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Si può pregare per anni il Divino, sinceramente, con intensità e devozione, perché si possa diventare migliori e, dopo questo, spesso, rimanere gli stessi di prima. Di fronte a questa realtà, allora ci sono due possibilità: o Dio non può fare niente per noi o gli andiamo bene così come siamo.
C’è chi invece prova un'altra via per migliorare: medita per anni nel più profondo silenzio, osserva scorrere i pensieri, senza trattenerne nessuno, nemmeno il più sottile, cercando di decondizionarsi dai legami della mente e anche dopo di ciò, spesso, si trova ad essere sostanzialmente lo stesso di prima. Anche in questo caso non ci sono che due possibilità. Allora: o non ci possiamo fare proprio niente o in fondo dobbiamo essere così come siamo. Questo perché le due strade, la fede totale e la resa al Divino quanto la Saggezza dell'accettazione del ciò che è, vanno nella realtà delle cose a coincidere, in ultima istanza. Convergono, infatti, nel farci capire che, nonostante tutto, ‘dobbiamo’ essere proprio così come siamo. Arrenderci. In questo abbandono a ciò che siamo, la tensione dovuta alla ricerca del miglioramento voluto dall’ego, seppur spiritualizzato, cade.
Ci si rilassa, finalmente. Corpo-mente e spirito possono proseguire insieme, non più separati.
Per cui il miglioramento, quello naturale, non voluto da noi ma dal Divino, può compiersi, accadere, nelle forme e nelle modalità atte ad avverare il nostro Destino in Armonia con la Danza Cosmica.
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
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il 09/07/2023 alle 12:33
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il 09/07/2023 alle 12:28
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il 09/07/2023 alle 12:24