Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Competendo si può perdere... anche l'anima 

Post n°489 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da Praj
 

L'atteggiamento competitivo, sebbene possa migliorare le prestazioni, anche se non è aggressivo e sembra positivo, quasi sempre accresce l'egocentrismo di chi ne fa uso.
Perciò, da un punto di vista spirituale, è fondamentalmente deleterio. Si può crescere per se stessi, nelle proprie abilità e capacità, senza il bisogno di confrontarsi necessariamente con gli altri.
Possiamo fiorire comunque nell'unicità che ci contraddistingue, senza per questo misurarci nella competizione. La competizione esaspera e incentiva la divisione, nonostante venga mascherata da intenti positivi.
Questa attitudine egoica, se sviluppata a vari i livelli e in tanti campi, intossica le relazioni e l'etica, oltre inquinare il senso di unità che invece dovremmo sviluppare per vivere insieme in modo più cooperante..
E' andato in gran parte perduto lo spirito del gioco non competitivo, divertente e creativo, fine a se stesso, per far posto alla mania crescente della competizione, della performance sempre più estrema, del volere essere meglio degli altri.
Questa purtroppo è una malattia dello spirito che va risanata al più presto: pena l'aumento della conflittualità e dell'inimicizia fra individui, gruppi e nazioni. Non è vero dunque che c'è una sana competizione e una malata, perché entrambe , seppur in varia misura, portano in sé il seme dell'orgoglio, della vanità e della presunzione che in sostanza sono i pilastri che sostengono l'ego, il quale crea il malessere dell'anima.

