:09 via WEB
Infatti è un controsenso... ah ah ah! Per il resto, non c'è di che. Ne valeva la pena. Ciao! :-)
(Rispondi)
esse.62
esse.62 il 19/10/08 alle 09:47 via WEB
Pare che DESIDERIO derivi da de-sidero perdere la stella. Pare che sia un avvertimento: i desideri ti fanno perdere la direzione, la stella polare, la rotta... Non ho mai capito fino in fondo questa etimologia. Perchè per me il desiderio è il motore, la gioia, la strada più vera che mi porta lontano... Desidero una domenica bellissima per te amico mio Praj, e ti abbraccio forte tua esse
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/10/08 alle 10:34 via WEB
Il carburante della mente è il desiderio, mentre l'anelito è il motore dello spirito, del cuore. Nel desiderio c'è sottostante l'aspettativa, un certa tensione, mentre nell'anelito c'è l'auspicio sereno e rilassato accompagnato da un forte e costante ardore interno. Perdere la stella è perdere la consapevolezza, la connessione con ciò che è luminoso... Il pozzo dei desideri è un pozzo senza fondo proprio perchè è mentale... La preferenza invece potrebbe stare in mezzo fra il desiderio e l'anelito, perchè non ha le pretese del desiderio ma nemmeno la fiducia intrinseca dell'anelito. Nelle faccende pratiche quindi è buona cosa usare la preferenza invece del desiderio. Implica meno delusioni. Comunque, aldilà delle dissertazioni, semplicemente auguro anche a te una bella e serena domenica. Ricambio l'abbraccio, sorridendo. :-))
(Rispondi)
 
 
esse.62
esse.62 il 19/10/08 alle 10:43 via WEB
l'hai spiegato benissimo Praj. Grazie. Ho le idee più chiare adesso. un abbraccio
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 19/10/08 alle 14:12 via WEB
Mi fa piacere... anch'io ho intuito questi principi ascoltando... ma, soprattutto, attraverso l'esperienza diretta. Grazie a Te, per l'opportuninità che mi hai offero per questo chiarimento. Buon pomeriggio domenicale. :-)
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sofiastrea
sofiastrea il 19/10/08 alle 11:45 via WEB
già come fa il desiderio ad anullare sè stesso egli nasce dall'abbandono e con l'abbandono muore...un sorriso :-)
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Praj
Praj il 19/10/08 alle 14:15 via WEB
Infatti non è nelle sue possibilità. Il desiderio non può che essere lasciato cadere, altrimenti si riperpetua in forme diverse, sempre più difficili da riconoscere. Ciao! Buona domenica soleggiata ;-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 19/10/08 alle 14:42 via WEB
lo facevo risalire a quell'abbandono o distacco è da lì che nasce il desiderio...lasciar cadere lo vedo come un atto di volontà non più possibile...muore da sè come dicevi tu nel post...scusa ma mi stonava qualcosa :-))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 19/10/08 alle 15:12 via WEB
In effetti hai ragione: il lasciar cadere contiene ancora il senso che ci sia un qualcosa che tu puoi fare... in realtà solo la vera comprensione permette che cada senza volontà di nessuno, natural-mente. Come le foglie morte che cadono perchè è giunta la stagione della caduta... Grazie per questa "messa a punto" eh eh eh! Ciao ;-)
(Rispondi)
anna6262
anna6262 il 19/10/08 alle 23:40 via WEB
non so se conosci le posizioni percettive in pnl..sono 4..la prima posizione IO VOGLIO ...la seconda TU VUOI...la terza una mediazione tra la prima e la seconda posizione e la quarta una mediazione tra la prima, la seconda posizione e cosa è a favore del mondo...ogni posizione ha un aspetto positivo e uno negativo...la terza è la più diplomatica e la quarta posizione la più sprituale...ma anche la prima è molto importante per la sua determinazione e volontà nel raggiungere un obiettivo per rialzarci quando cadiamo...chi ha inventato la lampadina...tuttte le mattine si svegliava e diceva IO VOGLIO inventare la lampadina e solo alla centesima volta ci è riuscito...quindi non so se è buona cosa generalizzare...un sorriso
