Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« NE' OTTIMISTI NE' PESSIMISTISE NON SUCCEDE IN ME E'... »

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE QUI E ADESSO

Post n°587 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da Praj
 

Ciò che conta essenzialmente è ciò che è qui e adesso. Non c’è null'altro che questo. Non c’è niente da comprendere. E’ questo che si riflette come leggerezza, che sembra nascere quando gli eventi sono in accordo alle mie idee e che sembra scomparire quando le situazioni non corrispondono al mio modo di vedere, a ciò è giusto per me.
E' bene che arrivi il momento in cui smetto di considerami onnipotente e onnisciente e di volere risolvere i problemi mondani o i miei, perché sono i medesimi, allorché capisco che in entrambi i casi si tratta di oziose fantasticherie. La smetto con l'assurda pretesa di controllo di ciò che è incontrollabile.
Concretamente invece, posso regalarmi dei momenti durante il giorno, come quando sono fermo ad un incrocio con l'auto, per qualche istante in cui esco dal tempo psicologico, dove lascio andare la credenza di essere una persona, di avere famiglia, un impiego, una ideologia e mi offro a quello che c’è.
Può essere il sentire un mal di schiena, un rumore assordante, un odore gradevole, quello che c’è nel momento, senza volerci ricavare niente. Ciò è l’essenziale, la bellezza senza definizione, il puro godimento senza scopo. Questa accoglienza si infonderà piano piano nella mia vita, fino al giorno in cui vorrò quello che c’è, perché ciò che c’è, è quello che deve esserci. Sarò arreso al ciò che è, finalmente.
La manifestazione di questa leggerezza può essere terrificante se necessario.
Ma è leggerezza, verità.
Quando il leone sbrana la gazzella, quando la grandine rovina il giardino, quanto il treno è in ritardo... è la stessa leggerezza, se ci si pone senza un'idea precostituita, senza aspettative.
Ma se ho una idea, un pregiudizio, una aspettativa allora, scegliendo, per esempio di stare dalla parte del leone o della gazzella, la faccenda diventa drammatica o meravigliosa.
Questo senso di leggerezza accade invece solo se non ho un’idealità che riguarda il modo in cui deve essere il mondo, se non ho la vanità di voler migliorare la creazione, lo svolgersi del reale. Non è indifferenza, ma sottomissione alle leggi universali che trascendono il mio relativo punto di vista, il mio circoscritto bisogno.
Questo però non impedisce al mio organismo di muoversi, di contemplare... è nella natura della vita esercitare il movimento, l'osservazione. Però non esiste che io sappia meglio di Dio ciò che deve essere. Non c’è meglio o peggio, tranne se vivo in modo idealistico, fantasticando. Altrimenti, anni dopo, penserò, filosofeggiando, ancora sul perché della povera gazzella sbranata dal leone, sulla ingiustizia di uno tsunami... e su una miriade di cose che mi sembrano ingiuste.
Se sarò capace di lasciarmi andare alla libera espressione delle imperscrutabili leggi e forme della manifestazione, non avrò più pretese e non sarò più affaticato da queste.
Abbandonando ogni pretesa sulle cose, sulle situazioni, sugli altri, sulla leggi di natura... scoprirò la leggerezza dell'essere... qui e adesso.