 
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Commenti al Post:
eckhart.noor
eckhart.noor il 20/10/08 alle 12:00 via WEB
il vero rapporto,gioco,dialogo, nasce nella condivisione,nell'offerta,nell'ascolto,nello scambio...La cultura odierna rafforza l'opposto di ciò.Bisognerebbe ricominciare dalle scuole, ove ancora vince il "migliore",secondo me.. Namastè! :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/10/08 alle 12:36 via WEB
Ci fanno credere che soltanto competendo possiamo migliorare. Anche se ciò sembra vero guardandoci in giro, forse è meno vero di quanto possa sembrare. Però bisogna cambiare prospettiva riguardo ai valori che devono contraddistiguere un essere umano veramente evoluto. Ormai è diventata una ipnosi di massa, al punto che non s'immagina neppure che ci possa essere un'altra visione di se stessi, rispetto a questa basata sull'esaltazione dell'ego, del confronto competitivo, della sindrome psicologica che ci spinge a primeggiare. Ego che, per suo natura, è sempre competitivo, anche nelle forme più incredibili e grottesche - vedi Guinnes dei primati, per esempio. Io penso invece che il miglioramento umano, delle sue doti più positive, possa avvenire anche senza competizione, basandosi solo sulla consapevolezza e lo sviluppo della intrinseca unicità. E' ovvio che la consapevolezza fa fiorire solo gli aspetti che ci riguardano essenzialmente, a livello più profondo; e solo secondariamente fa riferimento alle dimensioni psico fisiche, alla realtà mondana. E' altresì scontato che la consapevolezza non incentiva ciò che si basa sull'essere migliori comunque sia, sui presupposti della mera vanità e orgoglio personale. Per quanto riguarda la scuola attuale, purtroppo, non può affrontare questo compito perchè dovrebbe, prima d'insegnare, imparare essa stessa... tante cose sull'essere che ancora non conosce. Namastè, caro Eck! :-)
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sofiastrea
sofiastrea il 20/10/08 alle 14:39 via WEB
Hai ragione competere uccide l'anima, quando si sente il bisogno di rispondere, di chiarire, di far conoscere siamo nel campo dell'illusione ...terreno coltivato a spine dolorose :-)))
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Praj
Praj il 20/10/08 alle 15:13 via WEB
Competere strema, difficilmente rilassa il cuore, lo spirito... Per cosa poi, solo per essere superiori a qualcun altro? Per essere dei numeri uno? Si può tirar fuori qualcosa di meglio dal proprio essere, secondo me. La competizione è sempre connessa all'identificazione illusoria con il corpo- mente. Ciao :-)))
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atisha0
atisha0 il 20/10/08 alle 20:49 via WEB
è la competizione consapevole che diviene gioco... tutto il resto è egocentrismo mascherato. ultimamente scrivi messaggi penetranti, forse un po' fuori dai soliti "canoni ecclesiastici" che di solito usiamo ahhahah... ciao ;-) notte bella...
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Praj
Praj il 20/10/08 alle 21:05 via WEB
... eh eh eh! Sono d'accordo: la competizione, quando è inscritta in un quadro di consapevolezza, diventa "gioco", perdendo così la sua carica egoica. Allora è energia che si esprime per il puro gusto di manifestarsi al meglio, indipendentemente dal bisogno, di confronto, scontro, gara, record... finalizzato al sentirsi superiori all'altro. Un abbraccio e un sorriso con l'occhio strizzato. ;-) ah ah ah!
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nomore.norless
nomore.norless il 20/10/08 alle 21:25 via WEB
"Si può crescere per se stessi, nelle proprie abilità e capacità, senza il bisogno di confrontarsi necessariamente con gli altri." Questo mi sembra molto giusto, migliorarsi per se stessi, non in competizione con gli altri. Ciao e buona serata
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Praj
Praj il 21/10/08 alle 08:54 via WEB
E', a mio avviso, un cambiamento totale di coscienza. Perchè allora non ci si basa più sul raffronto con gli altri, ma con l'onesto domandare a se stessi se stiamo sviluppando realmente il nostro potenziale, i nostri talenti. Da questa prospettiva, casomai, si può guardare all'altro come stimolo evolutivo, modello d'impegno con se stessi, senza invidia. Ritengo che sia importante ritornare a guardare più dentro che fuori. Va sempre ricordato che siamo unici, irripetibili e che non serve imitare gli altri, anche se si possono ammirare, ma occorre solo crescere nelle nostre possibilità. E al meglio. Buona giornata sorridente :-)
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anna6262
anna6262 il 20/10/08 alle 21:37 via WEB
io faccio fatica a seguirvi..però s che generalizzare è sempre sbagliato...io la vedo così...mettiamo ul tavolo un progetto...e un po' di persone che decidono il da farsi...le persone che risponderanno per il gusto di esercitare il loro potere e il loro volere..non vanno bene...la persona che saprà proporre ascoltando gli altri, mediando tra le sue direttive e quelle proposte...non perdendo mai di vista l'obbiettivo da raggiungere..sarà ok..dolce serata
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Praj
Praj il 21/10/08 alle 09:11 via WEB
Dal un punto di vista pratico, è evidente che la persona che si dispone ad una modalità di azione collaborativa, motivata da una mission più ampia del mero tornaconto immediato e personale, è anche per me più evoluta, matura. L'ascoltare, il mediare e l'essere propositivi per il bene di un impresa comune è senz'altro meglio che fare il contrario. Ma il mio post voleva sottolineare il principio anticompetitivo come valore e mettere in discussione un luogo comune dominante: ovvero, quello che la competizione, a tutti i livelli, fa sempre bene, che fa sempre crescere, l'individuo e le società: perchè stimola a migliorarsi, comunque sia. Questo può sembrare vero, ma solo perchè viviamo in una realtà in cui ci sono individui e società, psicologicamente e, soprattutto, spiritualmente "malati". Quindi. la competitività è un fatto relativo al nostro stato di coscienza. Ti auguro una serena giornata :-)
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anna6262
anna6262 il 21/10/08 alle 13:17 via WEB
si hai ragione la competitività solo per esercitare l'essere più bravi...è dannosissima...soprattutto nella coppia...buon pomeriggio... sarebbe bello che tutti avessimo un progetto comune e collaborazzimo per realizzare il bene di tutti...
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Praj
Praj il 21/10/08 alle 13:35 via WEB
Proprio così: anche nell'ambito della coppia e nelle relazioni amicali, la competizione, fa i suoi danni. Provare per credere. Questa, suscita quasi sempre gelosie, invidie, sospetti, pettegolezzi, maldicenze e altre emozioni negative. Raramente, quando si compete, si gioisce e gode veramente del successo altrui. Anche se molti sembrano contenti dell'affermazione di un rivale, spesso dietro a ciò c'è un atteggiamento falso, ipocrita. Un saluto sorridente :-)
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