Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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La causa è effetto e l'effetto è causa...

Post n°536 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da Praj
 

Ogni nostra azione, scelta, è l'effetto di cause che non conosciamo, le quali, a loro volta, sono effetti di interdipendenze fenomeniche che ci sfuggono, che sono impossibili da rintracciare in senso ultimo. 
Non ci sono quindi cause che esistano di per sé, che non derivino da effetti precedenti. La causa prima, quella originaria, però è inconoscibile.
Noi possiamo dunque solo conoscere, definire, lungo una traccia del tempo storico convenzionale, da noi stessi creato, cause ed effetti facenti riferimento al nostro senso di separazione, puramente egocentrico e umano. E sempre da esso, attraverso la cultura scaturita da un sapere umano-centrico che si separano e differenziano gli eventi dell'esistenza in cause <> effetti <> cause <> effetti <> cause <>incessantemente. In realtà, separiamo arbitrariamente secondo una logica concettuale tutto sommato ristretta, fatti che invece sarebbero manifestazioni di un Unità infinita senza tempo e spazio. Infatti, non possiamo distinguere realmente da quando comincia una causa e dove finisce un effetto nell'Insieme Universale.
In realtà, da un punto di vista non duale, da un punto di vista impersonale e metafisico, Superiore, questa separazione non esiste. L'Uno è senza secondo ed è Causa-Effetto simultaneamente, sempre e ovunque.
Anche in questo momento stiamo sempre esprimendo gli effetti di cause scaturite da chissà quali effetti; chissà dove, chissà quando. Ed ora l' effetto, uno degli innumerevoli, in quantità e qualità incalcolabili, sarà causa di chissà quali altri effetti. Tutto ciò produce continue trasformazioni che traducono in apparenti cause e effetti senza fine.
Alla luce di ciò, noi auto definiti individui, come possiamo presumere di non essere condizionati, di essere avulsi da una infinità di cause effetti che ci determinano, aldilà di una mera volontà individuale, anch'essa tra l'altro sottoposta a questa dinamica? Dove inizia e finisce allora la nostra presunta libertà personale? Non è una consolatoria e presuntuosa fantasticheria il credere di averla?

 
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Commenti al Post:
atisha0
atisha0 il 16/12/08 alle 15:16 via WEB
l'idea comune è che la parola "causa" sia rapportata al male e la parola "effetto" alla disgrazia relativa.. ma la causa spesso è anche frutto di azione e l'effetto il balsamo relativo.. ciao Praj... e piove :-))))
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Praj
Praj il 16/12/08 alle 15:29 via WEB
Non ho capito molto bene cosa vorresti dirmi. E' vero comunque che nel linguaggio comune il termine "causa" è quasi sempre associato ad un insieme di elementi che hanno scaturito effetti spiacevoli. Esempio: il ciclone proveniente dalle Azzorre ha causato il maltempo sulle Alpi; oppure, la gelosia del coniuge ha causato l'aggressione alla mogle... ecc. Se vuoi però riformulare il concetto e rendermelo, per me più intelleggibile e, quindi avere una risposta più adeguata, lo spazio è disponibile. Vedi tu. Un caro saluto e un sorriso. Namastè! :-)
(Rispondi)
 
 
atisha0
atisha0 il 16/12/08 alle 21:11 via WEB
dai che hai capito! :-)) non mi sono espressa al meglio ma il succo c'è... intendevo che ci sono anche cause positive (azioni, cioè non reazioni) che determinano effetti positivi (effetti balsamici, veri toccasana).. va meglio? notte bella caro praj :-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 16/12/08 alle 21:18 via WEB
Ho capito meglio cosa volevi dire. Grazie del chiarimento. Notte serena, cara Ati. :-)
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eckhart.noor
eckhart.noor il 16/12/08 alle 15:37 via WEB
..scusate se intervengo..ma sembri ,guarda caso che ciò riguardi pure un dialogo con Ati sul suo blog..Credo che qui entri in mezzo il karma,il farne i conti man mano che si risale il fiume (dunque controcorrente?). In un altro piano è chiaro che il karma "non ci tocca",non siamo noi..ma comunque il gioco della vita ce lo richiama..Pardon per l'OT ;-))
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 16/12/08 alle 19:28 via WEB
Fai bene ad intervenire, non è Off Topic, secondo me. Oltretutto è sempre una occasione di ulteriori approfondimenti, casomai. E' vero quel che dici: su un piano Cosmico, Assoluto, non ci sono cause-effetti che ci riguardano, dato che quel "noi" è fittizio, apparente. Ma, riportando il tutto su un piano relativo connesso alla dimensione della percezione egoica e sensoriale, in qualche modo più o meno diretto, il gioco della Vita ci richiama ad una sorta di senso di responsabilità personale. E' appunto da queste due dimensioni simultanee che si dispiegano come Unità - la fenomenologia dell'Essere fisico-mentale con il sottostante non essere del mondo dell'impersonalità, dell'agire essendo contemporaneamente agiti - che si manifesta la Realtà. Un caro saluto. :-)
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francoroc0
francoroc0 il 17/12/08 alle 09:08 via WEB
Ritengo che tu abbia espresso molto saggiamente l'interrelazione fra causa ed efetto, che non risulta, ai piu' di noi, essere di facile comprensione, specie quando facciamo fatica a determinare, sulla scia di effetti sconcertanti, quale ne sia la ..vera..causa, che ,il piu' delle volte, rimane un.. mistero.Pertanto, condivido in pieno ,particolarmente, l'ultimo paragrafo della tua riflessione, che è una sintesi lodevole e da me condivisa. Aggiungerei poi anche un altro aspetto che spesso mi lascia pensare..Per esempio, una causa finita, overossia limitata nel tempo, non dovrebbe produrre effetti infiniti. E mi domando come si possa accettare l'idea che vivendo bene o male una vita, si possa ricevere un premio od un castigo senza fine, cioè eterno!? Mi riferisco alla dannazione o gaudio eterni, cioè a Inferno e Paradiso, come ci insegnarono...e si continua ad insegnarci.. Complimenti per la tua..esposizione! Ciao, Franco.
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Praj
Praj il 17/12/08 alle 09:30 via WEB
Infatti anch'io non ho mai creduto a tali dottrine. Mi sono sempre sembrate forme infantili di controllo spirituale, basate sul semplicistico meccanismo premio-punizione. Quando si esce da queste visioni dualistiche e si abbandona il senso dell'ego, prolungato addirittura dopo la morte fisica, si scopre che le cose sono molto più semplici. Sono complicate dal fatto di crederci entità autonome, agenti personali. Allora s'inventano le più strampalate tesi per la sopravvivenza di un ego spirituale che non ha fondamenti, che si rivela illusorio di fronte ad una profonda indagine interiore. Un caro saluto e un grazie per i tuoi sempre stimolanti commenti. Ciao! :-)
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