 
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Commenti al Post:
atisha0
atisha0 il 24/02/09 alle 14:54 via WEB
ottimo testo, leggero davvero, soave, puro, che viene da un cammino.. ed è nel succo attinenete al mio post odierno.. Bello! complimenti.. anche tu vai di "pappardelle al cinghiale vedo" (cose gustose e lunghette ahahah) bacione..
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Praj
Praj il 25/02/09 alle 08:54 via WEB
...eh eh eh! Ancora in sintonia. Molto bene. Come non posso essere contento? Sono pezzi che mi vengono spontanei guardandomi, osservando, riflettendo... Certamente c'è un lungo cammino alle spalle... una sorta di "lavoro" compiuto. Questi sono appunto distillati di un vissuto esperienziale che amo condividere. Bacione anche a te. Buona giornata, cara Ati. ;-)
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eckhart.noor
eckhart.noor il 24/02/09 alle 23:18 via WEB
...come un bicchiere d'acqua fresca in estate..namastè! ;-)
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Praj
Praj il 25/02/09 alle 08:48 via WEB
Sì... la vita va presa con quella leggerezza, senza sovraccarichi mentali... Proprio come bere un bicchiere d'acqua fresca. Ottima metafora, Eck! Cosa c'è di meglio per dissetarsi quando si è assetati...? Anche la semplicità è leggerezza. Namastè! ;-)
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virachandra
virachandra il 25/02/09 alle 08:15 via WEB
chissà se si può nascere con questa visione della Vita...........grazie tantissimo
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 25/02/09 alle 08:34 via WEB
Certo, Si nasce così. Questo stato di grazia naturale si mantiene per pochissimi anni poi, crescendo, si forma il senso dell'ego e man mano lo si perde. Lo si può ritrovare però attraverso un percorso che ci riporta allo stato di "non mente" che abbiamo perduto nell'infanzia. A questo "recupero" di leggerezza si aggiunge la consapevolezza. La combinazione di leggerezze e consapevolezza portano alla fiducia e all'apertura verso la vita, all'accettazione del ciò che è, quindi alla Saggezza. Grazie a te, Virachandra. Un sorriso e Namastè! :-)
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NowHere7
NowHere7 il 26/02/09 alle 11:53 via WEB
Io vedo che in fin dei conti l'ego è uno strumento che serve ad imparare a funzionare nel mondo. Una volta assolto il suo compito, l'Essere Primordiale, senza tempo, può tornare ad emergere perché ormai c'è un sano e sacrosanto pilota automatico che funziona perfettamente. Da qui l'assenza di scelta... la vera Fede ti consegna all'Ignoto, all'Indefinito, c'è assenza totale di paura e tutto è una Meraviglia, un meravigliarsi, un fondersi totalmente... Questo stato d'essere ce l'hanno tutti i neonati... poi si perde necessariamente per imparare ad agire e funzionare nel mondo ma poi... bisogna tornare a Casa... Tornare a Casa con in più la Consapevolezza... Questo significa Essere Compiuti...
Splendido post Praj! Namasté!!
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Praj
Praj il 26/02/09 alle 13:52 via WEB
Non ho niente da aggiungere a questo commento illuminante e illuminato. Mi rimane solo un sincero ringraziamento... caro Nowhere. A volte, penso che sarebbe bello rileggerti nel tuo Blog, ma immagino anche che tua abbia altre espressioni creative da curare. E proprio pensando al tuo essere ottimo musicista, ti faccio i miei più veri auguri di buona continuazione e successo. Namastè! ;-)
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sofiastrea
sofiastrea il 25/02/09 alle 09:38 via WEB
la leggerezza non ha forma nè è paragonabile a "qualsiasi cosa o idea" altrimenti acquista uno specifico peso...un abbraccio :-))
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Praj
Praj il 25/02/09 alle 09:46 via WEB
Sì, non sarebbe più leggerezza quando si facesse carico dei fardelli della mente, del passato e del futuro... Ciao ;-)
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virachandra
virachandra il 25/02/09 alle 11:24 via WEB
In perfetta sincronia come spesso mi capita nella Vita ho letto qualcosa che stavo appunto sperimentando,che fioriva in me in quel momento,non posso riportarlo tutto ma in sintesi diceva cosi':puoi essere quieto senza nessuna tecnica,questo ti aiuta a non identificarti e la tua consapevolezza cresce conducendoti alla tua vera natura,essere quieti non è una pratica.... Mi sono sentito pervaso da una fiducia immensa,guardavo intorno a me se ci fosse qualche Angelo,improvvisamente non mi sono sentito più solo.non possiamo tornare alla non mente con la mente con il pensiero,il percorso che dici è la vita,nell'ordinarietà troviamo noi stessi?sento discorsi su tecniche discipline,forse ognuno ha la sua strada è stato difficile per me comprenderlo.sono momenti di grande crescita,sarà l'età forse è fisiologigo,una grande risata e grazie.Virachandra.
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Praj
Praj il 25/02/09 alle 12:12 via WEB
Le tecniche e le discipline possono servire all'inizio, lungo il percorso... ma alla fine, sulla soglia del risveglio, vanno lasciate. Altrimenti diventano ostacoli, attaccamenti... Allora si incontra nudi, innocenti, il Ciò che E'. E' qui che accade la grande risata: è la realizzazione dell'assurdità di tutti gli sforzi fatti per essere ciò che si è sempre stati. Ma, paradossalmente, non si sarebbe potuto comprenderlo prima, se quegli sforzi, tecniche e discipline, non fossero avvenuti. Occorrono ovviamente come trampolino per il balzo quantico nella "non mente", dell'Arresa. Mi felicito per la tua crescita, per la tua sempre più profonda comprensione, fiducia, abbandono... Un abbraccio sorridente. ;-)
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virachandra
virachandra il 25/02/09 alle 17:46 via WEB
a meno che sulla soglia del risveglio io non mi sia già risvegliato rimarrò sempre cosi,a cavallo degli attaccamenti sul trampolino è propio un paradosso,ma non potevi darmi risposta migliore,grazie per le tue "spinte",ricambio l,abbraccio.
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Praj
Praj il 25/02/09 alle 18:23 via WEB
Accettare anche gli attaccamenti, senza sensi di colpa o vanità, senza orgoglio, con umiltà, può farci aprire la porta che si apre all'Arresa. E' una ammissione importante d'impotenza che, se meditata, vista con l'occhio della Consapevolezza, segnala una prossima maturità per l'abbandono di un ego che ha ricostruito il suo monumento nella dimensione "spirituale", credendo di essere speciale. Grazie a te, Virachandra. Namastè! :-)
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antonella.2009
antonella.2009 il 25/02/09 alle 19:00 via WEB
Posso abbracciarti forte? Si? Grazie di esserci Praj! NAMASTE'
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Praj
Praj il 26/02/09 alle 10:05 via WEB
Certamente, e con il cuore. Grazie a Te, Antonella. Namastè! :-)
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