Non si dovrebbe fuggire la sofferenza, nemmeno rassegnarsi ad essa va bene: andrebbe invece capita a fondo. Andrebbe esplorata, osservata e sviscerata con coraggio.
La sofferenza ha una causa basilare che ha molteplici effetti che si riverberano nel nostro esistere.
La sofferenza psicologica nasce fondamentalmente da un senso illusorio di separazione e termina quando comprendiamo che quella separazione non è reale, che non esiste.
Quando si è intuito questo principio fondamentale, ci si può pure aggrappare alle nostre tensioni, alle nostre convinzioni, sia a livello psichico che fisico.
Questa resistenza è comprensibile dal punto di vista dell'ego.
Gli attaccamenti al nostro modo di pensare e di sentire, che affondano le loro radici in lunghi anni di abitudinarietà e conformismo, hanno bisogno di un pò tempo per essere smontate.
Ma il presupposto, la precondizione al de-condizionamento è una comprensione, un’intuizione essenziale di ciò che siamo.
Se la fonte dell’ignoranza metafisica non è debellata, nessun argine può contenere i sintomi dolorosi che ne scaturiscono e si riflettono continuamente nel nostro vivere quotidiano .
Se non avviene questo potente insight, tutto ciò che andiamo smontando si riformerà, si ricostituirà in nuove forme, con molta probabilità.
La sofferenza psicologico-spirituale può dunque attenuare la sua presa, fino a lasciarci, solo se siamo capaci di Vedere da dove realmente nasce e dove può svanire definitivamente.
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
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il 09/07/2023 alle 12:33
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il 09/07/2023 alle 12:31
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il 09/07/2023 alle 12:28
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il 09/07/2023 alle 12:24