Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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L'immortalità del non io

Post n°560 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da Praj

Meditando profondamente ci accorgeremo che siamo sempre connessi al principio che fa funzionare l’organismo fisico nella dimensione spazio-tempo.
Solo che non abbiamo accettato pienamente che tale principio sia Uno con la Coscienza cosmica, ossia l’energia universale.
Il dubbio principale che ci portiamo sempre appresso e che fa sorgere nella mente la paura di morire è: quando il nostro corpo fisico scompare, cosa ne sarà dell’io che percepisce di esistere?
Dove finisce il nostro senso di presenza?
Abbiamo talmente umanizzato il principio divino dandogli dei limiti, che ora nella nostra piccola mente sorge l'angosciosa istanza che si chiede se questo ‘io’ personale, tanto importante per noi, sopravvive o meno alla morte del corpo materiale.
Per comprendere cosa avviene con la morte del corpo fisico, dobbiamo però prima comprendere noi stessi e arrivare alla totale accettazione dell’inesistenza di questo "io" individuale e che perciò non esistono né una nascita né una morte. Tutto il resto viene di conseguenza. Altrimenti non supereremo questa paura inconscia. Né con la fede né con la ragione.
Quindi, per me, l'imparare a morire ogni momento, vuol dire essere in grado di sganciarsi dai ricordi, dalle credenze vecchie e nuove, dalle storie vissute, dai timori e dalle speranze proiettate nel divenire. Soltanto in questo modo, con l'esperienza diretta del morire a noi stessi prima della morte fisica, possiamo lasciarci andare e sentirci rilassati nel presente. Essere morti a se stessi o, se vogliamo, essere "immortali", sta a significare non essere più imprigionati nell’egoicità scaturita dall'identificazione con il corpo-mente e non considerarci più gli autori personali di alcuna azione, di alcun pensiero, alcuna emozione. Cosi facendo realizziamo che la nostra essenza è un’emanazione, un riflesso dell’immortalità stessa dell’Energia primaria di cui l'involucro corporeo è solo veicolo transeunte. Dunque siamo spazio infinito ed eterno, non esiste un’entità separata, e quindi dopo la morte la nostra essenza "liberata" dal corpo torna a fondersi con il Tutto eterno, immortale.

 
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Commenti al Post:
salvatore.ravas
salvatore.ravas il 19/01/09 alle 17:29 via WEB
“Dunque siamo spazio infinito ed eterno, non esiste un’entità separata, e quindi dopo la morte la nostra essenza "liberata" dal corpo torna a fondersi con il Tutto eterno, immortale.” Sono d’accordissimo sulla teoria del Tutto. Sorgono allora alcune domande: cosa siamo venuti a fare su questa terra? Abbiamo la stessa funzione di un vegetale? Però noi non siamo il vegetale abbiamo una coscienza che è il termometro della nostra consapevolezza. L’Amore ha un ruolo nella nostra esistenza terrena? Mi fermo qui. SalvatoreR.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/01/09 alle 18:04 via WEB
Se hai ancora queste domande sei nella dimensione della concettualità, nel mentale. Riguardo a quanto è detto sopra sto facendo riferimento all'essenza non all'ego. Per il resto, Ama se senti di Amare. Non amore come fosse un precetto. Nessuno te lo impedisce. Non porti tante domande Vivi come ti è dato. Inoltre non credere di essere più importante di alcunchè... esiste solo l'Uno, senza secondo, in cui sono compresi anche i vegetali. E' il senso dell'io che crede di essere rilevante, nelle gerarchie, nella scala dei valori antropocentrici. La consapevolezza, se è illuminata, sa che come agente personale non esisti. Un caro saluto. :-)
(Rispondi)
 