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/10/08 alle 09:35 via WEB
Dal "mio" punto di vista non è sbagliato il volere in sè, ma, spiritualmente parlando , è erroneo identificarsi con quel senso dell'io che crede di essere un agente personale, il quale s'illude che il potere scaturito da quel volere sia realmente e solamente "suo". Ritornando al tuo esempio: io credo che la determinazione, la volonta, lo spirito, l'intelligenza intuitiva, di quell'inventore sia attinta da una Fonte che lo trascende. Lui è stato uno strumento di un evento che doveva accadere. Se riconosce questo, allora il "suo" volere è in sintonia con la manifestazione di una Volontà superiore. Un sorriso :-)
(Rispondi)
anna6262
anna6262 il 20/10/08 alle 21:29 via WEB
si hai ragione...lui ha attinto a qualcosa che ha trasceso...ma secondo me lui ci ha messo qualcosa di suo per accendere questo canale...non possiamo pensare che accada perchè deve accadere...dobbiamo con il volere accendere quest canale..o no????????????...anche io un sorriso..scusa l'insistenza...ma mi piacerebbe tanto capire
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 21/10/08 alle 09:55 via WEB
Si tratta di vedere in cosa consiste quel qualcosa di "suo". So di essere assolutamente controtendenza al pensiero comune, sostenuto dal senso dell'ego, ma la mia ricerca interiore mi ha fatto proprio scoprire che quel che si dice "un qualcosa di suo" è un'illusione. So che è difficile da accettare questo punto di vista, per cui è meglio che ognuno si faccia le proprie esperienze e continui sul proprio cammino fino in fondo... poi, ciò che dovrà essere compreso lo sarà, a tempo debito. Per capire bisogna incominciare a spogliarsi delle credenze sulle quali poggiano le nostre presunte certezze. Un sorriso e grazie del prezioso commento che mi aiuta nel chiarimento, per quanto possibile, della mia visione. :-)
(Rispondi)
anna6262
anna6262 il 21/10/08 alle 13:12 via WEB
sai anche io la penso come te...ho sbagliato a usare il termine qualcosa di suo...però avverto anche che abbiamo un compito... occorre che evolviamo...allora io non comprendo se occorre solo che rimaniamo aperti in aspettativa...o occorre anche agire per evolvere...spero tu comprenda..è molto diverso capisci?...ascoltare l'esterno e portarlo all'interno...o ascoltare l'interno e portarlo all'esterno nell'agire ...un sorriso...grazie delle risposte
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 21/10/08 alle 20:33 via WEB
Tu domandi: occorre solo che rimaniamo aperti, in aspettativa... o occorre anche agire per evolvere? Occorre solo che rimaniamo aperti, in fiducia e presenti, senza aspettative... che poi l'azione che occorre per affrontare l'occasione, la situazione del momento, sorge da sè, spontaneamente. Grazie a te che mi offri le opportunità di spiegarmi meglio. Tranquilla serata :-)
(Rispondi)
fuoco.dal.profondo
fuoco.dal.profondo il 21/10/08 alle 21:59 via WEB
Smetti di desiderare e comincia ad "essere" in modo inflessibile ed allineato: ecco che tutto si realizza istantaneamente!
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Praj
Praj il 22/10/08 alle 09:08 via WEB
Sono d'accordo, anche se direi, preferirei dire: comincia ad Essere, in modo flessibile ed allineato. Vedi, per un amante del Tao come me, la flessibilità è una virtù, mentre la l'inflessibilità, la rigidità... sono caratteristiche che portano, prima o poi, alla caduta. Osserva il giunco come si piega al vento... ma non si spezza. Un sorriso e grazie del commento. :-)
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