 
salvatore.ravas
salvatore.ravas il 20/01/09 alle 11:09 via WEB
L’uomo per comprendere ha bisogno di farsi delle domande. Basta leggere “io sono quello” dove Nisargadatta risponde alle domande dell’uomo qualunque. Il libro è impostato nella classica forma del dialogo tra discepolo e maestro, contiene il suo insegnamento. Pensare che tutto sia Ego e tutto è dimensione concettualità della mente è un grave errore secondo me. Per fortuna non tutto è mente e ego ma c’è anche l’amore e l’intuizione che ci porta oltre la mente e l’ego. Namasté! SalvatoreR.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 20/01/09 alle 13:39 via WEB
Hai ragione Salvatore, ma non parlavo in generale, mi riferivo proprio a Te. Namastè! ;-)
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eckhart.noor
eckhart.noor il 19/01/09 alle 18:45 via WEB
Sembra impossibile per la mente comprendere che la vita possa continuare anche senza pensieri o ricordi:vi si cela un bisogno di immortalità,di illimitazeza che non lascia vedere,morire a se stessi.La via invece continua sempre,anche quando sembra che si spengono tutte le luci,vi è una Fiamma sola che illumina sempre se stessa:Quello Siamo. Namastè :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/01/09 alle 19:03 via WEB
L'ego con il bisogno di continuità riesce ad inventarsi di tutto, ha una fantasia portentosa per questo, pur di credere nella sua sopravvivenza. Però non è, come credono gli ego dei materialisti, che non c'è nulla dopo la morte fisica... finità lì. C'è quello che c'era prima che si nascesse e ci sarà dopo morti: ovvero Quello che sei sempre stato... e non oso dare nomi o forme a Ciò... In beatitudine sorrido arreso all'immortalità che ci aspetta... ah ah ah! Ciao! :-)
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atisha0
atisha0 il 20/01/09 alle 14:00 via WEB
è vero ciò che scrivi praj.. l'ego con il bisogno di continuità riesce ad inventarsi di tutto, ha una fantasia portentosa per questo, pur di credere nella sua sopravvivenza....:-))) ciao Peace & Love
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sofiastrea
sofiastrea il 20/01/09 alle 11:53 via WEB
la concezione materialista come quella spirituale credo siano ancora una volta improntate sul giudizio/desiderio...cosa ne sappiamo di cosa saremo poi...il viaggio ci porta attraverso i nostri concetti in luoghi che sono speranze forse...ancora una volta di più credo che il viaggio continui all'infinito, ci siamo fermati solo a ciò che conosciamo...:-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/01/09 alle 13:41 via WEB
Il viaggio è infinito... ma per chi? Ciao :-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 20/01/09 alle 13:43 via WEB
per il viaggio stesso...
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atisha0
atisha0 il 20/01/09 alle 14:03 via WEB
commento serio: imparare a morire giorno per giorno.. che significa spogliare la propria corazza ecoica per fluttuare rilassati nel momento presente... nel qui e ora.. adattandoci alla strada che si percorre, che la vita offre.. è l'unico modo secondo me per lasciare il corpo da Re..nella pace e nella gratitudine,lasciando libera di espandersi la nostra essenza.. Complimenti per il post. la paura di morire dovrebbe essere un argomento più trattato.. ciao! :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/01/09 alle 14:28 via WEB
Invece è l'argomento più eluso, rifuggito... I più si toccano le palle... ah ah ah! Ciao! :-)
(Rispondi)
 
 
atisha0
atisha0 il 20/01/09 alle 14:50 via WEB
c'è poco da toccarsele.. quanto tocca.. tocca ahahaha... (e tu non toccarle ora che ti vedo...);-)
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Praj
Praj il 20/01/09 alle 16:33 via WEB
Come è possibile? Bisognerebbe averle... ah ah ah! ;-)
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
atisha0
atisha0 il 20/01/09 alle 18:19 via WEB
come? no?.. eppure credevo, sembrava... :-D
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 21/01/09 alle 09:12 via WEB
Non dubitare, Atisha, di fronte alle apparenze... agli scherzi... alle parole. Sono sempre i fatti che contano. ;-)
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atisha0
atisha0 il 20/01/09 alle 18:19 via WEB
Un giorno ti accadrà... di vedere che la Morte esiste solo per il fantasma che tu credi di essere. Perché allora tu possa celebrarne la finzione con mistico rispetto. (Prajnaram)
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Praj
Praj il 21/01/09 alle 09:05 via WEB
Sì, un giorno ti accadrà... Namastè!
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